Il mercato delle vacche. E dei vaccini

Punster's Lawn Cow Brings Smiles During Stressful Coronavirus Lockdown -  DarynKagan.com

“felice che non sia un COW/rona virus”. Una risata ci salvera’.

Che quello dei vaccini anticovid sia un affare ed un affare enorme e’ autoevidente. Siamo sette miliardi e mezzo, noi umani, su questo pianeta. Per una meta’ abbondante i nostri simili lottano per un minimo sindacale di cibo vestiario e generi di prima necessita’ che noi diamo per scontati, quindi e’ difficile che possano vaccinarsi o essere vaccinati.

Resta comunque un mercato potenziale di miliardi di dosi, a prezzo pieno, probabilmente da ripetere ogni anno o forse anche piu’ frequentemente. I vari vaccini in dirittura di arrivo hanno costi variabili: si va da 10 euro dello Sputnik V ai 60 dollari del vaccino Moderna. Anche a stare bassi e’ un mercato di centinaia di miliardi di dollari, ogni anno.

Il mercato dei vaccini e’ quindi un mercato importante, che impinguera’ le casse delle case farmaceutiche che li stanno producendo. Le ricerche ed i trials sono costati miliardi, e’ giusto che recuperino gli investimenti fatti.

Certo: in buona parte finanziati con soldi pubblici, ma, oibo’, questo rientra in un principio base di ogni grande impresa: pubblicizzare le perdite e privatizzare i profitti.

In effetti, porelle, la situazione e’ complessa: a metter sul mercato un vaccino sperimentato in fretta e furia si rischiano cause miliardarie, infamia mediatica urbi et orbi, desertificazione dei dividendi…in qualche modo bisogna coprire i rischi.

In qualche modo monetariamente consistente, ovviamente.

Naturalmente son partite numerose campagne mediatiche a favore dei poveri, spesso da grandi ex magnati convertiti alla filantropia, come Bill Gates, che sostiene che i paesi ricchi dovrebbero pagare il prezzo pieno, comprendente il costo marginale di produzione, un minimo di utile ed i costi dello sviluppo e sperimentazione,, i paesi non ricchi dovrebbero pagare solo i costi vivi, senza l’utile, i paesi poveri solo il costo marginale di produzione di una dose, che potrebbe essere intorno a 3 dollari. Qui un articolo che riassume i punti sopra esposti

C’e’ un trascurabile problemino.

L’OMS (Organizzazione Mondiale della Sanita’) ha definito un programma di distribuzione, vaccinazione etc etc ( in attesa di capire come procurarsi i vaccini e come mantenerli) si chiama COVAX.

Con questo programma L’OMS si propone di distribuire almeno due miliardi di dosi nei paesi in via di sviluppo e, in generale ai poveri di tutto il mondo.

Tutto bene, se non fosse che il programma non e’ a tutt’oggi finanziato. Non abbastanza, comunque. Non e’ un problema da poco.

Perche’ non basta procurarsi due miliardi di dosi di un qualunque vaccino o mix di vaccini. Bisogna mantenerli in celle frigorifere, trasportarli mantenendo una rigorosa catena del freddo, distribuirli, somministrarli, in territori mal serviti, spesso senza energia elettrica, con strade impossibili etc etc. Ci vuole una pianificazione immensa e svolta con mesi e mesi di anticipo. Niente soldi, niente organizzazione. Niente vaccini, per mesi e mesi, Anche se le dosi fossero pronte. \per anni, se non si riesce a bloccare con un ordine le dosi necessarie. Anche senza approfondire, il compito di vaccinare due miliardi di persone e’ gigantesco. Quanti soldi ha raccolto, finora l’OMS? Due miliardi di dollari, da un terzo ad un decimo di quel che servira’. Sono quasi interamente soldi europei.

Da USA e Cina non e’ arrivato un’euro.

Ovvero Bill Gates, mentre propone di donare graziosamente i vaccini a prezzo di saldo ai paesi piu’ poveri, non ha ancora contribuito al principale programma mondiale per gli stessi paesi… ci vogliono almeno altri sei miliardi di euro. Forse dieci, probabilmente di piu’, tenuto conto della macchina organizzativa da creare e mantenere per anni.

Il mercato delle vacche?

Beh… i volontari che hanno partecipato ai test di somministrazione, nel nostro paese sono stati mossi prevalentemente dal loro spirito civico, visto il rimborso di 700 euro, che per il rischio ed il disturbo, dieci visite in tre mesi, interviste etc etc e’ una cifra quasi ridicola.

Ma 700 euro e’ piu’ o meno il valore di una bella mucca Chianina. In molti paesi del mondo ci vuole il lavoro di un anno, se va bene, per comprarsi una vacca. In quei paesi 700 euro possono tenere una famiglia lontana dalla fame.

A pensar bene si potrebbe dire che la cifra e’ stata tenuta volutamente bassa, per evidenziare i fini non di lucro delle persone che si sono offerte.

Ma vogliamo davvero pensare cosi’ bene, quando sono coinvolte multinazionali del farmaco che hanno scopi non filantropici ma di profitto?

Siamo sotto Natale, proviamoci.

Peccato che nel documento che vi ho appena linkato, che parlava dei problemi del programma COVAX si dimostri come la vedono le grandi aziende farmaceutiche di cui sopra.

Ne parlero’ in un prossimo post.

Per ora vi basti sapere che, quando parlano di rischi, parlano di rischi finanziari per i loro azionisti, non di rischi sanitari per le persone…

Un commento su “Il mercato delle vacche. E dei vaccini”

  1. Perfetta analisi della situazione. Soprattutto in chiusura. Avendo per professione ben presenti i rischi dei nuovi vaccini mi dovrebbero erogare non 700 ma 70000 euro.

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