Dei migranti, delle sar e delle balle

 

La Lifeline. Immaginatevi 200 persone a bordo.

Quello dei migranti in arrivo sulle nostre coste , tra l’altro calati del 50% è un problema stagionale, o elettorale o, come in questi giorni, tutt’e due le cose. Ovvaimente NON è così, è un problema epocale che andrebbe affrontato con pari intensità per non farlo diventare anche esiziale, ma così lo riducono le cronache.

Come Lavandaie e gattini attaccati ai mammasantissimi di chiunque stia sulla tolda di comando, oggi ci occupiamo di una storia di attualità.

La nave Life Line, di proprietà della analoga ONG, battente bandiera olandese, ha recuperato un carico di migranti, è sovraccarica, vorrebbe portarli in Italia ma l’Italia, per bocca del suo ministro degli interni, la dirotta su Malta perché, a suo dire, i migranti sono stati raccolti nella zona SAR ( Search and rescue area) assegnata a Malta.

Malta dice che l’operazione di soccorso è stata effettuata FUORI dalla sua zona SAR, nella zona SAR della LIbia, normalmente sotto il coordinamento italiano e che quindi tocca all’Italia ed alla Libia decidere cosa fare.

Nell’indecisione, la nave, stracarica, rimane nel limbo Fortunatamente con mare non troppo agitato.

Intanto la cosa più importante: il porto vicino più sicuro sarebbe La Valletta, la gente a bordo della piccola e sovraccarica nave ha bisogno di aiuto, le leggi del mare impongono l’attracco al porto più vicino.

Chi rifiuta questo attracco sulla base di considerazioni amministrative commette un reato internazionale e come tale andrebbe perseguito. Ovviamente,  gli accordi amministrativi/operativi sono sempre di un grado inferiore, come influenza, delle normative internazionali per il rispetto dei diritti fondamentali delle persone, tra le quali rientra, evidentemente ( per ora?) la vita.

Come stanno e come sono andate le cose?

Intanto vediamo, visto che nessun telegiornale è buono a farcele vedere, queste SAR, queste aree di ricerca e soccorso, come sono organizzate.

Qui vedete, intanto,la SAR Maltese. Come vedete si estende anche ad acque che NON sarebbero logicamente sotto il controllo di Malta, addirittura al di la di Lampedusa, fino a quasi alle coste tunisine. Ai tempi  fu così stabilito su pressante richiesta di Malta stessa che ne faceva una questione di orgoglio e prestigio internazionale, senza contare, ovviamente, la possibilità di avanzare future richieste su arre di interesse e sfruttamento economico ancora contese con l’Italia( come si vede dalla mappa). Rendendosi conto di cosa questo comportava ( lo vediamo in questi giorni) e con l’occasione determinata dalle varie missioni internazionali, Malta rinunciò ad una parte della sua SAR che fu assegnata all’Italia. Qui vedete la situazione aggiornata.

In pratica L’Italia e le varie missioni internazionali si assegnarono varie zone di competenza, all’interno della sar maltese mentre veniva istituita, storia dell’anno scorso, anche una SAR libica, sotto controllo misto italiano e libico, nella quale operavano ( ed operano) sia missioni internazionali che ONG. SOTTO COORDINAMENTO ITALIANO.

Ok. QUINDI?

Dove sono stati raccolti i migranti della Lifetime?

E’ difficile dare una risposta a questa domanda, senza i dati che vengono forniti dalle autorità marittime, perche l’AIS della nave, il sistema obbligatorio di monitoraggio della posizione, è stato riacceso solo poche decine di minuti fa, verso le ore 10 UTC

posizione Lilfeline 09 utc 23 06 2018

Come si vede la nave procede lentamente, è al limite tra SAR italiane e SAR di Malta, come ridefinite a partire dal 2016, ma sta nella SAR Maltese.

Ma DOVE sono stati raccolti i migranti? Questo è il punto chiave ed è anche quello che fa la differenza tra un arbitrio ( o una balla, tout court) del nostro ministro degli interni ( no, il minuscolo non è un refuso) e una giusta rivendicazione di competenza.

Siccome l’AIS della Lifeline era spento, come facciamo a sapere dove era al momento del recupero?

CI aiutano Twitter e…un’altra nave.

Infatti la Lifeline ha raccolto i migranti da due gommoni,  in una prima fase presso la costa libica e poiINTERVENENDO IN AIUTO AD UN’ALTRA NAVE, una gigantesca portacontainer danese, la Alexander Marsk, che già si era fermata a prestare soccorso. Basterà quindi verificare dove fosse la Alexander Maersk.

Purtroppo per avere uno storico lungo più di due giorni dei movimenti di una nave bisogna..PAGARE. I dati disponibili gratuitamente sono invece limitati alle ultime 48 ore.

Ecco quindi la prima posizione disponibile della portacontainer: le 9 UTC  ( ora di Greenwich) del 22 Luglio 2018.

posizione alexander maersk ore 9 del 22 06 2018

Quando è avvenuto il salvataggio?

Alle 20.23 del 21, ora UTC ovvero alle 22.30 locali, Lifetime è sul posto ad aiutare la Alexander.

Lo dimostra un Twitter.

Non è comunicata la posizione ma sappiamo che circa dieci ore dopo la Portacontainer è in navigazione a sud di Malta.

Considerando la velocità di 13 nodi una partenza intorno a mezzanotte, terminato il recupero, considerando che la portacontainer proveniva dal porto di Misurata, non è difficile capire che il tutto si è svolto fuori dalla SAR Maltese e dentro la SAR Libica, fino a qui sempre controllata e coordinata dall’Italia.

Il giorno prima, il 20, l’ONG aveva recuperato altri migranti alla deriva. Alle 23 e 50, ovvero alle 01.50 del 21 Giugno, stava ancora recuperandone.

La mattina del 20 aveva effettuato un altro salvataggio.

Ma dove era in quei giorni la lifeline? L’AIS era spento!

Ci aiuta sempre twitter:

Lifeline posizione il 17 Giugno.

Life Line posizione il 17 giugno da: https://twitter.com/MV_LIFELINE

Lifeline posizione il 20 Giugno 2.53 del pomeriggio:

ricostruita  sulla base di questo Tweet

Come vedete, ci sono pochi dubbi: era in acque internazionali, vicino alle coste libiche e le operazioni SAR che la riguardano si sono svolte in quelle acque.

QuNDI:

  1. MALTA HA RAGIONE, la competenza delle operazioni di recupero , in questo caso, NON è Maltese.
  2. L’Italia ( o meglio: chi ci rappresenta) ha torto, perchè la SAR competente era quella libica, gestita FINO AD IERI dall’Italia che si prendeva, qualche volta, la responsabilità morale di rimandare i migranti nei campi da cui erano appena usciti, quindi sta all’Italia coordinarsi ed organizzare le operazioni.  L’aver ceduto il controllo ai libici significa che per i migranti si apriva la certezza di un ritorno sulle coste libiche. Così stando le cose e con la responsabilità delle persone a bordo, quelli della Lifeline hanno fatto rotta su Malta e non su un porto libico come richiesto dalla Libia e, indirettamente dall’Italia, per un motivo elementare: nei campi di raccolta ( ovvero di concentramento) libici. SI MUORE, si viene stuprati si viene venduti come schiavi. Un porto libico IN QUESTA SITUAZIONE non costituisce un porto sicuro. Ergo, con l’Italia intenzionata a tirare per le lunghe per motivi propagandistici, si sono diretti verso Malta. Nel momento in cui anche Malta si è irrigidita, si sono fermati, per poi, mentre scrivo, riprendere lentamente il percorso.

3) Malta ha torto, MARCIO, quando non fa entrare nel suo porto la nave. Perché ormai questa è vicino alle acque territoriali Maltesi ed ha bisogno di aiuto. Che DEVE essere accordato, come recitano le norme internazionali ed anche elementari principi di umanità.

4) HANNO TORTO TUTTI E SONO DEI DANNATI IPOCRITI

Se uno legge i tweet dell’organizzazione si vedrà che sono stati affiancati da una motovedetta libica che, dopo un controllo, si è allontanata, senza particolari contestazioni.

Poche ore dopo sono cominciate le segnalazioni di imbarcazioni abbandonate.

Non si dica che è un caso. La Libia lucra su queste cose e noi gli permettiamo di farlo, anzi la incentiviamo a farlo, visto che ora il coordinamento italiano ha cessato di esistere. Ovvero abbiamo appena rinunciato ad esercitare un minimo di controllo sui traffici in corso, che sono TUTTI i mano libica, come sappiamo bene.

NE ABBIAMO LA PIENA E TOTALE RESPONSABILITA’

D’ora in poi, GRAZIE ALL’IDEONA DI LASCIARGLI CAMPO LIBERO, i libici faranno i loro giochetti in libertà, ed in questo modo magari riusciranno davvero a scegliere chi fare passare in Italia e chi invece andare a riprendersi. Avevate paura degli islamici radicali? Degli spacciatori? Dei furfanti matricolati?Grazie alle decisioni di abdicare al controllo di quel pezzo di mare, l’Italia consentirà alla Libia di fare il bello e cattivo tempo, sopratutto cattivo, sulla pelle dei migranti.  Ed a ben vedere, sulla nostra.

Naturalmente, NON si parla della Libia, in questi giorni, Libia che pure gestisce, a questo punto al 100%, tutto il traffico di migranti. Si parla delle ONG con le loro carrette dei mani, appese a qualche migliaio di euro raccolti su internet, che si limitano ad evitare morti in mare.

E’ più colpevole chi salva persone in mare o chi le mette ( o le lascia mettere) sui gommoni e poi, con le potenti motovedette pagate da noi, o le lascia affogare o le riporta nei lager costruiti CON I NOSTRI SOLDI?

Si discute della moralità e degli interessi nascosti dietro ai finanziatori di queste carrette delle ONG. Si potrebbe per un attimo discutere dei finanziamenti, probabilmente centinaia di volte più grandi, che sono andati ai nostri dirimpettai libici, con il risultato di abbattere del 50% il nr di migranti in mare, ma anche di aver aumentato in egual misura il numero dei migranti internati in campi da cui si esce solo per ritornare in mare ( pagando una mazzetta) o per finire o schiavi o sottoterra?

Dal fondo di quale letamaio osiamo sollevarci per reclamare purezza di intenti e trasparenza nei fondi per le ONG che operano nei nostri mari?

Smetteranno presto di operare, tranquilli.

Ci sarà qualche migliaio di morti in più, in mare ed a terra e, alla fine, qualche campo di concentramento in più. Di cui porteremo i peso morale ed economico. I migranti continueranno ad aumentare ma noi non li vedremo. Qualcuno li seppellirà a pagamento per noi e noi seppelliremo questo come un male necessario.

L’outsourcing del gulag, l’ho chiamato tanti anni fa, questo obbrobrio. Credo proprio che continueremo. Perché ALLA FINE, è un buon affare, tra motovedette, porti sistemazioni etc etc tutti realizzati con i NOSTRI soldi, molto ma molto ma molto più grosso di quello che dovrebbero fare le ONG,, TUTTE le ONG, a prescindere, nella ottenebrata mente di chi le vede come loschi trafficanti.

UPDATE:

Mentre si discetta raffinatamente sulle aree di competenza SAR, nel frattempo, la Alexander Maersk è arrivata con il SUO carico di migranti, circa 150 persone, alla fonda davanti a Pozzallo, in Sicilia.

A quanto pare il porto più sicuro raggiungibile più celermente.

Quale era, esattamente la differenza tra i migranti raccolti da una nave mercantile e quelli raccolti da una ONG?

Forse lo scandalo, in un mondo che si dichiara sempre più liberista e diventa invece sempre più spietatamente feudale è proprio che ancora esistano ONG, a prescindere.

Il denaro è finito. Le banche sono finite. Lo dice l’IMF

Bankosaurus

Il denaro è finito, le banche sono finite. Le banche centrali sono finite. Non lo dice un predicatore matto dell’Alabama, mentre cerca di convincervi a regalargli  i vostri inutili dollari per eseguire un rito di purificazione, ma Christine Lagarde in persona, in una conferenza tenuta presso la Bank of England, non esattamente in una riunione dei framassoni, in un consesso di oscuri illuminati o all’ultima riunione del Bilderberg.

Spero che ve la caviate con l’inglese, perché vale la pena di leggersela in originale.

https://www.imf.org/en/News/Articles/2017/09/28/sp092917-central-banking-and-fintech-a-brave-new-world

Mi pare una notizia, no? Ma voi l’avevate sentita? Se n’è parlato all’ultimo G7, tra un dazio e l’altro?

Chissa’.

Anche i banchieri possono avere il loro Minsky moment, mentale, per ora.

Una cosa che impressiona è questo livello di catastrofismo nelle posizioni di vertice mondiale. Significa, molto semplicemente che gli scenari più categorici che l’uomo della strada può concepire sono molto ma molto al di sotto di quanto viene già discusso, con una certa serenità, nelle cd “stanze dei bottoni”. Noi Cassandre lo troviamo consolante. Ogni tanto una conferma che non siamo matte,  nerovestite, dai capelli arruffati, o almeno che siamo in buona e qualificata compagnia, aiuta.

Dazi? What dazi?

E’ finito il G7. L’atmosfera è riassumibile in questa foto: Trump contro tutti, guidati dalla Merkel. Il linguaggio dei corpi dice tutto quel che c’è da dire sulle rispettive posizioni.

In sintesi, Donald Trump ha maramaldeggiato, arrivando in ritardo clamoroso (tanto che il vertice è cominciato con la sua poltrona vuota) ed andandosene via in anticipo, con la scusa dell’incontro con Kim, che però si terrà tra due giorni. Da noi è passata solo metà della storia: Trump vuole mettere dazi sulle importazioni europee di acciaio, auto etc etc. È un cowboy matto e pericoloso che metterà in pericolo la crescita, l’armonia atlantica etc etc etc. Può essere e non sarò certo io a difenderlo.

Il problema è che manca l’altra metà della storia, ad essere ottimisti. Infatti questo è uno scenario possibile…

SE.

Se gli europei non abbasseranno i loro e/o se non accetteranno la proposta alternativa, di ELIMINARLI TOTALMENTE, creando un’area di libero scambio.

Qui il link.

Pare che l’affollarsi di Leaders, vagamente “ impanicati” sia immediatamente successivo alla lettura della proposta di Trump, in questa foto, da un’altra angolatura,  si vede anche il nostro nuovissimo PDC Conte, assorto nella lettura.

Il punto è che i dazi americani, ad esempio, sulle auto, sono al 2.5%. Quelli europei oscillano dal 22% (per i pickup) al10%.

Come la vedo? personalmente sono del parere che i dazi sono un’arma necessaria, in un mondo globalizzato, sempre alla ricerca dei minimi costi di produzione. Perché la rincorsa alla produzione in paesi con costi bassi porta devastazioni sia al pianeta che agli umani. Ma qui interessa quel che vedete capite o pensate di capire, basandovi sulla tv e giornali.

Niente o quasi. Alla meglio, il 50% della storia.

 

Formiche e cicale

La Germania è una formica. L’Italia una Cicala.

Vero?

Falso.

Perchè ormai l’avanzo primario ( al netto del pagamento degli interessi) dello Stato Italiano è tra i più alti del mondo .ll che vuol dire che la gran parte dei cittadini riceve dallo Stato meno di quel che da mentre sono la parte più abbiente e gli Istituti finanziari italici ed esteri, chi detiene i buoni del tesoro nostrani, coloro ricevono più di quel che danno.

Si vede piuttosto bene nel grafico di testa di questo post. In realtà l’Italia è più formica degli altri paesi europei e il deficit è dovuto solo al servizio del debito. Basterebbe abbassare i tassi di questo servizio, magari portarli sotto zero e non avremmo nessun bisogno di manovre.

Ma non è solo questo. Il debito di un paese è l’insieme di quello dello stato e di quello dei cittadini.

Di nuovo, per quanto riguarda il debito delle famiglie, gli Italiani sono tra le formichine e non tra le cicale.

Non è che tutto vada bene, sora la marchesa. Non è che non ci siano sprechi e malversazioni. Non è che non si possa allocare meglio le risorse, umane e finanziarie dello Stato.

E’ che dobbiamo smetterla di vederci come cicale, mentre ci affanniamo a riempire i granai altrui, che, per contraccambio ci infamano… Il debito è un problema?

Certo: è IL problema.

Ma quello Mondiale, quello globale. Perchè la crescita mondiale è attualmente finanziata a debito, un debito che aumenta più rapidamente della suddetta crescita e quindi si mangia quote sempre crescenti della ricchezza reale dei paesi. E’ una crescita finta, in sostanza.

Il nostro è solo una piccola parte del totale, che cresce molto ma molto più rapidamente di quanto sia possibile controllare. La soluzione passa attraverso la ristrutturazione e/o l’inflazione. La terza via, l’abbiamo già vista all’opera e non funziona. Perché porta comunque al defaut, alla ristrutturazione all’inflazione. O a tutte e tre insieme.

In pratica, all’esplosione dello schema Ponzi planetario.

La lavandaia le slot e la flat tax

Della flat tax avrete sentito parlare. L’idea è quella di semplificare il sistema fiscale riducendo gli scaglioni irpef, facendo risparmiare a contribuenti ed imprese una discreta percentuale delle tasse che attualmente versano. A parte i dubbi di incostituzionalità dovuti alla mancanza di progressività prevista invece dalla costituzione ed ala differenza di trattamento di cittadini diversi ( una coppia sposata in comunione dei beni si vedrebbe tagliare le imposte di più di una coppia di fatto, ad esempio) il vero problema è come reperire i fondi che verrebbero a mancare a causa delle minori entrate.

Si parla di 50 miliardi a regime. Le proposte che girano, ulteriore rottamazione delle cartelle, lotta all’evasione, etc etc etc, valgono al massimo un quinto della cifra. Aumentare il deficit del 2% del PIL, per coprire quanto manca, non sarebbe ovviamente possibile, restando in Europa. QUINDI? Quindi, in effetti non ci sono le coperture.

Eppure qualcosa si potrebbe fare.

Ad esempio sequestrare, una buona volta, le imprese a capitale e/o dirigenza affine alla mafia, del settore gioco d’azzardo.

E’ una torta immensa che vale quasi 100 miliardi di euro ( tra l’altro pagati prevalentemente dalla parte meno ricca della popolazione) che lascia in mano allo stato solo le  briciole, circa il 10%-

Un cancro che distrugge vite e famiglie a vantaggio di pochissime imprese abilitate, per lo più con sedi all’estero se non addirittura in paradisi fiscali.

Una serie riduzione delle cifre massime giocabili da una data persona in un giorno, una seria riduzione del numero di slot machines, una serie indagine con leggi draconiane che contemplino il sequestro immediato e cautelativo delle imprese che vengano scoperte a truccare la macchinette e/o i conti, frodando al fisco una buona parte di quanto dovuto, beh, mi parrebbe il minimo.

Si potrebbe dimezzare, con vari disincentivi, le giocate, una cosa teoricamente prevista dai precedenti governi, subito arenatasi e riportare il tutto sotto il controllo statale, così recuperando i miliardi che mancano senza far scattare le clausole di salvaguardia.

Se una cosa sostanzialmente dannosa per la collettività come il gioco d’azzardo deve essere tollerata, almeno che il grosso del beneficio vada allo Stato e non ai concessionari.

Non dico che sia facile, specialmente dopo che il governo Letta è arrivato a condonare oltre il 90% di quanto dovuto dalle varie aziende del settore in tasse ed imposte evase grazie a decine di migliaia di macchinette taroccate. Non dico che sia facile dopo che il caso più clamoroso, quella della Società Atlantis, in mano al figlio del capo di una nota famiglia mafiosa, con sede in un paradiso fiscale, dove peraltro risiedeva, contumace il suddetto padre, si è risolto in una bolla di sapone, ma insomma, magari, provarci…

 

 

La competenza ai tempi della Crisi

 

Il neonato governo giallo verde è ufficialmente nato ieri e già tutti i media si baloccano con il nuovo giocattolo facendo a gara a chi trova l’incompetente più grande, la boiata più grossa.

Il che va benissimo ed è anche sano, se l’avessero fatto anche per i 4 governi che l’hanno preceduto. La competenza, in effetti, è un argomento perfettamente Cassandresco.

Ecco quindi Il mio personale contributo. D’annata, ovviamente, perché così fanno le Cassandre.

ah, a pensarci bene, è ancora leggermente ottimista. Perché il principio di Dunning https://it.m.wikipedia.org/wiki/Effetto_Dunning-KrugerKruger dice che l’incompetente sarà l’ultimo che si accorgerà della sua incompetenza.

Un corollario, citato, dice che per rientrare nella casistica basta…”respirare”.

Diario doloroso di un assimilato:
Oggi ho appena scoperto che non basta essere assimilati, per scamparla.
Sono andato a rivedermi l’origine del famoso ( ehm almeno tra noi gente bislacca) principio di Peter: In una data gerarchia ogni membro tende a raggiungere il proprio livello di incompetenza.
Come FORSE sapete, questo primo e famoso principio si accompagna a tre un poco meno famosi, ma strettamente connessi:

1) In una data gerarchia ogni singola posizione tende ad essere occupata da un individuo inadeguato al lavoro che deve svolgere;

2) Con il tempo ogni posizione lavorativa tende ad essere occupata da un impiegato incompetente per i compiti che deve svolgere;
3) In una data gerarchia il lavoro tende ad essere svolto prevalentemente da coloro che non hanno ancora raggiunto il propro livello di incompetenza.
Ho sempre pensato che questo sia in realtà un BEST case, perchè postula, ad esempio, l’esistenza di un sistema meritocratico.
Mediamente parlando le cose vanno peggio di cosi.
Ma c’è qualcosa di piu’ interessante: poichè ovviamente i compiti o almeno le competenze necessarie per svolgerli decentemente sono sempre piu’ complessi, via via che si sale i gradini, anche nel migliore dei casi, IN UNA GERACHIA I POSTI DI VERTICE SONO STATISTICAMENTE COPERTI DA INDIVIDUI INCOMPETENTI.
Che questo sia sostanzialmente vero, l’abbiamo sotto gli occhi tutti, almeno di chi li tiene aperti.
Ma c’è di più: Il sistema NEL SUO COMPLESSO è destinato al collasso.
Infatti il quarto e meno noto principio di Peter recita:
«Ogni cosa che funziona per un particolare compito verrà utilizzata per compiti sempre più difficili, fino a che si romperà.»
Notate che è un principio più generale che COMPRENDE gli altri tre.
Soprattutto notate come si lega a quel che ha scritto Tainter sui sistemi complessi o comunque ai casi NOTI di collasso di sistemi complessi.
Le cose stanno proprio cosi. Ad ogni livello del sistema, QUALUNQUE sia il sistema preso in considerazione, umano o naturale, ad ogni livello COMPLESSO formato da sistemi di sistemi ed ovviamente anche al livello massimo, al sistema dei sistemi dei sistemi chiamato Terra.

Stiamo adoperando la nostra società per compiti sempre più difficili e non funziona più. In più chi è ai vertici non è in grado di gestire la cosa, essendo incompetente.
Stiamo adoperando IL NOSTRO PIANETA allo stesso modo.
Come si può scappare dal collasso?
O con la decrescita ( fare cose piu’ semplici, in minori quantità).
O con la sostituzione dei vertici ( mettere persone più brave che non hanno ancora raggiunto il loro livello di incompetenza).
O con tutti e due.
Abbiamo poco tempo, direi la terza che ho detto.
Ma, per la legge di Peter, questa evenienza è estremamente remota.
Colui che arriverà a poter decidere cosa fare, NON SAPRA’ FARLO.
Se ci pensate, diecimila anni di civiltà ci danno proprio questa risposta: i casi di competenti al comando è cosi rara che questi pochi sono GLI UNICI che fanno avanzare le cose.
Per davvero: quelli di Peter sono dei postulati .
Come quelli euclidei.

crisis what crisis? 2012

Il Debito, lo Spread e la lavandaia.

05/06 UP-update.

La lavandaia, dopotutto, non fa di lavoro la lavandaia. Avendo altro da fare, ha accumulato un cesto di bucato da fare gigantesco. Come saprete, ora un governo ce l’abbiamo, gli apprendisti stregoni ( tutte le parti interessate, nessuno escluso) impauriti dallo sconquasso, si sono precipitati a metterci una pezza, hanno nominato un governo tendenzialmente di destra, ed hanno partecipato, con contorno di reciproche pacche sulle spalle, virtuali e non alla festa della repubblica. Consentitemi la r minuscola, per rispetto alla Repubblica che dovremmo essere.

Il ministro dell’economia pare un tipo tranquillo, non fosse che i suoi principali consiglieri e probabili sottosegretari, Bagnai e Siri sono teorizzatori della brexit come piano A e non come piano B. Per fortuna il mercato si è annoiato e per ora ci lascia in pace.

28/05 Update: MAI lasciare un post a mezzo durante un psicodramma: Questo weekend, come saprete, il nostro esimio Presidente della Repubblica, dopo un braccio di ferro durato almeno 48 ore, ha rifiutato di nominare un Ministro dell’economia considerato antitedesco e, peggio ancora, antieuro. E’ una bufala, ed anche grossa, A meno che essere a favore della verità e della realtà non sia di per se antitedesco, ma questo lo vedremo in un prossimo post.

A quanto pare, Mattarella ha rifiutato di nominare qualunque personalità alternativa che fosse analogamente critica della attuale situazione europea. Per due partiti che si sono presentati ed hanno vinto in nome di un cambiamento storico, in nome di una decisa rottura con i governi degli ultimi dieci anni era semplicemente una patata troppo grossa da ingoiare. Il Presidente del consiglio incaricato si è dimesso, Luigi Di Maio ha chiesto la messa in stato di accusa del Presidente della Repubblica, che ne frattempo ha nominato Cottarelli, ex dirigente del fondo monetario internazionale, ex “Mr. Tagli” del governo Letta… che si presenterà in parlamento per ricevere una sfiducia e quindi portare l’Italia alle urne, con il governo attuale prorogato per l’ordinarietà. Non potendo fare una manovrina correttiva che ci chiede l’Europa, scatteranno le clausole di garanzia etc etc etc. Se non è un colpo di Stato, poco ci manca, ne giova ricordare precedenti profondamente diversi di governi Berlusconi, Letta, etc etc. Un bel disastro, comunque una la voglia vedere. Si è almeno calato il velo di ipocrisia su quali sia la situazione dell’Italia in Europa ed il suo livello di libertà reale.

Detto questo, riprendiamo il post originale, che è da un lato superato dagli eventi, dall’altro, per i fatti che espone quanto mai di attualità.

Il debito  lo spread e la lavandaia

Ricomincia il tormentone. Puntuale come la pioggia Marzolina e le alluvioni Ottobrine, Mentre ci dipaniamo tra un curriculum e l’altro, dei nostri futuri governanti, mentre si vanno ad intervistare ex mogli, si disseppelliscono cartelle esattoriali, si disquisisce sulle scarpe, sul taglio dei capelli, su quanto detto o letto o semplicemente studiato da coloro che dovrebbero governarci, in mancanza di notizie che rassicurino l’Europa sul fatto che, per la cinquantesima volta, in Italia ci sia un governo succube, possibilmente debole, meglio ancora se complice e pronube, è ripartito il tormentone dello Spread, del deficit, del debito. prevalentemente con il pilota automatico. Ovvero senza approfondire un filo, senza nemmeno sforzarsi un attimo di capire, senza chiedersi se, dopo tutto, il meccanismo proposto: mancata fiducia internazionale nel governo italico prossimo venturo, sia un buon motivo per la risalita del suddetto spread.

La lavandaia, a questo punto , stufa di tutto questo inutile ed anche un poco ridicolo bla bla, ha deciso di dare il suo modestissimo  contributo, per quanto possono le sue deboli capacità. Pulite le mani sul grembiule, annodato il fazzoletto in testa, Si comincia.

Prima cosa: i tassi tedeschi. La Germania è un paese affidabile, con i conti in ordine, quindi può emettere bond a tasso bassissimo e piazzarli tutti.

Noi siamo il paese di Arlecchino, pulcinella, Pantalone ( 60 milioni di pantalone, veramente), pizza, ammore, mamma, mandolino e Mafia etc etc.

QUINDI lo spread, ovvero la differenza di rendimento tra i tassi del nostri buoni del tesoro e quelli tedeschi è alto e tende a salire, quando ci allontaniamo dal sentiero virtuoso.

Giusto? Ni, Diciamo no e ci avviciniamo parecchio.

Per due semplici motivi:

  1. Le banche tedesche sono, in buona parte, in mano pubblica. QUINDI l’azionista pubblico di maggioranza può sempre imporre a dette banche di comprare i bunds, non importa quanto basso sia il tasso. Ci sono stati momenti in cui questo tasso era prossimo a zero. In realtà ancora oggi per i bunds decennali ed oltre siamo molto prossimi a quel valore.  Ecco il quadro complessivo delle varie emissioni tedesche. Benché siano risaliti, i tassi sono sempre vicini o sottozero. Se mi spiegate perché, al di fuori di quanto appena detto, una banca dovrebbe acquistare buoni del tesoro con rendimenti inferiori all’inflazione o addirittura inferiori al semplice tenere i soldi a disposizione per qualche altro più lucroso impiego, ve ne sarò grato. In effetti le banche tedesche fanno qualcosa di diverso: prendono denaro alla BCE, per comprare bunds che pongono a garanzia di questo denaro e con quel che avanza speculano in modo quanto mai aggressivo, pserando di mantenere i costi di strttura. Spesso esagerano e l’EUropa li salva. Quando è successo? Più di una volta in questi anni ed in particolar modo nei casi della Grecia, di Cipro etc etc etc. Vi ricordate i salvataggi della Grecia etc etc etc? in realtà sono stati salvataggi, con i soldi di tutti gli europei (70 miliardi italiani, più di una finanziaria), delle banche tedesche ( ed anche francesi) pesantemente esposte verso quei lucrosi mercati. In seguito , recentemente, è stato concepito il meccanismo del bail in , per evitare che questi salvataggi si ripetessero. Ovviamente a banche tedesche ormai sane salve e risanate ( per ora, si veda questo) ed ai danni, per dire, delle banche italiane in brutte acque.

2)Negli ultimi anni il principale compratore estero dei nostri Buoni del tesoro è stata la BCE. Come si vede facilmente da questo grafico:Quindi? Beh, quindi la credibilità di questo o quel governo c’entra poco, sul medio periodo. Nel breve periodo, al di fuori delle aste di titoli italiani, sul cd mercato secondario, la cd. “speculazione”, ovvero, semplicemente, investitori che fanno il loro mestiere, facendo scommesse sull’andamento di QUEL mercato, può fare salire i prezzi. Anche perchè questo mercato secondario è ristretto  e poco frequentato ovvero “illiquido”. Ovvero è facile spostare l’equilibrio con relativamente pochi sforzi.

Non lo dice la lavandaia, lo dice un parlamentare europeo tedesco.

Uno di quelli che si occupa proprio della regolamentazione di questo mercato.

Ma, è bene chiarire, è la BCE, che li decide, i prezzi, su scala mensile od oltre.  In sostanza, come si vede, la BCE negli ultimi anni ha comprato, gli altri hanno venduto. Ma non perché i tassi e/o oi rischi sono alti!! ANZI: quando i tassi erano alti, il rischio default altissimo, 2012, 2013, i privati le banche etc etc, europei compravano, eccome! E’semplicemente che, ai tassi attuali, i nostri BTP etc etc non sembrano un investimento interessante. Del resto sono solo pochi decimi sopra l’inflazione. Se i prezzi saliranno, su base mensile o superiore, lo deciderà la BCE, non la sfiga cosmica o i cd. “speculatori”

Ed il rischio default, uscita dall’euro, etc etc di cui, ad ogni stormir di spread, si riempiono la bocca i commentatori economici di giornali che la Lavandaia non riesce nemmeno a leggere, per le tante e complicate parole, per le involutissime ed autoreferenti frasi e considerazioni e sopratutto perché sono scritti in piccolo, tiene una certa età e le diottrie calano?

Semplicemente, con una inflazione tra l’ 1 e l’ 1.5% i tassi dei BTP decennali, intorno all’ 1.8-3% ( il 3% sono gli ultimi valori di pochi giorni fa) sono risibili.

Come investimento non esistono. QUINDI, se non ci sono banche con azionista di maggioranza pubblico abbastanza grosse da comprare sul mercato secondario e calmierare il mercato, anche se questo, da un punto di vista speculativo è addirittura un danno, la pura e semplice logica del profitto fa salire lo spread, nel momento in cui se ne intravede una possibilità, perché i volumi in gioco, nel libero scambio, sono bassi.

Insomma: lo spread che sale è colpa della “speculazione”?

No, non più di quanto un incendio in un deposito di carburante sia colpa della scintilla.

La mancanza di una mano pubblica che controlli il mercato, evitando la “speculazione”, con la dovuta celerità, la mancanza di una severa regolamentazione del cd mercato secondario che eviti i movimenti bruschi e, sopratutto rapidi, visto che sono in gioco le vite di milioni di persone che NON speculano in borsa, il futuro stesso di interi paesi, sono l’equivalente di una mancanza di sistemi antincendio.

L’incendio non lo provoca il fiammifero. L’incendio lo provoca l’accumulo di materiale incendiario e la mancanza di sistemi di controllo/allarme efficaci.

Debiti enormi, mercati dei titolo di stati piccoli e strutturati per favorire la “speculazione.”

Il problema, nota la lavandaia, non è Italiano. è globale. La soluzione dovrebbe essere globale.