Clausewitz, scrisse, in un trattato rimasto famoso, che la guerra era la politica proseguita con altri mezzi. Benché il trattato sia ormai (per fortuna, direi) relegato alle accademie militari, il detto è rimasto famoso ed è stato parafrasato un poco da tutti. Per non sottrarsi quindi, alla tradizione, PARAFRASANDO, anche noi, mi sento di affermare che, alle volte, capitano casi di vera guerra propagandistica, in salsa giornalistica.
Quella del “garlic belt” è una RELATIVA novità, dopo l’infausta era dei paesi PIIGS ( portogallo, irlanda, italia Grecia spagna) , i maiali, brutti sporchi e gozzovigliatori, da contrapporre ai nobili paesi del nord europa, con il loro digrumare nel fango, dissipando e sbafazzandosi le risorse a loro generosamente gettate. In attesa del Norcinaio, ovviamente. Che quella dei “PIIGS” non fosse solo una sigla ma piuttosto una strategia comunicativa, lo capimmo noi di Crisis, tra i primi, ormai dieci anni fa.
Combattemmo una minoritaria battaglia per far presente che vi sono altri Pigs prima di noi, che si mettono la maschera da formichina, pur essendo cicale quanto e più di noi.
Poichè questa cosa dei piigs era ormai fatta propria un poco da tutti, perfino dai diretti interessati e/o sembrava poco politically correct, e/o sembrava ormai poco incisiva, visto il fastidio che da l’attuale compagine governativa italica, e visto che non si prendono mai abbastanza le distanze da noi barbari e cafonazzi del sud, ecco che è spuntata la “garlic belt”, la cintura dell’aglio, intesa come quei paesi euromediterranei usi ad abusare dei saporosi bulbetti.
Ci sarebbe da far presente a chi ha coniato questo termine che i francesi lo usano quanto e più di noi, nella loro cucina e che, d’altro canto, in Germania e in tutti i paesi nordici si fa amplissimo e forse esagerato uso dell’erba cipollina, non esattamente fragrante di fiori di montagna.
Ci sarebbe da ridere se non fosse che la prima regola, per schiacciare o colpire qualcuno è trasformarlo in un qualcosa. In un qualcosa di puteolente, sgradevole, insignificante. Del resto l’aglio si schiaccia, no?
Ecco un articoletto tipico, dimostrativo dell’uso del termine.
NATURALMENTE la nostra stampa, mai abbastanza subordinata e complessata, ha fatto proprio il termine , con accenti di immancabile commiserazione. Il Sole 24 Ore, in particolare, ha pubblicato un articolo che mostra la disoccupazione in Europa, sotto il titolo “mezza Italia è tedesca l’altra mezza è Garlic belt”. Ora, premesso che in ogni caserma che si rispetti ( e l’Europa, QUESTA Europa,è una caserma) il nonnismo va sempre dal più forte al più debole, questo articolo non è solo una indegnità, visto che usa un termine già indegno di suo INDEGNAMENTE verso una parte del paese.
E’, sostanzialmente FALSO. Perché, tanto per cambiare, in questa statistica, la Germania trucca le carte. I Land con la disoccupazione più BASSA sono anche quelli dove è più ALTA la percentuale dei cosiddetti “minijob”, lavori sottopagati che vengono integrati dallo Stato, con una forma di sussistenza occulta il cui unico scopo, in sostanza, è quello di poter produrre statistiche con dati falsati come questi. Se si confronta, infatti, i dati areali salta immediatamente agli occhi che SE SI AGGIUNGONO i minijob, sostanzialmente redditi di cittadinanza SOTTO MENTITE SPOGLIE, dati in cambio di lavori di poche ore a settimana pagati pochi euro/ora, alle percentuali di disoccupazione, all’improvviso si scopre che il NORD ITALIA è più Germania della Germania, che in realtà ha tassi di disoccupazione E sottoccupazione simili a quelli del centro Italia e perfino di un paio di Regioni del sud.
Potete “divertirvi” a verificare da soli, giocando un poco con i grafici, che sono interattivi, qui per i minijob e qui per i tassi di disoccupazione. Ausschließlich sta per esclusivamente, ovvero come unica attività il minijob. Nebenjob come lavoro part time, e Gesamt come somma dei due. Conclusione? Non è certo da questi dati che si vedono, se poi esistono DAVVERO, i differenziali tra NOi maiali mangiaglio ed i profumati e decorosissimi paesi della “cintura del burro”. Magari non avranno pensioni, esattamente come noi, magari si affanneranno in lavori sottopagati e di bassa specializzazione, magari il tutto si traduce, PRIMA DI TUTTO in un clamoroso aiuto alle imprese piuttosto che ai lavoratori, semplicemente sussidiati, ma tant’è, l’importante è poter raccontare a tutta Europa e, prima di tutto a se stessi che tutto va bene la Signora Marchesa. Il problema non è tanto che loro sparano bufale. E’ che noi ci crediamo. Considerando che il nostro principale giornale di informazione economica, dopo aver elargito per decenni sensatissime e precisissime analisi economiche, è quasi fallito, ed ora vale un decimo che dieci anni fa, direi che faremmo bene a dargli la stessa percentuale di attendibilità.
Un commento su “Garlic belt, ovvero le notizie proseguite con altri mezzi”