Giuseppi e il paracadute money: una modesta proposta.

Celebrate Easter in lockdown with crafts, egg hunts and virtual ...

Quale sorpresa ci sarà nell’uovo Pasquale? Come ci guarniranno la colomba in Europa?

Il MES, ma attenti ai cacs. Lo SURE, ma attenti alle garanzie di stato. La BEI, ma e’cara. I corona Bonds, al patto di chiamarli obolo di Giuda ( protettore dei cassieri) oppure questo oppure quello……

oppure:

La BCE compra i buoni del tesoro in scadenza dei vari paesi, sul mercato secondario , creando la liquidità che gli serve per farlo e LI ANNULLA, ad esempio dichiarando che rinuncia all’incasso per cinque anni.

Dopo cinque anni, da noi ma non solo, i diritti dei detentori dei nostri titoli di stato sono prescritti. EVAPORATI.

A quel punto l’Italia, ad esempio, che avrebbe 300 miliardi di buoni in scadenza nel 2020, può emettere nuovo debito per tale cifra senza indebitarsi di più di quanto non sia.

Se rinuncia ad una quota di questa cifra, ad esempio il 50%, e quindi si finanzia per 180 miliardi, i suoi conti MIGLIORANO rispetto al previsto.

Mi sbaglierò ma….i buoni in scadenza sono già emessi e quindi sono sul mercato. La BCE PUÒ comprarli, senza cambiare il regolamento, sul mercato secondario. ( whatever it takes, anybody?)

Quelli che comunque non vengono intercettati, poniamo un 50%, vengono acquistati dalla cassa depositi e prestiti o similari( ogni paese ne ha almeno una o qualcosa che ci somiglia) dal suo azionista di maggioranza, ovvero dallo stato italiano, ad esempio al 99% del valore di facciata, così ci guadagna. E li gira alla bce, che come visto li può comprare.

La soluzione è equanime perché premia tutti allo stesso modo, non genera inflazione, consente agli Stati una grande libertà di azione ed evita speculazioni, dato che gli Stati devono collocare molti meno buoni del tesoro del solito e, sopratutto, lo possono fare con le tempistiche più opportune e non sotto il vincolo di rimediare la liquidità necessaria al rimborso dei buoni in scadenza.

Nell’insieme in questo modo NON si aumenta il debito degli Stati.

Il denaro in circola aumenta ma, ricordiamocelo, serve anche per coprire le inesorabili voragini che stanno per aprirsi nei bilanci delle banche e, naturalmente di imprese, famiglie, Stati.

Difficile, in questa condizione, che ripartano i prezzi ed i consumi. Ci sono anzi rischi di deflazione.

Nel caso, la qui presente premiata consociata Crisiswhatcrisis& partners, per la consulenza, si accontenta dello 0.00001% dell’importo, che devolve fin d’ora ad un fondo destinato a premiare tesi sociali sull’utilizzo del termine “sticazzi” o meglio di equivalenti ma più delicate allocuzioni, politically correct nelle relazioni internazionali…. eeeh?

Mes, Eurobond ed il dilemma di Leonida

Contrariamente a quanto si crede gli Spartani alle termopili, non avevano gli scudi con la lettera Lambda, come si vede nei film. Ognuno si decorava lo scudo a modo suo.
Contrariamente a quanto si crede gli Spartani alle termopili, non avevano gli scudi con la lettera Lambda, come si vede nei film. Ognuno si decorava lo scudo a modo suo.

Il MES e gli eurobond.

E’ il tema di questi giorni, ogni volta che si allunga lo sguardo oltre la pila di cadaveri lasciati dalla pandemia.

Ogni volta che si prova a pensare, in qualche modo, al dopo.

Si tratta, questo lo capiscono tutti, di rimediare qualche centinaia di miliardi di euro e spenderli il prima possibile, per fare ripartire l’economia. Prima che milioni di persone finiscano senza lavoro, non per qualche mese, ma per il futuro prevedibile.

In Europa, Germania e paesi satelliti vorrebbero adottare il MES, famigerato strumento finanziario utilizzato per “aiutare” Grecia, Portogallo, Spagna, Irlanda. Conte è miracolosamente riuscito a creare una specie di coalizione di paesi favorevoli invece ai cosiddetti Coronabonds o Eurobonds che dir si voglia.

Ma di cosa si tratta?

Differenza spiegata presto e, spero, bene:

Il MES e’finanziato anche dall’Italia, che deve fare debito pubblico per finanziarlo, pro quota. 17 miliardi versati finora, fino ad 125 miliardi, potenzialmente.
Se l’Italia riceve un prestito usufruendo MES, proporzionale alla sua partecipazione, cosa probabile, riceve i soldi che ci ha messo dentro, raccolti prendendoli in prestito ad un tasso di interesse più alto.
In più viene messa sotto schiaffo, dalla troika.
Ottiene, in sostanza, lo stesso risultato di quello ottenuto emettendo nuovi buoni del tesoro, legandosi mani e piedi ai desiderata di forze oggettivamente ostili ai suoi cittadini.

Di fatto, il MES e’per noi perfettamente inutile.
Serve per “aiutare” (ehm!!!) pochi paesi con i soldi di tutti.
Ma qui la situazione è chiara quanto diversa: aiuterebbe tutti e quindi tutti proporzionalmente.
Riprenderemmo i soldi che abbiamo versato.
Di fatto ci troveremmo, in un certo senso, indebitati DUE volte. Per la stessa cifra ( solo in apparenza, perché ovviamente l’Italia sarebbe indebitata con se stessa, nel caso del Mes, essendo uno dei paesi che lo finanzia)
Mica male, no?
Non è finita: aumentare il nostro indebitamento comporta un giudizio negativo da parte delle agenzie di rating. Siamo già al limite. Ancora un downgrading ed I nostri titoli così declassati non possono, in forza del regolamento fondativo, essere comprati dalla BCE sul mercato secondario per calmierare i tassi di interessi e relativo spread.

Il famoso whatever it takes di Draghi, che ci ha “salvato” in questi ultimi anni. I nostri tassi, liberi di fluttuare, esploderebbero verso l’alto ed andremmo a raggiungere la Grecia.

Gli eurobond dovrebbero essere emessi direttamente dalla bce, che ne garantirebbe la restituzione. Essendo una banca centrale non potrebbe, per definizione, andare in crisi di liquidità. I tassi degli eurobond quindi, rispecchierebbero solo il rischio cambio ed il rischio inflazione. Nello scenario attuale praticamente nulli.

I tassi degli eurobond sarebbero quindi bassissimi, prevedibilmente e sicuramente vantaggiosi, rispetto ai costi dei bond nazionali.

I soldi raccolti sul mercato verrebbero girati proquota ai vari paesi. Quindi nessuno si avvantaggerebbe sugli altri. E nessuno pagherebbe i debiti altrui.

Ora arriva la parte interessante.

I buoni possono essere onorati dalla bce in due modi: o chiedendo ai paesi che hanno ricevuto i fondi la restituzione degli stessi ad interesse 0 ed in 30 anni ( ma così aumenta il debito pubblico) o creando dal niente il denaro necessario. La prima ipotesi è quella più probabile, sarebbe un vantaggio importante rispetto al MES ed abbiamo visto perchè. Ma non sarebbe niente di rivoluzionario.

La seconda sarebbe decisamente più innovativa.

In pratica la BCE emetterebbe centinaia di miliardi di nuova liquidità, tramite la restituzione degli eurobond, via via che andassero a scadenza. Nessuna richiesta di restituzione agli Stati.

In condizioni normali questo aumenterebbe l’inflazione; ma in queste condizioni, di chiara recessione, abbiamo fatto un test probante nel 2008, l’inflazione, nonostante mille mila miliardi creati dal nulla, non ripartirebbe, perché l’economia e’depressa.

La cosa non piace allo stato tedesco per un motivo preciso: le sue banche sopravvivono lucrando sul differenziale dei tassi con i paesi vicini. E con loro se ne avvantaggia anche lo stato tedesco.

Le suddette banche sono infatti le uniche che accettano di comprare buoni del tesoro con tassi negativi… i famosi bunds, sui quali misuriamo lo spread. da qualche parte si devono rifare.

Ovviamente ai cittadini tedeschi la cosa viene venduta in modo diverso. “Gli italiani e le altre cicale che hanno vissuto e vivono al di sopra dei loro mezzi, vogliono continuare a farlo con i soldi di noi tedeschi”. Il bello è che la cosa viene ripresa, praticamente senza confutazione, dai nostri Media nazionali.

Non è vero, ovviamente, per mille e vari motivi di cui alcuni ricordati qui.

Ed alcuni nel post precedente.

Quindi, riassunto della situazione:

  • Fare nuovo debito non funziona.
  • Affidarsi al Mes non funziona.
  • Conte non ha alternative.
    O eurobond o morte.
    E noi con lui.
    Avete presente le Termopili? Ecco…
    Molon labe’.
    Per davvero…
    Chi dice il contrario, chi sminuisce la cosa, e’ un vero traditore.
    Reale, concreto. Nitido.
    Ne abbiamo già qualcuno. Sappiate che non è possibile equivocare.
    Qui non c’entrano ne Meloni ne Salvini né Bagnai ne borghi.
    C’entra la Storia. Si dice che le circostanze creano e forgiano l’uomo.
    Speriamo sia vero.
    Perché di forgiati ne vedo pochi.
    Di spremuti parecchi.

 

Il pane, in casa, a modo nostro

il pane descritto nel post

Non è certo una novità. Non è certo qualcosa di eccezionale. Però il pane, fatto in casa, a partire da farina acqua e lievito, quando riesce bene è una grande soddisfazione. psicologica, tattile, olfattiva, gustativa, visiva e pure uditiva ( gli scrocchi del pane fresco,  la crosta croccante…sapete di cosa parlo).

In tempo di lockdown, potreste avere voglia di cimentarvi anche voi. MOLTO meglio di una lunga coda dal panettiere. Più sicuro. Più divertente. Perfino più economico, a ben considerare. Sicuramente più resiliente, In tempi di crisi il pane fresco non è una certezza. In quel caso si deve imparare a fare e conservare la pasta madre..ma di questo parleremo un’altra volta.

Vi sono un milione di ricette per fare il pane. Un milione di pani possibili. Un milione di farine. Un milione di levitazioni…

Ma questa è la ricetta per il NOSTRO PANE.

A noi garba così.

A noi piacciono le farine “rustiche”, il nostro pane è fatto con quelle. In queste settimane comincia a scarseggiare la farina migliore e ci si deve accontentare di una farina zero, in mix con una farina tipo Verna macinata grado 2 ( una semintegrale macinata grossina). tenete conto che viene anche con tutta farina zero. anzi: lieviterà ancora di più . Ma vi perderete qualcosa, in termini di esperienza.

Ecco, di seguito la ricetta. La chiave di volta: lievitazione LENTA. La chiave nr. 2: Le pieghe. Hanno lo stesso scopo: simpatici buchetti e mollica areata, morbida fragrante…una buona levitazione finale!

ingredienti PER QUEL PANE: farina: 500 grami divisi così:  tipo 2 Verna: 300 grammi. farina zero: 200. Si può fare tutto con farina 2 o integrale, l’abbiamo fatto così perché stiamo finendo la tipo 2. lievito di birra fresco 6 grammi ( avevo sbagliato) max 10. sale, se si vuole.

Noi siamo toscani. Non assolutisti, un poco ne mettiamo. Acqua: 420 grammi circa. E’ un impasto piuttosto liquido.

Un terzo di cucchiaino di zucchero, se si vuole, per velocizzare ed avviare la lievitazione.

Al contrario del solito, si mette l’acqua con il lievito di birra sbriciolato e disciolto e si aggiunge la farina pian piano rigirando.

Si copre con una pellicola e si lascia 15 minuti fuori dal frigo. poi con un mestolo si rigira e si lascia li, ricoprendo,;si ripete per tre volte. Poi si mette in frigo sempre coperto dalla pellicola e se ne riparla la mattina dopo sul tardi, se siamo partiti nel pomeriggio.

La mattina dopo l’impasto deve avere almeno raddoppiato o triplicato il volume, con tante bolle.

Si stende sulla spianatoia dopo averci messo un poco di farina, si forma un rettangolo CON LE MANI, senza stressare troppo la pasta e si fanno le pieghe di rinforzo: cioè piegare in tre su un lato, come se fosse un asciugamano direzione nord sud. girarlo a pancia in su e piegarlo sempre in tre, direzione est ovest. Rigirare di nuovo a pancia sotto. Ripetere da capo le pieghe.

E’ un poco oscuro, riconosco: ecco cosa intendo:

 

Tenete conto che è la fase più importante per fare lievitare come dio comanda il tutto. Poi su un asciugamano con tanta farina per non fare attaccare ( è un impasto piuttosto umido, ripeto). lasciare lievitare fuori dal forno un’ora e mezzo.

Trovare una teglia, a sponde alte. meglio se con coperchio e metterla a scaldare in forno a 230 gradi. Quando forno e teglia sono caldi, infornare. 30 minuti a 230 gradi. 30 minuti a 220.  Ventilato.

PRONTO!

Il pane, BUONO, ha qualcosa di atavico. Si basa su poche cose, che devono essere BUONE. Buona farina, buon lievito, acqua non troppo dura. manipolare l’impasto in un certo modo. Ricordiamoci che, fino a che no nentra in forno, abbiamo a che vedere con qualcosa di vivente, uno strano e peculiare ecosistema. La perfezione non esiste. Ma arrivare a qualcosa di soddisfacente è possibile. Provateci!

E raccontateci, se avrete voglia, come è andata.

il pane, tagliato

 

 

I Bonds al tempo del Virus: tempo di rivoluzioni?

 

Un altro genere di Bond, con licenza di uccidere, colto in un momento di divertimento, con Ursula Andress
Un altro genere di Bond, con licenza di uccidere, colto in un momento di divertimento, con Ursula Andress

Viviamo tempi interessanti, se mai ve ne furono, nel senso della maledizione cinese. O meglio: della leggenda relativa.

Come è tradizione di Crisis, dopo aver gridato al lupo al lupo per mesi, quando ormai tutti sono convinti che il lupo c’è ed è piuttosto affamato, dobbiamo passare all’altro aspetto della Crisi.

Per rimanere ai cinesi, infatti, il concetto è tradotto con DUE ideogrammi, che simboleggiano, più o meno, anche qui, rischio ed opportunità.

Per quanto ci riguarda si traduce con l’ opportunità di fare cose nuove, a volte impensabili, rispetto al periodo precedente.

Qualcosa di impensabile è già successo: il nostro paese dopo decenni, è di nuovo al centro del cuore pensante e propositivo dell Europa.

Un combinato disposto di una Angela Merkel arrivata a fine carriera, di leader europei alla ricerca disperata di consensi, di una Francia che comincia a chiedersi se dopo l’Italia la prossima della lista non possa essere lei, di un Presidente del consiglio italiano sottovalutato da tutti ma non legato a nessun carro, con una rara visione storica ovvero non di piccolo cabotaggio, rimette in gioco ogni ipotesi e spariglia carte e fisches.

Cominciamo dalla più assurda, improbabile.

Perché di tutto il resto, praticamente, compreso il denaro paracadutato direttamente nei conti correnti di ogni cittadino, il prezzo negativo per il petrolio etc etc, si stanno già occupando tutti gli altri media.

Immaginiamo, per un attimo che si decida, per rilanciare l’Europa, di cancellare il debito pubblico. Di tutti i paesi.

Come? La BCE se ne fa carico e, gradatamente, nei sette/otto anni media di durata dei vari titoli, lo ripaga. Parliamo di circa 15.000 miliardi di euro totali. Un poco tanti.

Ma non devono essere tirati fuori tutti insieme. Piuttosto, in circa 10 anni, la durata media dei buoni del tesoro dei vari paesi. In Germania siamo a valori medi assai più lunghi. In Italia, Francia, Spagna, Grecia, Portogallo, leggermente più brevi.
Ecco che i buoni del tesoro che dovrebbero essere comprati ogni anno diventerebbero circa 1500 miliardi. Una cifra imponente ma paragonabile a quella che si comincia a prevedere, come stimolo complessivo alle economie disastrate dal Coronavirus.
In pratica: per un anno, per cominciare, gli Stati non dovrebbero emettere nuovi buoni del tesoro, a copertura di quelli in scadenza, automaticamente comprati e cancellati dalla BCE.
Ma questo non si tradurrebbe immediatamente in inflazione? Possibile, ma non in questo momento. L’inflazione esplode se vi è spazio per l’espansione dei consumi, se aumenta la circolazione di moneta, se la merce moneta è sovrabbondante rispetto alla quantità di merci… non c’è una risposta univoca, per quanto vi possa sembrare strano, su questo punto. Le varie scuole di pensiero ancora si scontrano. Lo Scrive pure la Treccani.
Siccome la Lavandaia di Via dell’Oche non è pagata per fare l’economista ed elaborare i complessi modelli econometrici necessari per una simulazione credibile, stiamo ai fatti: Lo stimolo monetario che tutta l’Europa è d’accordo di dare ( si accapigliano notevolmente su COME darlo) è DELLO STESSO ORDINE DI GRANDEZZA.
Non pare che l’inflazione, in questo momento, sia più un bau bau.
Non sembra parlarne nessuno.
Il rasoio di Occam porta a ritenere che questa, quindi, non è proprio vista come un problema, almeno rispetto al molto più probabile problema della recessione e relativa deflazione.
Torniamo al nostro immaginario maxicondono.
Così si avvantaggiano i paesi con debito più alto, direte voi.
In realtà si avvantaggiano, si, ma alcuni, come l’Italia, se lo meritano. Perché attualmente l’Italia, al netto degli interessi sul debito che deve pagare è, lo saprete, credo, IN ATTIVO DI BILANCIO DA 28 ANNI.
Non è finita. SE si annullasse il debito pubblico, si scoprirebbe che per la Germania ( una a caso) il deficit pubblico, tutto restando uguale, AUMENTEREBBE.
Possibile? MA come? Beh, in modo molto semplice: la Germania lucra sul differenziale fra i suoi tassi e quelli dei paesi vicini. Ci investe, tramite le sue grandi banche di capitale pubblico, molte centinaia di miliardi. Le sue banche, grazie al fatto che lo spread, con qualche aiuto ben mirato da parte della politica, viene mantenuto alto, trasferiscono parte di questa ricchezza allo Stato tedesco che così migliora senza manovre, il suo bilancio ed il suo deficit. Come? Beh, emettendo buoni del tesoro con tassi SOTTOZERO. Attualmente i tassi del tesoro tedeschi arrivano anche al -0,75%. ERGO; cancellando il debito tedesco, che ufficialmente sta intorno al 60% del loro PIL, senza altre manovre, il loro disavanzo AUMENTEREBBE di circa lo 0,5% del loro PIL.
Perché lo Stato tedesco perderebbe quel vantaggio di circa uno 0.5% del pil, OGNI ANNO.
Non sarà il valore esatto. Resta il fatto che, in qualche misura, questa è una realtà.
Ed il nostro? Beh, noi abbiamo un avanzo primario, dal 1992, cioè dal 1992 il nostro paese, al netto degli interessi, spende meno di quello che incassa, siamo tra i più virtuosi nel mondo, appena sotto la Germania.
Noi siamo intorno all’1% di ATTIVO primario ( siamo arrivati  vicini al 2% in alcuni degli anni passati) e lei intorno all’1% e qualcosa..
Annullati i debiti, dimenticandoci, per un attimo degli effetti della pandemia, il nostro bilancio si troverebbe quindi ad un roccioso +1% e quello tedesco teoricamente ancora più su.
Teoricamente. Perché per loro, come visto, l’annullamento dei debiti significherebbe la fine dei giochi. Le loro banche continuerebbero a godere degli stessi vantaggi di prima, in termini di bond ESTERI che hanno in pancia, grazie alla BCE, ma lo Stato tedesco perderebbe quello 0,75 percento che estraeva dai suoi bond, unico stato che a fare debito, in apparenza, ci guadagna.
Eppure anche per loro sarebbe un sollievo, tutto considerato. Eh già, perché le banche tedesche che, uniche al mondo, acquistano buoni del tesoro rimettendoci, devono cercare il loro utile con operazioni spericolate ed avventate, che le stanno portando sull’orlo del fallimento ( si veda la famosa Deutsche bank). Tutto considerato, a parte dover sopportare una perdita durante la restituzione da parte della BCE ( rendimenti negativi implicano una perdita per chi compra i bund) sarebbero finalmente libere di cercare forme di investimento affidabili, senza l’incubo di dover bloccare buona parte della loro liquidità in quei maledetti bund parassiti e rincorrere con il rimanente le più nefaste e rischiose speculazioni. Investirebbero, c’è da scommetterci, sulle obbligazioni delle aziende tedesche. così aiutandole a ripartire.
Avrebbero a ben vedere, da guadagnarci anche loro.
E noi Italiani? Beh, abbiamo visto: Se per quest’anno non dovessimo riemettere buoni del tesoro nuovi per pagare quelli in scadenza, ci troveremmo all’improvviso in attivo, escluso l’effetto del corona virus. Anche le nostre banche tirerebbero un discreto sospiro di sollievo, ma non quanto quelle tedesche, visto che i rendimenti dei nostri bond sono ovviamente più alti e non disprezzabili. Lo Stato però si troverebbe, improvvisamente nella condizione di far calare il rapporto deficit/PIL anche al di la di quanto permesso dalla BCE, perché potrebbe investire circa un 3% del suo pil come aiuti straordinari alle imprese, sono quasi 60 miliardi, quindi più di quanto già deliberato, ed avere un disavanzo inferiore all’1% di pil.
Con queste manovre, NON si andrebbe in deflazione e quindi il deficit farebbe aumentare il debito in valore assoluto ma non in termini reali. Di fatto il rapporto debito/PIL reale diminuirebbe.
Gli altri Stati europei si ritroverebbero più o meno in mezzo a questi estremi e quindi per farla breve, ne avrebbero un vantaggio tutti quanti.
Basterebbe continuare nello stesso modo e in sostanza, senza bisogno di altre grandi manovre, l’Europa uscirebbe dall’empasse. tutta insieme solidalmente, senza che nessuno debba rimetterci niente o pagare per qualcun’altro.
Ho parlato, all’inizio, di una BCE che si fa carico di TUTTO Il debito pubblico Europeo.
Ma non ce n’è bisogno, in realtà. Basterebbe che si facesse carico di tutto il debito in una percentuale rapporto debito/PIL del debito del paese con il debito più basso. Oppure, se la Germania accettasse, fino al comporto del debito medio europeo ( che è intorno all’85% del pil europeo attualmente). Oppure, ancora, fino al famoso 60% del pil che è la percentuale di riferimento prevista dal fiscal compact. In questo modo i paesi più virtuosi si troverebbero con zero debito e quelli meno ( come noi) con una percentuale modesta del medesimo.
Chi ha speso di più non verrebbe quindi avvantaggiato rispetto a chi negli stessi decenni, ha speso di meno. Inoltre, poichè per noi la% di debito pubblico  che dobbiamo ripagare ogni anno è una % più alta del nostro pil ( se la durata media dei nostri titoli è di dieci anni, il debito/pil è il 135%, ogni anno scadono titoli per il 13.5% del debito). Avremmo una intensità di aiuti maggiore, che però finirebbe prima.
Alla fine, tra dieci anni ( immaginando di continuare questa politica fino a compimento) rimarremmo con un debito/PIL del 55%, quindi sotto il fatidico 60% mentre la Germania starebbe ancora calando, con i suoi titoli mediamente duraturi…verso lo 0%. Avrebbe quindi più spazio per politiche a lungo termine rispetto a noi.
Come si vede la cosa no darebbe vantaggi o regali a nessuno ma aiuterebbe chi è più in difficoltà a risollevarsi con le sue forze, grazie a vantaggi immediati proporzionalmente maggiori.
Starebbe a noi sfruttare l’opportunità, perché la ghigliottina inf fondo ai dieci anni sarebbe pesante. Ma, non c’e’ bisogno di dirlo, qualunque sia il metodo che sceglierà l’Europa, il discorso varrà ancora a maggior ragione. Il vantaggio di questo scenario è che ci da dieci anni di tempo per provare a fare sul serio e mantiene una coesione europea. Lo svantaggio è che la BCE, allo stato NON può acquistare direttamente i titoli pubblici all’emissione.
Qui arriva il bello: Qui si propone di acquistare i titoli in scadenza direttamente dai detentori, al prezzo di facciata. Il che costituisce un GRANDE vantaggio per chi le detiene. Perché i titoli in scadenza, quando si intravede la possibilità di tassi in rialzo, scottano. Perché dovrei tenermi un decennale ad un tot quando si stanno emettendo buoni a 3 mesi con lo stesso tasso? sarò pronto a rivenderlo ad un prezzo leggermente più basso, pur di trovarmi con un titolo meno rischioso e più rapidamente liquidabile in caso di necessità. L’impressione infatti è che si farà di tutto per tenere su l’economia, anche al prezzo di rialzare l’inflazione e quindi i tassi.
Insomma: finora la BCE ha comprato sul mercato secondario i buoni del tesoro emessi dai singoli stati ( non può acquistarli direttamente all’emissione perché glie lo vieta il regolamento di fondazione). L’ha fatto per evitare che i tassi di aggiudicazione salissero troppo, per mancanza di compratori. Ora, dovrebbe concentrarsi sul comprare i buoni in scadenza, senza chiedere agli stati di onorarli.
Abbiamo visto che praticamente ogni Stato ha una banca ha almeno una grande banca a capitale pubblico che potrebbe acquistare da tutti i creditori i buoni in scadenza nell’anno solare e poi metterli vendita sul mercato secondario, dove li potrebbe comprare la BCE…
Ma qui andiamo al di la delle capacità del cittadino medio.
Ovvero della Lavandaia di Via dell’Oche.
Andiamo al quid e conclusione:
Per la BCE non si tratterebbe di fare qualcosa che NON può fare.
Ma di NON fare qualcosa che potrebbe fare.
Ovvero: NON richiedere ai singoli Stati di onorare i buoni del tesoro nelle sue mani, via via che scadono.
E continuare a fare quel che già fa: acquistare quelli in scadenza/scaduti, dai singoli detentori, purché essi NON siano Stati.
Non solo questo lo può fare: lo fa da anni (il famoso whatever it takes di Draghi)”
Potrebbe darsi che questo sia possibile.
Se lo fosse, beh, sarebbe bello se qualcuno più bravo della lavandaia tracciasse uno scenario plausibile.