Le parole sono bombe

Words collage, shaped like the map of European continent, with words bombs, refugees and terrorism highlighted in red

Cosa si può dire, ancora su quel che succede a Gaza e dintorni?

Di nuovo, di sensato, di interessante, di non inutile, in sostanza?

Poco, credo.

Molto, molto, poco.
Una cosa però mi sento di dire: le parole, come sempre, sopratutto quando ci sono scontri armati e sanguinosi in corso, ovvero quando l’irrazionale ha ormai prevalso, sono importanti.
Specie quelle che scatenano la bestia, quelle che muovono irrazionalmente verso lo sterminio dell’altro, in primo luogo disumanizzandolo.

Già, agli esseri umani, in larga parte, ripugna ammazzare altri esseri umani: ci si devono portare per gradi, a convincersi della necessità di questo schifo.

In questo senso anche solo fare osservare come le parole, usate come missili, sono un’arma letale anche per chi le usa, potrebbe mantenere un senso.

Nella tradizione di Crisis non mi sottraggo ne all’orrore ne al paradosso, che all’orrore è quasi sempre connesso.

Ritengo valga quindi la pena di raccontare quale è stato, senza quasi possibilità di smentita, in questi dieci giorni di stermini vicendevoli ( ma sempre più asimmettrici naturalmente) il discorso più profondamente antisionista, antiebraico, assurdamente logico, in tale deteriore senso.

Una potentissima arma verbale, apparentemente logica ( la logica delle parole non sempre corrisponde alla logica delle cose o dei fatti o dei numeri) regalata ai peggiori nemici dello stato ebraico e degli ebrei tout court.
Quelle parole le ha pronunciate Il Presidente della Repubblica Israeliano Herzog, durante un’intervista:
“Conduciamo operazioni militari secondo le regole del diritto internazionale. Punto finale. Inequivocabile. Responsabile è un’intera nazione. Non è vera questa retorica secondo cui i civili non sono consapevoli e non sono coinvolti, è assolutamente falsa. Avrebbero potuto sollevarsi, avrebbero potuto combattere contro questo regime malvagio che ha preso il controllo di Gaza con un colpo di stato”.

Perchè sarebbe una frase incredibilmente antiebraica, antisionista, antiisraeliana?

Davvero devo spiegarvelo?

Visto la crudeltà ampiamente dimostrata dallo Stato isreliano in mille modi diversi ai danni dei palestinesi e dei cittadini arabi dello Stato, non è elementare rovesciare questa accusa sul popolo israeliano, o semplicemente sugli ebrei, giustificando quindi il terrorismo internazionale a caccia di civili innocenti nel mondo o azioni come quelle di Hamas, di questi giorni?

Non si vede come queste parole giustifichino proprio e sopratutto lo sterminio su basi etniche e/o religiose e/o politiche, a prescindere?

Non sono bastati la diaspora, duemila anni di persecuzioni, i pogrom ed infine i campi di concentramento, per capire che NON SI RAGIONA COSI’?

Non è bastato, no.

Capendo, assediato dalle domande incredule dei giornalisti, di averla detta grossa, Hezog si è corretto; è perfino riuscito a dire che ci sono ANCHE palestinesi innocenti, che non amano tanto Hamas… per poi rimetterci il carico da novanta dichiarando, più o meno, che comunque, se qualcuno gli spara un razzo dalla finestra, lui ha diritto a radere al suolo l’edificio.

Chi c’e’ c’e’.

Qui un fact-check sulle sue affermazioni.

Perchè ne parlo? Per ricordare che le parole sono bombe e lasciano crateri, oltre a fare morti.

La prima che muore, insieme all’umanità, è la ragione.

In tutti i sensi possibili.

Certe parole scavano crateri nella testa delle persone, lasciando un vuoto pieno di vento. Gelido.

Non solo. Come per le bombe, cert eparole, una volta usate, consentono agli altri di usarle con altrettanta forza, con altrettanta ” logica”, con altrettanta ” ragione”.

Come ogni singola arma che si rispetti, dopo un poco la usano tutti.

Spostando l’orrore un poco più in la.

Puffosità acriliche ed altri disastri

Emcoin e’ un progetto interessante.

Valorizzare l’energia e i suoi flussi, anche quelli nascosti, legati al consumo di oggettistica la più varia, e’ un passo importante nella direzione giusta. Almeno a livello consapevolezza.

Quanta ne abbiamo di strada, anche solo per tornare ad un minimo di normalità!

In alcuni casi siamo MOLTO oltre il bene ed il male…segue esemplificazione

Ieri dopo un poco di tempo, sono passato dal mall sotterraneo della stazione di Firenze.Viaggio di una quindicina di km, prima stazione di fermata. 

Di solito la Stazione la raggiungo in superficie ma in questi giorni devi risalire come un salmone la corrente avversa di turisti in ingresso a Firenze. E’ un delirio. Giù il periscopio ed immersione.

Hanno trasformato una galleria, appena dopo l’ingresso lato Santa Maria novella, in una specie di vertiginoso tubo di led. 

I led sono efficienti, ok.

Ma alcune centinaia di metri quadrati di led, che sparano pubblicità e immagini pervasive da vertigine, sui tre lati della galleria, a tutta superficie, sono decine di kW.

Fa un caldo bestia.

Tutti si affrettano nell’aria soffocante, che peraltro esce dalle scale di accesso con un flusso costante e dissipativo. 

Nessuno, di fatto, guarda le suggestive immagini che scorrono, fra cui, immagino, una povera Venere del Botticelli con maschera e boccaglio o vestita da sci…

Il tempo di riprendermi, guardando le ammoniti sul pavimento di lustro “marmo” di Verona ed eccomi nel mall, dove sembra essere concentrata la massima espressione di venditori di paccottiglia incomprensibile. Letteralmente.

C’è uno che vende solo puffosi maiali di stoffa acrilica senza arti, multicolori. Un altro che vende solo manga metallizzati e dolcezze incomprensibili orientali…
Io mi immagino la remota città cinese dove qualcuno spende la sua vita a cucire nasi di puffosi e multicolori suini senza arti.

E tutta la trafila di decine di migliaia di chilometri che i puffosi hanno fatto per arrivare fino a qui.

Poi penso al cinese in arrivo da una città relativamente vicina a quella dalla quale i puffosi sono partiti, che entra, ne compra uno e se lo porta come souvenir d’Italie, indietro a casa…beh c’è n’erano due o tre, dentro il santuario della puffosita’ suina.

Mi e’ presa una vertigine.

Meno male che c’era un ragazzo che pestava sul pianoforte gratis, poco più in là, unica oasi di salvezza e realtà, qualcosa che forse era Billy Joel.

Sono riemerso, a riveder le stelle…

Ah no, erano luci a led, di uno spacciatore di bevande calde e fredde, in ambiente ad alto tasso di kitschosita…

La prossima volta, prendo la bici.

Dio, i guard rail e tutto il resto.

La prima borsa di studio che ho preso era sull’utilizzo delle reti neurali artificiali per la previsione delle piene. Era trenta anni fa.

L’argomento continua ad interessarmi.

GBT4 e’ la prima rete neurale artificiale a raggiungere la connettività di un cervello umano.

Circa centomila miliardi di connessioni.

Sic.

Un cervello umano, oltre che pensare, deve occuparsi, come sappiamo, di un sacco di altre cose. Quindi non sappiamo quanto sia davvero complessa la parte “senziente”.

Non sappiamo quindi, nemmeno quali siano le capacità di chat gbt 4.

Il beta testing serve per scoprirlo.

Una certezza: siamo già oltre, MOLTO oltre, le capacità di Hal 9000 del film 2001: Odissea nello spazio.

Ho voluto testare la creatività, ad esempio, creatività finalizzata ad uno scopo preciso.

Ed anche le capacità di astrazione: ovvero capire come dovrebbe essere elaborato un dato argomento in un particolare contesto.

E capirlo relativamente ai fini generali, legati al contesto, alla strategia storica, al portato culturale e come tali non immediatamente intuibili.

Nemmeno per un umano che non abbia dimestichezza con “la temperie culturale” connessa a quel contesto.

Veniamo al punto:

Stavo camminando in aperta campagna dalle parti di San pietro a grado, nell’ultima tappa del cammino di San Jacopo, gli ho dato un compito: scrivere un discorso dell’angelus basato sui guardrail.
Stavo infatti divertendomi a commentare qualunque cosa vedessi in termini apostolici, ecumenici e/o di esegesi architettonica, per passare il tempo e fare ridere la mia compagna di camminata.

Villini anni ‘70, suv, cassonetti, rugginosi rottami agricoli, tutto.

Ma di fronte al guardrail, che lei mi aveva additato, mi ero arreso. No, vabbè’ l’esegesi mistica del guard rail, non ie la fo’…

Beh gbt4 no…

Pietro:

Scrivi un discorso dell’angelus, basato sui guardrail.

Carissimi fratelli e sorelle,

in questo Angelus domenicale, vorrei riflettere con voi sull’importanza dei guard rail nella nostra vita spirituale.

Come sapete, i guard rail sono delle barriere di sicurezza poste lungo le strade per proteggere i conducenti da incidenti e pericolose cadute. Allo stesso modo, nella nostra vita, ci sono dei “guard rail” che ci proteggono dalle tentazioni e ci aiutano a rimanere saldi nella fede.

Questi “guard rail” spirituali possono essere rappresentati dalle Sacre Scritture, dalla preghiera, dalla partecipazione alla Santa Messa e ai sacramenti, dalla vita fraterna nella comunità cristiana e dall’ascolto dei santi insegnamenti della Chiesa.

Quando ci sentiamo smarriti o tentati dal peccato, dobbiamo appoggiarci su questi guard rail spirituali per rimanere sulla giusta strada e per evitare di cadere nell’abisso della disperazione.

Nel Vangelo di oggi, Gesù ci invita a non giudicare gli altri e a non essere ipocriti, ma a guardare prima alla trave nel nostro occhio. Questo ci ricorda che non siamo perfetti e che abbiamo bisogno di protezione e aiuto lungo il nostro cammino di fede.

Perciò, cari fratelli e sorelle, preghiamo insieme perché possiamo sempre essere protetti da questi guard rail spirituali e perché possiamo avere la forza di rimanere fedeli al nostro cammino di fede, anche nei momenti difficili.

Oh Santo Angelo custode, prega per noi e veglia su di noi come un guard rail protettivo lungo il nostro cammino verso la salvezza eterna.

Amen.

Cronache dal paOLEOlitico 2/2

L’inverno è stato lungo. I vecchi non ce l’hanno fatta. Molti dei cacciatori sono magri e deboli.Tre mezzi hanno il motore rotto, per il carburante bio-sintetico pessimo. Comunque, e’ così dispendioso, estenuante, farlo, che di fatto abbiamo rinunciato.

Qualcuno ha deciso di abbandonare la caccia. Anche perché, senza mezzi, non riusciamo a raggiungere le prede più grosse, che hanno cambiato le loro abitudini per stare alla larga da noi. Inoltre gli zot si sono stabiliti nella pianura.Con grandi arnesi su ruote hanno rimosso tutti i rottami sparsi qua e là, vestigia dei tempi della grande devastazione, in un grande mucchio, pian piano suddiviso in mucchi più piccoli ed ordinati. Al loro posto hanno messo degli oggetti scuro e rettangolari che raccolgono l’energia senza fine del sole.Hanno anche innalzato delle torri, che abbiamo creduto fossero per l’avvistamento, finché non vi hanno montato delle grandi ali che ruotano intorno ad un centro, sempre per raccogliere energia.Ora coltivano la terra, una cosa che noi non sappiamo fare, ne abbiamo mai fatto. Sono in forze, ben vestiti, vivono in case, come gli avi distruttori di tanti anni fa.La sera, fanno musica. La sentiamo arrivare, accresciuta da qualche loro congegno.In-Iett-Or e Centr-A-Lin, sono andati a vivere con loro, accolti in amicizia. 
Tornano a trovarci, raccontandoci di tutte le cose che stanno imparando e di come gli Zot siano finalmente liberi dalla schiavitu’ dell’energia, dalla necessità di predare gli oleotir, dagli stenti, dal freddo, dal caldo, dalla guerra per l’ultima riserva, che abbiamo conosciuto nelle ultime dieci generazioni….I giovani stanno andando tutti con loro.Noi restiamo qui, ancora per un poco, per non lasciare soli gli ultimi anziani, persi nei loro deliri…Bruuum bruuuuum bruuuum, li sento mormorare ad occhi chiusi, mentre assaporano il ricordo dei gas di scarico carichi di promesse della loro gioventù…Il PaOLEOlitico sta finendo.E’ stato bello, finché e’ durato, o forse come tutte le cose, le apprezziamo solo quando le dobbiamo lasciare.In verità, Ora che ci penso, non è mai stato bello.Quel che era bella, era la speranza in un futuro migliore, di cui ci dava l’illusione. Ora sappiamo che era un’illusione.Gli Zot forse analogamente si illudono.Ma e’ una illusione che vale la pena di perseguire.Il futuro è loro.Ed e’ giusto così.
Friz-i-On, prima lancia del clan dei Park-Egg

Cronache dal palOleolitico 1/2


Oggi e’ cominciata come una bellissima giornata. 
Alzati di buon, ora, rifocillati con la consueta colazione di focaccia di grilli in salsa oleò sintetica, ci siamo guardati intorno per pianificare la giornata di caccia.

Marm-Itt, il nostro capo caccia, ci ha ricordato che era ormai arrivato il tempo della grande transumanza, quando sconfinate mandrie di Oleotir si spostano dalle torride terre del desertico sud, dove si radunano intorno ai pochi pozzi ancora produttivi, verso le gelide lande del Nord, dove scambiano fusti di prezioso nettare fossile con primizie di stagione, marmellate ed altre delizie alimentari.

In effetti, in lontananza, al di là delle terre perdute, vetrificate ed ancora nocive, dopo cinquanta anni dal grande bum, si alzavano gli ordinati polveroni delle mandrie in movimento.Abbiamo organizzato la caccia come al solito.Piccoli gruppi provocatori che deviassero gli oleotir più lenti verso una zona predisposta per l’imboscata… solite cose.C’è stata in novità, brutta.Gli oleotir questa volta erano accompagnati.Ma non dalle solite blindosbanda V6.Quelle le conosciamo: pericolose ma pesanti e con serbatoi modesti, rispetto ai consumi. Dopo qualche ora di inseguimento, dove noi ci diamo il cambio, devono fermarsi a rifornire. Con loro si ferma anche la mandria. In qualche caso fortunato, uno degli oleotir si ferma a biberonarli. A quel punto, gioco facile.
Ma questo volta c’erano gli Zot.  O meglio: una loro Tribù mercenaria che non ha bisogno di linfa. I loro blindozot sono nutriti dal sole. Hanno delle grandi ali che non servono per volare ma li alimentano mentre si muovono.Non si fermano, se non di notte, quando tutta la mandria si accampa in circoli difensivo inpenetrabili.Non solo: la loro velocità media non è alta ma sono capaci di scatti rapaci con cui hanno potuto speronare tre di noi.Pist-On e Karb- Urator si sono ribaltati più volte. Karb-Urator ora sgassa e sgomma nell’altra dimensione. Pist-On ha strappato una fascia e dovrà starsene tranquillo in caverna per almeno un mese.La figlia di Karb-Urator, Centr—A-Lin e il suo fidanzato, i-niet-or continueranno sulla strada tracciata, terminato il lutto.

Dopo una settimana di caccia, siamo tornati a serbatoi vuoti. In lontananza dall’alto del nostro rifugio, sotto una cengia rocciosa, abbiamo visto pian piano scomparire l’ultima mandria di oleotir. Presto sarà inverno. Come faremo? Raccogliamo strame  dei bovini che liberamente pascolano, dove ancora c’è erba, provando a fermentarla e distillarla per farne Nuova linfa per i nostri mezzi.

La fatica e’ tanta, i risultati pessimi.

(continua)

Superbonus e Superfakenews

Il Super Bonus: un costo che non c’è, una politica che non lo sa. Forse.

Il Ministro Giorgetti, a margine dell’approvazione del decreto legge sul blocco della cessione del credito del Superbonus, ha più volte affermato cose non vere.

Il ministro, a quanto riportano gli organi di stampa, ha affermato “politica scellerata usata anche in campagna elettorale e che ha prodotto beneficio per alcuni cittadini ma posto alla fine in carico a ciascun italiano 2mila euro a testa.” ribadendo che il costo della misura per lo Stato risulta essere di 110 miliardi.

Che non siano vere, è un fatto, non opinabile.  Resta da decidere se l’abbia detto perché non consapevole di stare affermando una falsità o coscientemente. In entrambi i casi, si rivela completamente inadeguato alla posizione che ricopre o perché non in grado di affrontare in termini elementari un tema di tale rilevanza, visto che coinvolge decine di migliaia di imprese e centinaia di miglia di incolpevoli cittadini e lavoratori o perché pronto a distorcere la realtà a favore di un disegno politico che ignora l’interesse del paese, delle imprese, dei lavoratori, dei cittadini.

Sono seguiti alcuni giorni di polemiche, con il consueto batti&ribatti tra governo ed opposizione che sembra fatto apposta per confondere i cittadini.

Ieri, finalmente rimessasi dall’influenza, la Presidente del Consiglio ha fatto affermazioni, se possibile, ancora meno veritiere.

E’ il Capo del Governo, che parla, sia pure informalmente, a tutti noi. Quel che dice, va preso sul serio.

Purtroppo, aggiungo.

Sempre a quanto riportano gli organi di stampa ed a quanto riscontrabile in un suo video  ha messo insieme un concentrato di fake news.

Che qui andiamo a smentire, nitidamente, pezzo pezzo, virgolettato per virgolettato.

  1. “il superbonus è costato circa 2mila euro( a cittadino) …circa 105 miliardi“. L’aveva detto Giorgetti, L’ha ribadito anche la Presidente del Consiglio.

FAKE NEW

In Italia siamo 60 milioni di cittadini ( e spiccioli).

 Il superbonus, finora ( dati ufficiali ENEA) ha generato: 12, 3 miliardi di detrazioni nel 2021 e 51,3 miliardi nel 2022. SONO 63 MILIARDI e spiccioli. Si raggiunge la cifra di 110 miliardi solo sommando il bonus facciate ( 20 miliardi) e tutti gli altri bonus, sismico, ecobonus ordinario, etc che valgono circa 30 miliardi.
In realtà dei 60 miliardi di euro di teorici costi per le casse dello Stato, la metà, sotto forma di Iva, Irpeg, irpef, contributi previdenziali etc etc, vengono ripresi nello stesso anno di imposta, quindi immediatamente.

Per intanto i 60 miliardi diventano poco più della meta, spalmati su almeno quattro anni, meno di 8 miliardi di euro l’anno. Tutto questo senza contare gli effetti moltiplicatori del reddito e del pil generati dal superbonus, tanto maggiori quanto maggiore è la circolazione del credito fiscale. Di seguito una quadro elaborato da ANCE

  •  2) “moltissime truffe, circa 9 miliardi di euro di truffe ” QUASI fake new. Le truffe ci sono state. Per miliardi, a Giugno erano già 5 miliardi accertati,  ma riguardano nella quasi totalità il bonus facciate ( 51% del totale a febbraio 2022) l’ecobonus ordinario ( 37)% e solo marginalmente ( rispettivamente l’ 1% ed il 9%) il superbonus ed il sismabonus.

Per un motivo molto semplice: le certificazioni ed asseverazioni obbligatorie, praticamente da subito, per questo genere di bonus, mentre non erano necessarie per i bonus facciate ed eco. Sintesi: vi sono truffe nel settore dei bonus edilizi ma non riguardano, nella stragrande maggioranza il superbonus e sono comunque riferibili ai primi, confusi, passi della misura.

  • 3) “se lasciassimo il superbonus così com’è non avremmo i soldi per fare la finanziaria” SUPERFAKENEW: i crediti fiscali, quando come e SE esigibili, sono esigibili da chi si presenta all’incasso, presso lo stato, in un periodo variabile tra quattro e dieci anni. A seconda del tipo di bonus e di quando è stato accreditato. Prendiamo l’ipotesi più restrittiva e semplifichiamo al massimo:  Considerando solo il superbonus, i 60 miliardi di euro di superbonus genereranno ( ammesso che siano tutti esigibili!!) 15 miliardi di euro l’anno di crediti fiscali che per lo Stato si tradurranno in minori introiti. 
    A fronte di questi miliardi di euro di minori introiti, abbiamo visto, si generano MAGGIORI introiti, dovuti ad iva, imposte, tasse, contributi etc etc, per oltre 28 miliardi. I conti, nel 2021 e 2022 si sono chiusi IN ATTIVO, sul fronte Bonus, generando maggiori introiti e non minori! Da notare che la recentissima direttiva europea sulle modalità con cui si deve calcolare il bilancio dello Stato lascia libera scelta ai paesi di calcolare i crediti fiscali come minori entrate, anno per anno e non come maggior debito, tutto insieme. Ovvero, per la CE è ok calcolare il credito derivante dal superbonus nel modo indicato. A tutti gli effetti, non solo i soldi per fare la finanziaria non possono mancare a causa del superbonus ma anzi il superbonus , almeno finché è durata la cessione del credito ha contribuito a migliorare il bilancio dello Stato, anche senza contare gli effetti, imponenti sull’economia ( si stima che da un terzo alla metà della crescita economica del 2021 e 2022 sia stata generata dalle varie misure di bonus ) .
    Avere bloccato la cessione del credito nel 2023 PEGGIORA i conti dello Stato, dato che rende immediata e più rapida e certa la presentazione “all’incasso” dei crediti. Al contrario di quel che sarebbe successo se i crediti fiscali avessero potuto circolare liberamente.
  • 4)«cercare soluzioni per evitare il tracollo di migliaia di aziende. Abbiamo fatto un altro decreto che impedisce l’acquisto di crediti da parte delle pubbliche amministrazioni, perché quella specie di moneta parallela rischiava di impattare sui bilanci degli enti locali . Poi abbiamo detto che in futuro non sarà più possibile cedere quei crediti, perché è uno dei modi più efficaci per aiutare gli “esodati del 110”, cioè chi è rimasto con i crediti in mano» Doppia SUPERFAKENEW con avvitamento e non sequitur.
  • Per intanto: è VERO: acquisire da parte delle Pubbliche amministrazioni locali i crediti incagliati dalle piccole e medie imprese rimaste con il cerino in mano impattava sui bilanci di dette PPAA.

In senso POSITIVO.

Per motivi ovvi: come il credito di imposta era ceduto alle banche per una percentuale del suo valore di facciata, così permettendo margini interessanti alle banche, così sarebbe stato ( ed è!!!, per chi si è mosso velocemente) anche per le PPAA. I sessanta miliardi di superbonus sarebbero  diventati circa sei o più miliardi di euro di UTILI per i bilanci degli enti locali, che avrebbero potuto spendere questi soldi per Ospedali, scuole ed in generale servizi al cittadino ed investimenti connessi.

Tont new: un minimo di attenzione a quel che si dice, da parte di chi ci rappresenta non guasterebbe.

Certo, potrebbe darsi che si sapesse quel che si stava dicendo. E questo sarebbe ancora più grave.

Veniamo alla povere piccole e medie imprese del settore edile rimaste con miliardi di crediti non esigibili. Stiamo parlando di decine di migliaia di imprese e centinaia di migliaia di lavoratori e famiglie.  Ben di rado è successo che una singola misura presa in un Decreto Legge, quindi senza passare dal parlamento, provvisoria, potesse danneggiare cosi tante persone, imprese ed economie locali.

L’affermazione “ in futuro non sarà più possibile cedere quei crediti, perché è uno dei modi più efficaci per aiutare gli “esodati del 110”, cioè chi è rimasto con i crediti in mano”.

E’ un tragico “Non sequitur”,  ovvero che dalla premessa NON segue la conclusione.

Più o meno come dire che, per proteggere qualcuno dalle violenze, lo percuoto con un nodoso randello. Considerando che si gioca con la vita delle persone ed il futuro del paese e dell’economia, si può serenamente dire che è vergognoso farlo con tanta leggerezza ed approssimazione.

Si potrebbe continuare ma ve la risparmiamo.

Resta da chiedersi: che senso ha in termini politici questa manovra? In termini di bilancio dello Stato, abbiamo sommariamente visto ne ha ben poco. In termini politici è suicidale:Mettere sul lastrico migliaia di imprese incolpevoli e centinaia di migliaia di lavoratori ( gli esodati del superbonus) non sembra esattamente una idea politicamente geniale.

Sembra evidente quindi che la decisione è stata presa con l’intento preciso di bloccare la misura, per motivi che non pertengono al bilancio dello Stato ne, in termni immediati, alla politica. Quindi è proprio il concetto di credito fiscale, ovvero moneta fiscale quello che si è inteso colpire.
Anche a costo di generare un danno immediato e duraturo per il paese. Anche a costo di dimenticarsi che la Direttiva Comunitiaria EPBD, appena firmata a Bruxelles, che, nota bene, ha preso le mosse proprio dal superbonus italiano, ci imporrebbe non solo di istituzionalizzare i bonus edilizi, per almeno un decennio, ma di triplicare la velocità di ristrutturazione attuale che è già circa il triplo di quella precedente al superbonus, che si “ muoveva” al ritmo di un 1% di edifici ristrutturati ogni anno. Quel che avremmo fatto in cento anni dovremo farlo in dieci.

Sembra assolutamente evidente che  non solo i bonus edilizi devono restare ma devono essere pensati in maniera da risultare ancora più attrattivi per tutti, anche coloro che non si possono permettere le ristrutturazioni.

Altrimenti pagheremo penali miliardarie, saremo meno competitivi rispetto ai nostri vicini, il mercato immobiliare collasserà e con esso probabilmente il settore delle costruzioni…uno scenario da incubo, se mai ve ne fu uno.

La morte torna di moda.

Funny death quotes: humorous business card for "Fundertakings, putting the Fun in Funerals."

La morte non va mai molto di moda.
Ma si porta su tutto e sopratutto su tutti.
Esiste un sito, funerali.org, che almeno, apotropaicamente, la tratta come un normalissimo settore merceologico.

Pere che gli affari, in Europa, vadano MOLTO bene.

Da questo vivificante sito sono passato a quello delle statistiche europee relative.
Sintesi fattuale: e’ in corso un’anomalia di mortalità paragonabile a quella dovuta al covid.


L’anomalia e’ presente in tutte le classi d’età ma è più visibile nelle classi d’età più giovani.

In questa callsi di età fino a 44 anni questa è l’UNICA seria, anomalia neil tasso di mortalità degli ultimi cinque anni. Questo perché queste classi d’età NON erano state significativamente toccate dal Covid, come e’ noto.
Per quelli con più di 40 anni, l’impatto sembra paragonabile ai momenti peggiori delle varie ondate di Covid.
Naturalmente la spiegazione ufficiale, peraltro riscontrabile a stento, e’ che si tratta di influenza, particolarmente insidiosa.
Fosse vero, non spiegherebbe l’aumento di mortalità nelle classi più giovani.
Fosse il covid, sarebbe un aumento di mortalità, su tutte le classi, paragonabile a quello causato nei momenti peggiori. Sarebbe la prima volta che il covid colpisce serimaente anche i giovani.

E’ un nuovo morbo ancora non dichiarato? Una variante del Covid aggressiva? Un effetto dei vaccini? Quest’ultimo argomento, ovviamente, appena affrontato fa alzare scudi e spadoni medioevali a si-vax/no-vax schierati in ordine di battaglia. Me me chiamo fuori. Una cosa che farei notare è però la presente: la mortalità è aumentata ai livelli massimi dei picchi epidemici ma le terapie intensive e le corsie degli ospedali sono attualmente non particolarmente affollate. Qualunque sia il motivo, quindi, sembra portare a una morte rapida, poco o per niente ” ospedalizzata”.

Sia quel che sia, sembra opportuno saperlo, sembrerebbe opportuno farsi qualche domanda, che dite?

Qui i dati originali.
https://www.euromomo.eu/graphs-and-maps/

Perinde ac cadaver

Costa concordia naufragata Aprile 2012
La Costa Concordia, Aprile 2012

Perinde ac cadaver
Quante volte avete letto questa locuzione? Di solito si interpreta: fino alla morte. Obbedienza fino all’ultimo.

In realtà, Ignazio di Loyola intendeva: obbedienza cieca, assoluta, come un corpo morto:

”Persuasi come siamo che chiunque vive sotto l’obbedienza si deve lasciar portare e reggere dalla Provvidenza, per mezzo del superiore, come se fosse un corpo morto (“perinde ac cadaver”), che si fa portare dovunque e trattare come più piace”.

Bene: Questa locuzione rispecchia perfettamente la decisione della BCE di rialzare i tassi, per combattere l’inflazione.

Ecco un lancio di agenzia, fra i tanti: https://www.ansa.it/amp/sito/notizie/economia/aziende/2023/01/19/lagarde-il-2023-sara-migliore-ma-la-bce-non-abbassera-i-tassi_08f858b0-437e-4711-a94e-2b427cbfe501.html

Rialzare i tassi significa, prima di tutto, un buon affare per le banche, che si vedono ormai raddoppiati gli interessi sui mutui.

In generale, per i grandi capitali. L’inflazione diminuisce il valore del denaro.
Erode i grandi capitali.

Ovviamente la presidente ( p minuscola non casuale) della BCE, con aria addolorata, spiega come l’inflazione eroda i risparmi della gggente, i sudati soldini che tanto hanno faticato ad accumulare.
Peccato che rialzando i tassi si rallenti l’economia fino a portarla alla recessione. Il costo del denaro, gli interessi sul mutuo che le famiglie pagano, sono già raddoppiati.

un’economia che si ferma e’ un’economia che lascia le persone senza lavoro e quindi, molto rapidamente, senza risparmi.

Questo, in termini generali. Nel caso specifico le cose vanno pure peggio: buona parte dell’inflazione ha origini esogene: NON è dovuta al surriscaldamento dell’economia ( anzi!!) ma all’aumento dei costi delle materie prime, petrolio e gas in primis. La domanda di questi beni e’ rigida: per ottenere piccole oscillazioni nella domanda si devono avere oscillazioni molto più grandi nell’economia. Per raffreddare i prezzi ALMENO del 10% (l’inflazione in Europa sta da quelle parti) bisogna raffreddare la domanda almeno di qualche percento. Ve lo devo dire? Un aumento di dieci volte dei prezzi del gas ha fatto calare la domanda di qualche punto percentuale. Forse del dieci per cento. Ed ha azzerato la crescita. Peraltro, i prezzi restano alti e risaliranno quando, ad Aprile, si aprirà la corsa a riempire gli stoccaggi vuoti.

In sostanza, l’inflazione, che dipende dai prezzi delle materie prime, origine esogena, non scenderà fino a che i prezzi non scenderanno. Non basterà una tregua o la fine della guerra in Ucraina, ovviamente.
Credete che ricominceremo a fare affari con la Gazprom come niente fosse successo?

per costruire un’alternativa ci vorranno soldi e tempo. Molti soldi, molto tempo.

Nel frattempo i prezzi delle materie prime resteranno alti, al massimo di quello che l’economia mondiale può permettersi senza collassare.
In questo contesto, la politica della BCE avvicina il collasso. Aumenta le probabilità di un Minsky point, di un cigno grigio o nero, etc etc. Frenare l’economia nel momento in cui già zoppica può portare all’esplosione dei protesti e quindi del sistema bancario.

Per difendere il denaro, loro unico Dio anzi: dio, rischiano di ucciderlo.

il denaro e’ fiducia nell’utilita’ differita nel futuro rappresentata, giustappunto, dal denaro stesso.
Nel momento in cui il futuro si chiude, gli scenari sono di peggioramento, il valore del denaro si riduce. Di fatto, cercando di difendere i grandi capitali dall’inflazione, rischiano di fare collassare il sistema.

E quindi farli direttamente scomparire, i grandi capitali.

Ma allora, perché lo fanno? Sono stupidi?

Ciascuno si dia la risposta che può.

ecco la mia: Perché hanno giurato fedeltà circa ed assoluta al loro dio. Obbediscono senza alcuna considerazione personale. Come corpi morti portati di qua e di la.

Perinde ac cadaver, giustappunto.

Una Storia da pipistrelli



Racconto originale, di prima mattina.

Ero un pipistrello felice.
Con migliaia di miei simili vivevo in una bella e comoda caverna, in oriente.
Un giorno sono arrivati degli esserini, brutti, gnudi, sudici e rumorosi, che hanno cacciato gli orsi con cui condividevamo da millenni la nostra dimora.
Essendo ignudi, erano malaticci.

Tentavano di scaldarsi con grandi fuochi, che hanno fatto ammalare e poi hanno scacciato tanti miei simili. Ma si ammalavano lo stesso anche loro, perché anche a loro respirare tutta quella fuliggine non faceva bene.

Un giorno, una folata di vento ha spinto il fumo nell’angolo di caverna dove stavo io.
Soffocato, stordito, mi sono alzato in volo, ma, accecato, ho sbattuto contro una stalattite e sono caduto.

Mi ha raccolto un giovane uomo, si chiamano così, quegli esseri ignudi, mi ha guardato, con gli occhi arrossati, con il naso gocciolante, con un colorito paonazzo, che denotava come fosse ammalato e forse per quello ridotto al poco gratificante compito di sterminare la mia inerme specie e non qualche fiero predatore primario o qualche erbivoro apicale.

Poi, mentre aspettavo la mia inesorabile e dolorosa dipartita, infilzato in uno spiedo come alcuni miei compagni che già avevano subito la stessa fine, un attacco convulso di tosse l’ha colpito.

Sono stato accolto da una nuvola di goccioline di secrezioni dell’orrido troll, e lasciato cadere.

Mentre l’energumeno si dava grandi colpi sul torace e sbatteva le zampe anteriori qua e là, barcollando sono risalito su una parete ed ho spiccato il volo, libero.

Sono passati tre giorni ed ho un malessere mortale. Il mio respiro e’ affannnoso, la febbre mi assale. Si avvicina l’inverno, sento che non rivedrò le belle notti d’estate.

Nel dormire accanto ai miei cari, ai miei simili, stretti stretti, per difendersi dall’umidità e dal freddo notturno, nei pochi angoli di caverna dove non arriva il fetore di quelle laide bestie, ho trasmesso, senza volere, il mio morbo ad altri. Così che ora siamo in tanti, ammalati e forse, entro breve, lo saremo tutti.

I più forti e fortunati vedranno ancora la pallida selene illuminare con la sua inconsapevole luce le fervidi notti estive.

Noi, che ce ne andiamo, possiamo solo lasciare un testamento morale: evitate l’uomo, se potete. Rendetegli la pariglia, quando sarà il momento.

Sono un pipistrello, amo la notte.
Pure, ora che si avvicina quella finale, tra un brivido ed un colpo di tosse, agogno di vedere il sole.
Forse sbagliammo a rifugiarci nelle caverne.
Forse sbagliammo a non affrontare ogni giorno, coraggiosamente, la sfida della vita, come i nostri cugini di terra, nutrendo beffardamente i nostri predatori, nella consapevolezza che il numero e’ forza e la furbizia vince sia il numero che la forza.

Compatisco infine, quelli esseri ignudi, che non accontentandosi di sterminare il resto del creato con le loro ridicole ma tragicamente efficaci armi, ora cercano anche di ammorbarlo, con le malattie che la loro condotta sconsiderata, allontanatisi dai loro territori, provoca e provocherà.

Arriverci, Gaia.
Ci vediamo, uomo.

Firenze: vietato vietare!!

Tra lucernari, condizionatori, parabole antenne, riuscite a vedere l’impianto fotovoltaico?

Il Comune di firenze, da alcuni mesi, si è impegnato a rimuovere i numerosissimi limiti all’installazione del fotovoltaico nel territorio comunale, così numerosi da rendere praticamente impossibile, tra vincoli e prescrizioni, installare anche semplici impianti domestici, salvo che in poche zone periferiche e/o degradate.

Una lodevole iniziativa, che arriva dopo anni di tira e molla, che indubbiamente permetterà a tanti concittadini volenterosi di alleggerire le proprie bollette ed anche il proprio impatto sul pianeta.

Il documento centrale, nell’ambito di questa iniziativa, è la “Variante alle Norme Tecniche di Attuazione del Piano Strutturale e del Regolamento Urbanistico inerente l’installazione di impianti fotovoltaici e solari termici”

Peccato che la bozza, in visione presso il sito del Comune a questo indirizzo riporti, per il centro Storico di Firenze, la cosidetta “zona Unesco”, la seguente proposta di modifica dell’art 65 del Regolamento Urbanistico:

“Art. 65 | ambito del nucleo storico
Divieto assoluto di installazione degli impianti sia sulle coperture che a
terra”
.

che costituisce, paradossalmente, un deciso passo indietro rispetto al previgente impianto normativo.

A mero titolo di esempio si osservi infatti il seguente articolo 11 delle Norme tecniche di attuazione de regolamento strtturale vigente e la proposta di modifica, in rosso dalla quale scaturisce quanto appena riportato:

Art. 11

  • Invarianti
    11.1. […]
    11.2. […] Nelle aree comprese nelle invarianti interessate da provvedimenti di tutela paesaggistica, coerentemente con quanto previsto dal PIT con valore paesaggistico, il Regolamento Urbanistico dovrà garantire che: – sugli edifici esistenti con caratteristiche tipologiche legate alla tradizione dei luoghi non sia consentita l’installazione di pannelli fotovoltaici, pannelli solari, elementi accessori di impianti di varia natura, ad eccezione di quelli caratterizzati da accorgimenti progettuali per una installazione mitigata e/o con schermature e non siano ammesse aperture sotto forma di terrazze a tasca e lucernari sulle falde di copertura sui fronti principali, mentre possono essere eventualmente ammesse su quelli tergali e secondari;
  • nelle aree aperte non dovrà essere consentita l’installazione degli impianti per pannelli fotovoltaici e solari e di impianti eolici, ad eccezione degli impianti eolici di altezza al rotore inferiore a 22 metri, per i quali deve essere comunque effettuata specifica valutazione di inserimento paesaggistico.
    In materia di installazione di impianti per la produzione di energia da pannelli fotovoltaici e solari, nel rispetto delle previsioni del PIT con valore paesaggistico e del Piano Ambientale ed Energetico Regionale (PAER), il Regolamento Urbanistico dovrà garantire che: – nelle aree interessate da provvedimenti di tutela paesaggistica l’installazione
    degli impianti sia progettata in relazione alle caratteristiche dell’immobile e alle visuali intercettate; non preveda il mero appoggio di elementi sulla copertura, a favore di una confacente integrazione, impiegando adeguate soluzioni tecnologiche, geometriche, cromatiche e di messa in opera, affinché non siano visibili gli elementi di bordo e di supporto. I serbatoi o altri elementi accessori andranno posti all’interno dei volumi costruiti; – sia consentita l’installazione di impianti a terra con le modalità e nei limiti previsti dalla normativa vigente in materia, privilegiando l’utilizzo di superfici antropizzate, degradate o comunque non idonee ad altri usi, fatta eccezione per le zone omogenee A, il sub
    -sistema dei fiumi Arno, Greve e del torrente Ema e il sub
    -sistema del bosco; – non sia consentita l’installazione di pannelli fotovoltaici o solari all’interno dell’Ambito del nucleo storico (zona A).
  • Intendiamoci: il Regolamento urbanistico al’articolo 65, vietava comunque il fotovoltaico sui tetti del centro storico, ma almeno tale divieto on era dichiarato subito, di principio ma solo come norma applicativa di dettaglio.

Si dirà che nel centro storico si deve privilegiar eil mantenimento della storicità degli edifici, la visione dei tetti antichi dall’alto dei monumenti etc etc… Peccato che non vi siano analoghi divieti assoluti o particolari stigmi per l’installazione di parabole, antenne, sistemi di raffreddamento dei condizionatori, cappe di aspirazione dei ristoranti, per non parlare di lucernari, terrazze a tasca, solo recentemente normati in senso restrittivo…questi non sono maledettamente impattanti, ben più di qualche pannellino complanare, visto che sporgono dal profilo del tetto, senza apportare alcun beneficio alla comunità ed al pianeta?

Più delle parole basterà una foto, quella in testa a questo articolo.

Vedete da soli la selva di elementi incongrui e l’impatto visivo di un impianto casalingo minimale ( tre pannelli)

Ma il punto è più profondo: nessuno mette in dubbio il buon diritto all’informazione televisva e la relativa antenna: si tratta di un apparato tecnologico non bello ma ormai accettato, perchè parte della vita di tutti i giorni. Nessuno mette in dubbio la necessità di rispettare le norme igieniche e di sicurezza minime di lavoro nella cucina di un ristorante e quindi nemmeno le necessarie ( e brutte e visibili) cappe aspiranti e relativi camini in acciaio inox. Nessuno mette in dubbio l’utilità di aumentare areazione e salubrita nei locali abitabili sottotetto in edifici antichi… Nessuno mette il dubbio il diritto di mitigare l’afa cittadina con l’installazione di un impianto di condizionamento…si potrebbe continuare, ma ci siamo capiti.

Allora perchè si deve vietare, al contrario delle norme previgenti, IN ASSOLUTO l’installazione di impianti fotvoltaici? E’ tempo di superare questo blocco psicologico e quanto mai fallace nei confronti di qualcosa di così poco invasivo e cosi utile per l’ambiente: ogni singolo pannello alleggerisce i conti di una famiglia di qualche centinaio di euro all’anno, ai prezzi attuali : Non solo: fa risparmiare emissioni equivalenti ad un barile di petrolio all’anno. Ogni singolo pannello!!

Un pannello come questo evita emissioni equivalenti a 160 litri di petrolio OGNI ANNO. Per almeno 25 anni.
Fusto da 30 a 225 L con 2 tappi da 2 e 3/4 - Interno grezzo
Anche chi abita in centro vuole dare il suo contributo a ridurre la nostra dipendenza da questo.

Ma vi è di più: La norma in questione, il divieto assoluto di installazione in Centro, ove fosse approvata, sarebbe FUORILEGGE!!!

Perchè andrebbe contro le prescrizioni contenute nel comma 1 dell’articolo 9 della recentissima legge 34/2022 potete verificare da soli a questo link ma agevolo qui sotto un passaggio:

In presenza dei vincoli di cui al primo periodo,  la
realizzazione degli interventi  ivi  indicati  e'  consentita  previo rilascio dell'autorizzazione da parte dell'amministrazione competente ai sensi del citato codice di cui al decreto legislativo  n.  42  del 2004. Le  disposizioni  del  primo  periodo ( edilizia libera, nessuna necessità di autorizzazioni, nda)  si  applicano  anche  in presenza di vincoli ai sensi dell'articolo 136, comma 1, lettera  c), del medesimo codice di cui al decreto legislativo n. 42 del 2004,  ai soli fini dell'installazione di pannelli  integrati  nelle  coperture
non visibili dagli spazi  pubblici  esterni  e  dai  punti  di  vista panoramici, eccettuate le coperture i cui manti siano  realizzati  in materiali della tradizione locale ».

Riconosco che è un poco criptico ma, in sostanza, si può riassumere così: L’installazione di pannelli fotovoltaici è edilizia libera e non richiede alcun tipo di autorizzazione anche nei centri storici e nelle aree in generale denominate di tipo A ed anche nelle zone espressamente sottoposte a vincolo paesaggistico, purche i pannelli siano integrati nelle coperture. Anche laddove queste siano in materiali tradizionali, l’installazione è consentita ma in tal caso ci vorrà l’autorizzazione paesaggistica, come ulteriore prescrizione.

Non è prevista alcuna possibilità per le amministrazioni locali di definire norme più rigide ed in tal senso si sono già espressi, numerose volte i TAR di moltissime regioni e, un paio di volte, anche la corte costituzionale.

QUINDI, a modesto giudizio dello scrivente: la modifica prevista al regolamento Comunale di Firenze nasce illegale e va immediatamente modificata.

Provvediamo?

PS: Il giudizio su quel che si può o non si può fare, giova ricordare, non è solo mio: a mero titolo di esempio, citerò questo sito essendo un punto di riferimento per professionisti.