Niente basta, a colui a cui non basta quel che è sufficiente/8

Vallombrosa, l’albero più alto d’Italia, un Abete di Douglas, 65 metri, 110 anni.

Sarebbe possibile produrre metano a partire dall’energia fotovoltaica che costi uguale a quello in arrivo dalla Russia?

La risposta migliore è: dipende.

Se guardiamo la cosa dal punto di vista di uno di noi, che paghiamo il metano circa 70-80 centesimi al metro cubo, compreso imposte iva e balzelli vari, 700-800 euro per mille metri cubi, ovviamente si. 

Il kWh fotovoltaico costa, abbiamo visto, per impianti di media  dimensione, anche in italia, intorno a 5 centesimi a kWh prodotto e continua a calare.

In un metro cubo di metano ci sono 10 KWh di energia ( circa).

Tenendo conto dell’efficienza di produzione con la reazione Sabatier, il costo dell’energia per la produzione di un metro cubo di metano a partire da acqua e CO2 sarebbe di circa 75 centesimi. 

Il costo dell’energia elettrica prodotta da questo metano sarebbe di circa 18 centesimi al kWh.

10 centesimi al kWh di più delle fonti fossili.

Questo articolo, che invece del metano cita un impianto pilota che produce combustibili liquidi a partire da elettricità, parla di circa 1 dollaro al litro, come costo complessivo del costo energetico ed impiantistico.

Tenendo conto del maggiore contenuto energetico di un metro cubo di metano rispetto ad un litro di carburante, il calcolo sembra confermato.

Basterebbe non caricare le accise sul metano prodotto a partire da fonti rinnovabili, sull’energia prodotta a partire da metano prodotto da fonti rinnovabili innovative, arrivare ad un incentivazione complessiva di circa 25 centesimi a kWh, se si produce metano a partire da fonti elettriche rinnovabili,  e la cosa potrebbe stare in piedi.

Un buon esempio può essere un confronto con la situazione attuale del fotovoltaico e relativi incentivi: il decreto fer 1, come riporta questo articolo premia fino a 105 euro/MWh alcune tipologie di fotovoltaico, con caratteristiche di particolare utilità ( sostituzione coperture di amianto, supporto alla ricarica di veicoli elettrici etc).

L’introito totale, tenendo conto della vendita dell’energia elettrica prodotta, è mediamente di circa 150 euro/MWh. 

Come abbiamo visto questa cifra rende ampiamente remunerativo un impianto fotovoltaico, dati i costi di realizzazione attuali.

Sempre come abbiamo visto, per fare un metro cubo di metano a partire da Acqua e CO2 ci vogliono circa 16 kWh. che un impianto fotovoltaico venderebbe a circa 70-80 centesimi, oltre ad incassare dal GSE i corrispondenti incentivi, per circa 1.68 euro.

Si deve rendere conveniente questa scelta, tenuto conto delle varie complessità, rispetto all’alternativa di vendere sul mercato l’energia prodotta, quindi il metro cubo di metano prodotto da fonti rinnovabili deve essere incentivato. E si deve incentivare chi lo sceglie al posto di quello da fonti fossili. 

Poiché si deve considerare la complessità del sistema di produzione, si dovrebbe pensare ad un incentivo sostanziale per quanto riguarda la produzione, ad esempio 25 centesimi al kWh ( simile agli incentivi del quarto conto energia e molto simile agli incentivi dei prosumer che sostituiscono le coperture in amianto e consumano almeno il 40% dell’energia prodotta) se questi sono utilizzati per produrre metano o idrogeno. In questo modo l’alternativa, considerando i 16 kWh elettrici prodotti da fotovoltaico, sarebbe tra 1.68+0.80=2.48 euro se si immette direttamente l’energia in rete e 4.0 euro se si produce 1 metro cubo di metano. 

Questo potrebbe essere venduto a prezzi di mercato ai grandi distributori o consumatori, intorno ai 15/20 centesimi al metro cubo, oppure, ancora meglio stoccato ed utilizzato  in situ per produrre energia durante le ore di punta serali. quando il costo al kWh può salire verso i 15 o più centesimi kWh. Le centrali di piccole dimensioni, rapide ad intervenire, hanno ulteriori complicate premialità che potrebbero permettere una notevole redditività di sistema di stoccaggio e produzione sul posto.

Il totale degli introiti starebbe tra 4.15 e 4.70 euro, per 16 kWh. Ovvero dal 60% al 90% in più di quanto ricavabile da un impianto fotovoltaico in sostituzione di un tetto in amianto.

Gli incentivi dedicati ai prosumer, dato l’interesse di utilizzare in loco il metano prodotto, così riducendo le dispersioni in atmosfera durante il tragitto fino al consumatore, dovrebbero essere mantenute. In caso quindi di un impianto completo, fotovoltaico, impianto di idrolisi, ciclo di sabatier, microturbina a gas o cella combustibile,il produttore a fronte di una notevole complessità impiantistica, si vedrebbe incentivato ancora di più con ulteriori 10 centesimi a kWh, questa volta sulla produzione finale immessa in rete. Quindi circa altri 40 centesimi, considerando il solito metro cubo di metano.

Il nuovo conteggio sarebbe quindi il seguente: 4+0.60 ( ricavi da energia serale immessa in rete)+0.40= 5 euro. Quasi il doppio di un semplice fotovoltaico in sostituzione di un tetto in amianto. Tale enorme incentivazione servirebbe, ovviamente, solo per i primissimi impianti pilota e poi dovrebbe andare a calare. 

Eguagliando l’incentivazione al kWh a quella della sostituzione dei tetti, i ricavi, in caso di ciclo “chiuso” sole-energia elettrica-metano-energia elettrica ore giorni o mesi dopo, resterebbero comunque notevolmente alti, semplicemente tenendo conto delle leggi di mercato e degli incentivi per l’auto consumo: 2,68 euro contro 2.48 per i tetti fotovoltaici incentivati attuali.

In alternativa, se fossero abolite accise, iva ed altre imposte sul metano da CO2, il costo al consumatore finale diventerebbe competitivo ( attualmente il costo all’utente finale complessivo di imposte ed altri aggravi oscilla intorno ai 70 centesimi MC consumato) e quindi il distributore che distribuisce QUESTO metano, certificatamente, potrebbe avere margini importanti di redditività con analoghi vantaggi commerciali lato produttore.

Prima che qualcuno cominci a storcere il naso sui costi che traspariscono vorrei ricordare una cosa.

Ancora una volta: concediamo MILIARDI a molte nostre imprese per ricercare il metano in zone remote, per costose e rischiose joint venture per la realizzazione di metanodotti che, attraversano zone come minimo irrequiete, disperdendo, nelle migliaia di km di condotte, valvole, pompe etc, metano, un gas serra potente, in atmosfera. Tutto questo ad un costo per il sistema paese immenso.

 Paghiamo una bolletta energetica di decine di miliardi ogni anno.

E’ tempo di cominciare ad orientare queste aziende verso pratiche più rispettose, dell’ambiente, del paese, del futuro. Questa è una delle proposte possibili di cui, per lo meno, sarebbero da approfondire problematiche e costi e benefici ( quasi certamente di gran lunga maggiori).

Ci vanno studi, progetti, ricerche, tutte cose che fanno muovere le imprese e le teste, senza contare le competenze, oltretutto anche e soprattutto quelle del petrolchimico, che rischierebbero di restare disoccupate, in un futuro verde. Approfonditi temi e prospettive, costi e problematiche, tutti aspetti superabili ed, anzi, NECESSARIAMENTE, superabili,i primi impianti pilota potrebbero sorgere rapidamente.

Uno, come riportato anche nei link qui sotto, esiste già in località Troia, vicino a Foggia e sta dando i primi risultati, interessantissimi.

Qui un link ai numerosi risultati conseguiti.

Nel giro dei 20-30 anni previsti, il nostro paese potrebbe completare davvero la transizione verso le rinnovabili e, in un momento in cui probabilmente, la bolletta energetica sarebbe esplosa ovunque, senza contare i disastri ambientali, sarebbe, per la prima volta autonomo ed energeticamente indipendente.

Naturalmente il metano rilasciato non combusto in atmosfera, di qualunque origine sia, è un gas serra molto più potente ( da 25 ad 80 volte a seconda delle stime) della CO2. QUINDI le emissioni di metano possono e devono essere ridotte e questo è possibile, immediatamente.  Cifrare questo documento.

Di seguito i riferimenti per approfondire quanto qui riportato in estrema sintesi:

Uno studio sul passaggio elettricità- metano-elettricità

https://learn.openenergymonitor.org/sustainable-energy/energy/sabatier-process

Un esempio italiano recentissimo

https://www.storeandgo.info/demonstration-sites/italy

Uno studio recente per la produzione di metano a partire da energia elettrica, con idrolisi e reazione  Sabatier:

http://www.sgc.se/ckfinder/userfiles/files/SGC284_eng.pdf

Gli stoccaggi sotterranei italiani della Stogit

https://it.m.wikipedia.org/wiki/STOGIT

celle a combustibile a metano

https://www.sciencedaily.com/releases/2018/10/181029130939.htm

https://pubs.rsc.org/en/content/articlelanding/2017/ra/c7ra05245f#!divAbstract

(continua)

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