Wolfstep mi ha dilettato per anni ed ora non c’e’ più!
Ringrazio Uriel per la sua esistenza su questo pianeta, in questa epoca. E copio incollo un post di due anni fa.
Lettera ad un figlio
Istruzioni sull’uso del mondo.
Parte 1: istruzioni sull’uso di una gerarchia sociale.
( ndr: dedicato anche ai nostri rappresentanti in parlamento.)
Ciao, figliolo. Si, dico a te. So che mi leggi. Questo e’ un messaggio personale. Potresti prenderlo come un favore: ti spiego per quale ragione non riuscirai mai a fare la carriera che speri, e ti spiego perche’ non sei capace di fare le cose che ti chiedono di fare. Per fortuna non sei il mio capo. Ma ti sento mentre fai il caporale con gli altri. E ti spiego perche’ sei un caporale dentro. Non riuscirai mai ad avere nulla di diverso dai gradi da caporale, sappilo. E adesso ti spiego il perche’.
Le regole principali del comando.
Quando sei il capo di qualcosa, o sei “al comando” di qualcosa, ti viene chiesto di prendere decisioni. Ma il comando non finisce nello sputare ordini a destra ed a sinistra. Ci sono delle regole di base. Vediamo quali.
• Non ti puoi togliere i gradi quando vuoi. Il comando e’ prima di tutto servizio. Sia perche’ (a meno che tu non sia a capo dell’universo) non sei ai vertici dell’organigramma, sia perche’ i tuoi superiori possono gia’ prendere le stesse decisioni che puoi prendere tu, ed oltre. Quindi, la tua capacita’ decisionale non serve a loro, se non in termini di volume. Non di qualita’. In termini di qualita’, puoi essere utile solo a quelli che stanno sotto di te. Quindi, regola numero uno: tu DEVI prendere una decisione OGNI VOLTA che DAL BASSO arriva una richiesta. Non fosse altro che “continuate cosi’”, DEVI dare un ordine OGNI VOLTA che ti chiedono di farlo. Punto. Non puoi decidere se farlo o meno, non puoi decidere quando farlo. Sei al servizio di quelli che stanno SOTTO di te, che ti piaccia o meno.
• Il comando e’ presente e continuo. Questo significa che quando non ci sei, un’altra persona deve sostituirti. E no, non per telefonarti : per fare il tuo stesso lavoro. Il che significa che il tuo secondo non e’ un “secondo”, e’ un vice. Sa tutto quello che puoi sapere tu e puo’ fare le stesse cose. Se non ne e’ capace, ogni volta che ti allontani il comando e’ interrotto in misura della sua inferiore capacita’. E tu hai fallito perche’ la tua catena di comando e’ incompleta. Il secondo puo’ e deve sostituirti. Il che ti espone al rischio che ti faccia le scarpe, certo. Succede. Del resto prima o poi andrai in pensione, e il mondo non finira’ per questo.
• I problemi scalano SOLO verso l’alto. NON, e ripeto NON, e ripeto NON deve e non puo’ succedere che ad una richiesta di direttiva la tua risposta rimandi la decisione a chi ti ha posto il problema. L’unica direzione in cui un problema scala e’ verso l’alto. Dall’alto verso il basso vengono direttive e soluzioni. Domande e problemi vanno solo dal basso verso l’alto. Altrimenti, chi sta sotto di te ma risolve i problemi diventera’ il capo ufficioso e avra’, de facto , il comando. Sino al punto in cui qualcuno non se ne accorgera’, promuovera’ lui e licenziera’ te.
• La gerarchia NON ha come compito principale quello disciplinare. Il che significa che non puoi vivere con il terrore di venire rimproverato dai tuoi capi se i problemi trapelano a loro. Il che significa che non devi nascondere i problemi ai tuoi capi. Il tuo capo che chiama i tuoi tecnici per sapere come vanno le cose anziche’ chiedere a te significa che da un lato lui si sente cieco e pensa di non dominare la situazione per colpa tua, dall’altra significa che non puoi difenderti se gli viene riferito qualcosa di brutto su di te. Sei esposto sia alla sfiducia del superiore che hai accecato negando informazione, sia alla maldicenza dei tuoi sottoposti. E questo solo perche’, come tutti i bambini stupidi, vivi nella paura che la gerarchia abbia come unico scopo quello di punirti, come i bambini che nascondono le malefatte alla mamma.
• La gerarchia NON ha come compito principale quello disciplinare, II. Ovviamente, se diventi inutilmente vessatorio otterrai che quelli sotto di te ti nasconderanno i problemi. Imparerai dei problemi solo quando scaleranno, ti arriveranno telefonate di rimprovero per cose di cui non sei a conoscenza e rimarrai balbettando ad ascoltare cazziatoni. E questo perche’ hai prodotto un inutile timore delle tue reazioni vessatorie: adesso i tuoi tecnici si riuniscono altrove per decidere come gestire i problemi senza che tu lo sappia. Sei cieco . Ti accorgerai degli iceberg solo quando ti arrivano nei denti. Essere inutilmente vessatori non serve ad una cazzarola di niente, se non a rimanere ciechi. Non ti da’ autorevolezza e ti espone a figure di merda catastrofiche.
• Il comando serve solo quando richiesto dal basso, o quando propaga ordini dall’alto. Non hai alcun valore aggiunto personale se non in questi due casi. Quindi, evita di propinare di continuo ai tuoi sottoposti senior la tua visione personale: non devi manovrarli, devi delegare. Altrimenti ti scoprirai stracolmo di lavoro perche’ per seguire tutti dovrai ripetere mentalmente il loro lavoro , e non riuscirai mai a seguire tutti. Inoltre, il tuo gruppo soffrira’ di un terribile paradosso di Abilene, perche’ tutti si affanneranno a fare cio’ che pensano sia tua volonta ergo volonta’ del gruppo. Il tuo compito e’ delegare nel modo giusto alle persone giuste, non manovrarle come se fossero delle ruspe.
• La politica non giustifica le tue scelte del cazzo. So benissimo che non sei all’altezza della situazione, e sai benissimo che la cosa sia evidente. Non puoi rispondere “politica” ogni volta che ti si fa presente che hai preso una posizione del cazzo. O rifiuti di rispondere perche’ l’ordine viene dall’alto, oppure hai la risposta alle critiche. Se rispondi “politica” dai alla gente l’impressione che tu non sappia fare politica abbastanza da evitare gli errori si propaghino sul tuo gruppo. E quindi ti dai dell’incompetente da solo.
• La lingua. Se vuoi essere un capo, devi saper parlare. Lo stravagante idioma paradialettale che parli ti squalifica agli occhi di tutti coloro che hanno svolto con profitto le scuole superiori. Ti fa sembrare ignorante. Il lavoro che svolgi non puo’ essere descritto in dialetto perche’ i dialetti sono destinati a popolazioni arretrate e non scolarizzate, cosa che fa mancare la capacita’ espressiva quando si tenta di descrivere qualcosa di moderno , di complesso o di astratto. Nessun dialetto puo’ darti le categorie del linguaggio che servono ad analizzare il lavoro che fai. Non esiste nulla del genere nella cultura tradizionale che ha creato quel dialetto, capisci? Quindi, impara la lingua del tuo paese.
• La lingua, II: se non parli bene la lingua del tuo stesso paese, non riuscirai mai a parlare una lingua straniera. E’ inutile iscriversi allo Shenker, ed e’ inutile fare altri corsi. Non parlerai MAI una lingua straniera in maniera decente sinche’ non parlerai la tua lingua madre. E il livello di conoscenza delle lingue straniere che potrai raggiungere rispecchia, con esattezza matematica, il livello che hai raggiunto nel conoscere la tua. Non solo non padroneggiando la tua lingua sembri un terrone ai tuoi compatrioti , ma quando sei all’estero sembrerai il corrispondente italiano del “buana negro” che disprezzi tanto perche’ sei fascista.
• Politica. Ah, si’: ci sono paesi nei quali vantarsi di essere “fascista ma moderato” non ti fa fare una bella figura. Evita di parlare di politica sul luogo di lavoro in generale, ma SPECIALMENTE se sei all’estero: una categoria che ti sembra innocua come “cattolico” in alcuni paesi puo’ essere imbarazzante se viene ribadita con troppa veemenza. E’ vero che l’azienda e’ ipso facto una gerarchia e che non sia pertanto una democrazia: ripeterlo qualche volta e’ simpatico, farne un motivo ricorrente puo’ sembrare una filosofia di comando di cui sei molto convinto, ripeterla di continuo ti fa classificare come un idiota frustrato. E non e’ un modo per ottenere rispetto dal tuo team.
Ecco, seguire queste regole non fa di te un capo, ci vogliono un sacco di altre qualita’. Ma ti evita di sembrare un caporale.