La prima borsa di studio che ho preso era sull’utilizzo delle reti neurali artificiali per la previsione delle piene. Era trenta anni fa.
L’argomento continua ad interessarmi.
GBT4 e’ la prima rete neurale artificiale a raggiungere la connettività di un cervello umano.
Circa centomila miliardi di connessioni.
Sic.
Un cervello umano, oltre che pensare, deve occuparsi, come sappiamo, di un sacco di altre cose. Quindi non sappiamo quanto sia davvero complessa la parte “senziente”.
Non sappiamo quindi, nemmeno quali siano le capacità di chat gbt 4.
Il beta testing serve per scoprirlo.
Una certezza: siamo già oltre, MOLTO oltre, le capacità di Hal 9000 del film 2001: Odissea nello spazio.
Ho voluto testare la creatività, ad esempio, creatività finalizzata ad uno scopo preciso.
Ed anche le capacità di astrazione: ovvero capire come dovrebbe essere elaborato un dato argomento in un particolare contesto.
E capirlo relativamente ai fini generali, legati al contesto, alla strategia storica, al portato culturale e come tali non immediatamente intuibili.
Nemmeno per un umano che non abbia dimestichezza con “la temperie culturale” connessa a quel contesto.
Veniamo al punto:
Stavo camminando in aperta campagna dalle parti di San pietro a grado, nell’ultima tappa del cammino di San Jacopo, gli ho dato un compito: scrivere un discorso dell’angelus basato sui guardrail. Stavo infatti divertendomi a commentare qualunque cosa vedessi in termini apostolici, ecumenici e/o di esegesi architettonica, per passare il tempo e fare ridere la mia compagna di camminata.
Villini anni ‘70, suv, cassonetti, rugginosi rottami agricoli, tutto.
Ma di fronte al guardrail, che lei mi aveva additato, mi ero arreso. No, vabbè’ l’esegesi mistica del guard rail, non ie la fo’…
Beh gbt4 no…
Pietro:
Scrivi un discorso dell’angelus, basato sui guardrail.
Carissimi fratelli e sorelle,
in questo Angelus domenicale, vorrei riflettere con voi sull’importanza dei guard rail nella nostra vita spirituale.
Come sapete, i guard rail sono delle barriere di sicurezza poste lungo le strade per proteggere i conducenti da incidenti e pericolose cadute. Allo stesso modo, nella nostra vita, ci sono dei “guard rail” che ci proteggono dalle tentazioni e ci aiutano a rimanere saldi nella fede.
Questi “guard rail” spirituali possono essere rappresentati dalle Sacre Scritture, dalla preghiera, dalla partecipazione alla Santa Messa e ai sacramenti, dalla vita fraterna nella comunità cristiana e dall’ascolto dei santi insegnamenti della Chiesa.
Quando ci sentiamo smarriti o tentati dal peccato, dobbiamo appoggiarci su questi guard rail spirituali per rimanere sulla giusta strada e per evitare di cadere nell’abisso della disperazione.
Nel Vangelo di oggi, Gesù ci invita a non giudicare gli altri e a non essere ipocriti, ma a guardare prima alla trave nel nostro occhio. Questo ci ricorda che non siamo perfetti e che abbiamo bisogno di protezione e aiuto lungo il nostro cammino di fede.
Perciò, cari fratelli e sorelle, preghiamo insieme perché possiamo sempre essere protetti da questi guard rail spirituali e perché possiamo avere la forza di rimanere fedeli al nostro cammino di fede, anche nei momenti difficili.
Oh Santo Angelo custode, prega per noi e veglia su di noi come un guard rail protettivo lungo il nostro cammino verso la salvezza eterna.
L’inverno è stato lungo. I vecchi non ce l’hanno fatta. Molti dei cacciatori sono magri e deboli.Tre mezzi hanno il motore rotto, per il carburante bio-sintetico pessimo. Comunque, e’ così dispendioso, estenuante, farlo, che di fatto abbiamo rinunciato.
Qualcuno ha deciso di abbandonare la caccia. Anche perché, senza mezzi, non riusciamo a raggiungere le prede più grosse, che hanno cambiato le loro abitudini per stare alla larga da noi. Inoltre gli zot si sono stabiliti nella pianura.Con grandi arnesi su ruote hanno rimosso tutti i rottami sparsi qua e là, vestigia dei tempi della grande devastazione, in un grande mucchio, pian piano suddiviso in mucchi più piccoli ed ordinati. Al loro posto hanno messo degli oggetti scuro e rettangolari che raccolgono l’energia senza fine del sole.Hanno anche innalzato delle torri, che abbiamo creduto fossero per l’avvistamento, finché non vi hanno montato delle grandi ali che ruotano intorno ad un centro, sempre per raccogliere energia.Ora coltivano la terra, una cosa che noi non sappiamo fare, ne abbiamo mai fatto. Sono in forze, ben vestiti, vivono in case, come gli avi distruttori di tanti anni fa.La sera, fanno musica. La sentiamo arrivare, accresciuta da qualche loro congegno.In-Iett-Or e Centr-A-Lin, sono andati a vivere con loro, accolti in amicizia. Tornano a trovarci, raccontandoci di tutte le cose che stanno imparando e di come gli Zot siano finalmente liberi dalla schiavitu’ dell’energia, dalla necessità di predare gli oleotir, dagli stenti, dal freddo, dal caldo, dalla guerra per l’ultima riserva, che abbiamo conosciuto nelle ultime dieci generazioni….I giovani stanno andando tutti con loro.Noi restiamo qui, ancora per un poco, per non lasciare soli gli ultimi anziani, persi nei loro deliri…Bruuum bruuuuum bruuuum, li sento mormorare ad occhi chiusi, mentre assaporano il ricordo dei gas di scarico carichi di promesse della loro gioventù…Il PaOLEOlitico sta finendo.E’ stato bello, finché e’ durato, o forse come tutte le cose, le apprezziamo solo quando le dobbiamo lasciare.In verità, Ora che ci penso, non è mai stato bello.Quel che era bella, era la speranza in un futuro migliore, di cui ci dava l’illusione. Ora sappiamo che era un’illusione.Gli Zot forse analogamente si illudono.Ma e’ una illusione che vale la pena di perseguire.Il futuro è loro.Ed e’ giusto così. Friz-i-On, prima lancia del clan dei Park-Egg
Oggi e’ cominciata come una bellissima giornata. Alzati di buon, ora, rifocillati con la consueta colazione di focaccia di grilli in salsa oleò sintetica, ci siamo guardati intorno per pianificare la giornata di caccia.
Marm-Itt, il nostro capo caccia, ci ha ricordato che era ormai arrivato il tempo della grande transumanza, quando sconfinate mandrie di Oleotir si spostano dalle torride terre del desertico sud, dove si radunano intorno ai pochi pozzi ancora produttivi, verso le gelide lande del Nord, dove scambiano fusti di prezioso nettare fossile con primizie di stagione, marmellate ed altre delizie alimentari.
In effetti, in lontananza, al di là delle terre perdute, vetrificate ed ancora nocive, dopo cinquanta anni dal grande bum, si alzavano gli ordinati polveroni delle mandrie in movimento.Abbiamo organizzato la caccia come al solito.Piccoli gruppi provocatori che deviassero gli oleotir più lenti verso una zona predisposta per l’imboscata… solite cose.C’è stata in novità, brutta.Gli oleotir questa volta erano accompagnati.Ma non dalle solite blindosbanda V6.Quelle le conosciamo: pericolose ma pesanti e con serbatoi modesti, rispetto ai consumi. Dopo qualche ora di inseguimento, dove noi ci diamo il cambio, devono fermarsi a rifornire. Con loro si ferma anche la mandria. In qualche caso fortunato, uno degli oleotir si ferma a biberonarli. A quel punto, gioco facile. Ma questo volta c’erano gli Zot. O meglio: una loro Tribù mercenaria che non ha bisogno di linfa. I loro blindozot sono nutriti dal sole. Hanno delle grandi ali che non servono per volare ma li alimentano mentre si muovono.Non si fermano, se non di notte, quando tutta la mandria si accampa in circoli difensivo inpenetrabili.Non solo: la loro velocità media non è alta ma sono capaci di scatti rapaci con cui hanno potuto speronare tre di noi.Pist-On e Karb- Urator si sono ribaltati più volte. Karb-Urator ora sgassa e sgomma nell’altra dimensione. Pist-On ha strappato una fascia e dovrà starsene tranquillo in caverna per almeno un mese.La figlia di Karb-Urator, Centr—A-Lin e il suo fidanzato, i-niet-or continueranno sulla strada tracciata, terminato il lutto.
Dopo una settimana di caccia, siamo tornati a serbatoi vuoti. In lontananza dall’alto del nostro rifugio, sotto una cengia rocciosa, abbiamo visto pian piano scomparire l’ultima mandria di oleotir. Presto sarà inverno. Come faremo? Raccogliamo strame dei bovini che liberamente pascolano, dove ancora c’è erba, provando a fermentarla e distillarla per farne Nuova linfa per i nostri mezzi.
Il Super Bonus: un costo che non c’è, una politica che non lo sa. Forse.
Il Ministro Giorgetti, a margine dell’approvazione del decreto legge sul blocco della cessione del credito del Superbonus, ha più volte affermato cose non vere.
Il ministro, a quanto riportano gli organi di stampa, ha affermato “politica scellerata usata anche in campagna elettorale e che ha prodotto beneficio per alcuni cittadini ma posto alla fine in carico a ciascun italiano 2mila euro a testa.” ribadendo che il costo della misura per lo Stato risulta essere di 110 miliardi.
Che non siano vere, è un fatto, non opinabile. Resta da decidere se l’abbia detto perché non consapevole di stare affermando una falsità o coscientemente. In entrambi i casi, si rivela completamente inadeguato alla posizione che ricopre o perché non in grado di affrontare in termini elementari un tema di tale rilevanza, visto che coinvolge decine di migliaia di imprese e centinaia di miglia di incolpevoli cittadini e lavoratori o perché pronto a distorcere la realtà a favore di un disegno politico che ignora l’interesse del paese, delle imprese, dei lavoratori, dei cittadini.
Sono seguiti alcuni giorni di polemiche, con il consueto batti&ribatti tra governo ed opposizione che sembra fatto apposta per confondere i cittadini.
Ieri, finalmente rimessasi dall’influenza, la Presidente del Consiglio ha fatto affermazioni, se possibile, ancora meno veritiere.
E’ il Capo del Governo, che parla, sia pure informalmente, a tutti noi. Quel che dice, va preso sul serio.
Che qui andiamo a smentire, nitidamente, pezzo pezzo, virgolettato per virgolettato.
“il superbonus è costato circa 2mila euro( a cittadino) …circa 105 miliardi“. L’aveva detto Giorgetti, L’ha ribadito anche la Presidente del Consiglio.
FAKE NEW
In Italia siamo 60 milioni di cittadini ( e spiccioli).
Il superbonus, finora ( dati ufficiali ENEA) ha generato: 12, 3 miliardi di detrazioni nel 2021 e 51,3 miliardi nel 2022. SONO 63 MILIARDI e spiccioli. Si raggiunge la cifra di 110 miliardi solo sommando il bonus facciate ( 20 miliardi) e tutti gli altri bonus, sismico, ecobonus ordinario, etc che valgono circa 30 miliardi. In realtà dei 60 miliardi di euro di teorici costi per le casse dello Stato, la metà, sotto forma di Iva, Irpeg, irpef, contributi previdenziali etc etc, vengono ripresi nello stesso anno di imposta, quindi immediatamente.
Per intanto i 60 miliardi diventano poco più della meta, spalmati su almeno quattro anni, meno di 8 miliardi di euro l’anno. Tutto questo senza contare gli effetti moltiplicatori del reddito e del pil generati dal superbonus, tanto maggiori quanto maggiore è la circolazione del credito fiscale. Di seguito una quadro elaborato da ANCE
2) “moltissime truffe, circa 9 miliardi di euro di truffe ” QUASI fake new. Le truffe ci sono state. Per miliardi, a Giugno erano già 5 miliardi accertati, ma riguardano nella quasi totalità il bonus facciate ( 51% del totale a febbraio 2022) l’ecobonus ordinario ( 37)% e solo marginalmente ( rispettivamente l’ 1% ed il 9%) il superbonus ed il sismabonus.
Per un motivo molto semplice: le certificazioni ed asseverazioni obbligatorie, praticamente da subito, per questo genere di bonus, mentre non erano necessarie per i bonus facciate ed eco. Sintesi: vi sono truffe nel settore dei bonus edilizi ma non riguardano, nella stragrande maggioranza il superbonus e sono comunque riferibili ai primi, confusi, passi della misura.
3) “se lasciassimo il superbonus così com’è non avremmo i soldi per fare la finanziaria” SUPERFAKENEW: i crediti fiscali, quando come e SE esigibili, sono esigibili da chi si presenta all’incasso, presso lo stato, in un periodo variabile tra quattro e dieci anni. A seconda del tipo di bonus e di quando è stato accreditato. Prendiamo l’ipotesi più restrittiva e semplifichiamo al massimo: Considerando solo il superbonus, i 60 miliardi di euro di superbonus genereranno ( ammesso che siano tutti esigibili!!) 15 miliardi di euro l’anno di crediti fiscali che per lo Stato si tradurranno in minori introiti. A fronte di questi miliardi di euro di minori introiti, abbiamo visto, si generano MAGGIORI introiti, dovuti ad iva, imposte, tasse, contributi etc etc, per oltre 28 miliardi. I conti, nel 2021 e 2022 si sono chiusi IN ATTIVO, sul fronte Bonus, generando maggiori introiti e non minori! Da notare che la recentissima direttiva europea sulle modalità con cui si deve calcolare il bilancio dello Stato lascia libera scelta ai paesi di calcolare i crediti fiscali come minori entrate, anno per anno e non come maggior debito, tutto insieme. Ovvero, per la CE è ok calcolare il credito derivante dal superbonus nel modo indicato. A tutti gli effetti, non solo i soldi per fare la finanziaria non possono mancare a causa del superbonus ma anzi il superbonus , almeno finché è durata la cessione del credito ha contribuito a migliorare il bilancio dello Stato, anche senza contare gli effetti, imponenti sull’economia ( si stima che da un terzo alla metà della crescita economica del 2021 e 2022 sia stata generata dalle varie misure di bonus ) . Avere bloccato la cessione del credito nel 2023 PEGGIORA i conti dello Stato, dato che rende immediata e più rapida e certa la presentazione “all’incasso” dei crediti. Al contrario di quel che sarebbe successo se i crediti fiscali avessero potuto circolare liberamente.
4)«cercare soluzioni per evitare il tracollo di migliaia di aziende. Abbiamo fatto un altro decreto che impedisce l’acquisto di crediti da parte delle pubbliche amministrazioni, perché quella specie di moneta parallela rischiava di impattare sui bilanci degli enti locali . Poi abbiamo detto che in futuro non sarà più possibile cedere quei crediti, perché è uno dei modi più efficaci per aiutare gli “esodati del 110”, cioè chi è rimasto con i crediti in mano» Doppia SUPERFAKENEW con avvitamento e non sequitur.
Per intanto: è VERO: acquisire da parte delle Pubbliche amministrazioni locali i crediti incagliati dalle piccole e medie imprese rimaste con il cerino in mano impattava sui bilanci di dette PPAA.
In senso POSITIVO.
Per motivi ovvi: come il credito di imposta era ceduto alle banche per una percentuale del suo valore di facciata, così permettendo margini interessanti alle banche, così sarebbe stato ( ed è!!!, per chi si è mosso velocemente) anche per le PPAA. I sessanta miliardi di superbonus sarebbero diventati circa sei o più miliardi di euro di UTILI per i bilanci degli enti locali, che avrebbero potuto spendere questi soldi per Ospedali, scuole ed in generale servizi al cittadino ed investimenti connessi.
Tont new: un minimo di attenzione a quel che si dice, da parte di chi ci rappresenta non guasterebbe.
Certo, potrebbe darsi che si sapesse quel che si stava dicendo. E questo sarebbe ancora più grave.
Veniamo alla povere piccole e medie imprese del settore edile rimaste con miliardi di crediti non esigibili. Stiamo parlando di decine di migliaia di imprese e centinaia di migliaia di lavoratori e famiglie. Ben di rado è successo che una singola misura presa in un Decreto Legge, quindi senza passare dal parlamento, provvisoria, potesse danneggiare cosi tante persone, imprese ed economie locali.
L’affermazione “ in futuro non sarà più possibile cedere quei crediti, perché è uno dei modi più efficaci per aiutare gli “esodati del 110”, cioè chi è rimasto con i crediti in mano”.
E’ un tragico “Non sequitur”, ovvero che dalla premessa NON segue la conclusione.
Più o meno come dire che, per proteggere qualcuno dalle violenze, lo percuoto con un nodoso randello. Considerando che si gioca con la vita delle persone ed il futuro del paese e dell’economia, si può serenamente dire che è vergognoso farlo con tanta leggerezza ed approssimazione.
Si potrebbe continuare ma ve la risparmiamo.
Resta da chiedersi: che senso ha in termini politici questa manovra? In termini di bilancio dello Stato, abbiamo sommariamente visto ne ha ben poco. In termini politici è suicidale:Mettere sul lastrico migliaia di imprese incolpevoli e centinaia di migliaia di lavoratori ( gli esodati del superbonus) non sembra esattamente una idea politicamente geniale.
Sembra evidente quindi che la decisione è stata presa con l’intento preciso di bloccare la misura, per motivi che non pertengono al bilancio dello Stato ne, in termni immediati, alla politica. Quindi è proprio il concetto di credito fiscale, ovvero moneta fiscale quello che si è inteso colpire. Anche a costo di generare un danno immediato e duraturo per il paese. Anche a costo di dimenticarsi che la Direttiva Comunitiaria EPBD, appena firmata a Bruxelles, che, nota bene, ha preso le mosse proprio dal superbonus italiano, ci imporrebbe non solo di istituzionalizzare i bonus edilizi, per almeno un decennio, ma di triplicare la velocità di ristrutturazione attuale che è già circa il triplo di quella precedente al superbonus, che si “ muoveva” al ritmo di un 1% di edifici ristrutturati ogni anno. Quel che avremmo fatto in cento anni dovremo farlo in dieci.
Sembra assolutamente evidente che non solo i bonus edilizi devono restare ma devono essere pensati in maniera da risultare ancora più attrattivi per tutti, anche coloro che non si possono permettere le ristrutturazioni.
Altrimenti pagheremo penali miliardarie, saremo meno competitivi rispetto ai nostri vicini, il mercato immobiliare collasserà e con esso probabilmente il settore delle costruzioni…uno scenario da incubo, se mai ve ne fu uno.
La morte non va mai molto di moda. Ma si porta su tutto e sopratutto su tutti. Esiste un sito, funerali.org, che almeno, apotropaicamente, la tratta come un normalissimo settore merceologico.
Pere che gli affari, in Europa, vadano MOLTO bene.
Da questo vivificante sito sono passato a quello delle statistiche europee relative. Sintesi fattuale: e’ in corso un’anomalia di mortalità paragonabile a quella dovuta al covid.
L’anomalia e’ presente in tutte le classi d’età ma è più visibile nelle classi d’età più giovani.
In questa callsi di età fino a 44 anni questa è l’UNICA seria, anomalia neil tasso di mortalità degli ultimi cinque anni. Questo perché queste classi d’età NON erano state significativamente toccate dal Covid, come e’ noto. Per quelli con più di 40 anni, l’impatto sembra paragonabile ai momenti peggiori delle varie ondate di Covid. Naturalmente la spiegazione ufficiale, peraltro riscontrabile a stento, e’ che si tratta di influenza, particolarmente insidiosa. Fosse vero, non spiegherebbe l’aumento di mortalità nelle classi più giovani. Fosse il covid, sarebbe un aumento di mortalità, su tutte le classi, paragonabile a quello causato nei momenti peggiori. Sarebbe la prima volta che il covid colpisce serimaente anche i giovani.
E’ un nuovo morbo ancora non dichiarato? Una variante del Covid aggressiva? Un effetto dei vaccini? Quest’ultimo argomento, ovviamente, appena affrontato fa alzare scudi e spadoni medioevali a si-vax/no-vax schierati in ordine di battaglia. Me me chiamo fuori. Una cosa che farei notare è però la presente: la mortalità è aumentata ai livelli massimi dei picchi epidemici ma le terapie intensive e le corsie degli ospedali sono attualmente non particolarmente affollate. Qualunque sia il motivo, quindi, sembra portare a una morte rapida, poco o per niente ” ospedalizzata”.
Sia quel che sia, sembra opportuno saperlo, sembrerebbe opportuno farsi qualche domanda, che dite?
Qui i dati originali. https://www.euromomo.eu/graphs-and-maps/
Perinde ac cadaver Quante volte avete letto questa locuzione? Di solito si interpreta: fino alla morte. Obbedienza fino all’ultimo.
In realtà, Ignazio di Loyola intendeva: obbedienza cieca, assoluta, come un corpo morto:
”Persuasi come siamo che chiunque vive sotto l’obbedienza si deve lasciar portare e reggere dalla Provvidenza, per mezzo del superiore, come se fosse un corpo morto (“perinde ac cadaver”), che si fa portare dovunque e trattare come più piace”.
Bene: Questa locuzione rispecchia perfettamente la decisione della BCE di rialzare i tassi, per combattere l’inflazione.
Rialzare i tassi significa, prima di tutto, un buon affare per le banche, che si vedono ormai raddoppiati gli interessi sui mutui.
In generale, per i grandi capitali. L’inflazione diminuisce il valore del denaro. Erode i grandi capitali.
Ovviamente la presidente ( p minuscola non casuale) della BCE, con aria addolorata, spiega come l’inflazione eroda i risparmi della gggente, i sudati soldini che tanto hanno faticato ad accumulare. Peccato che rialzando i tassi si rallenti l’economia fino a portarla alla recessione. Il costo del denaro, gli interessi sul mutuo che le famiglie pagano, sono già raddoppiati.
un’economia che si ferma e’ un’economia che lascia le persone senza lavoro e quindi, molto rapidamente, senza risparmi.
Questo, in termini generali. Nel caso specifico le cose vanno pure peggio: buona parte dell’inflazione ha origini esogene: NON è dovuta al surriscaldamento dell’economia ( anzi!!) ma all’aumento dei costi delle materie prime, petrolio e gas in primis. La domanda di questi beni e’ rigida: per ottenere piccole oscillazioni nella domanda si devono avere oscillazioni molto più grandi nell’economia. Per raffreddare i prezzi ALMENO del 10% (l’inflazione in Europa sta da quelle parti) bisogna raffreddare la domanda almeno di qualche percento. Ve lo devo dire? Un aumento di dieci volte dei prezzi del gas ha fatto calare la domanda di qualche punto percentuale. Forse del dieci per cento. Ed ha azzerato la crescita. Peraltro, i prezzi restano alti e risaliranno quando, ad Aprile, si aprirà la corsa a riempire gli stoccaggi vuoti.
In sostanza, l’inflazione, che dipende dai prezzi delle materie prime, origine esogena, non scenderà fino a che i prezzi non scenderanno. Non basterà una tregua o la fine della guerra in Ucraina, ovviamente. Credete che ricominceremo a fare affari con la Gazprom come niente fosse successo?
per costruire un’alternativa ci vorranno soldi e tempo. Molti soldi, molto tempo.
Nel frattempo i prezzi delle materie prime resteranno alti, al massimo di quello che l’economia mondiale può permettersi senza collassare. In questo contesto, la politica della BCE avvicina il collasso. Aumenta le probabilità di un Minsky point, di un cigno grigio o nero, etc etc. Frenare l’economia nel momento in cui già zoppica può portare all’esplosione dei protesti e quindi del sistema bancario.
Per difendere il denaro, loro unico Dio anzi: dio, rischiano di ucciderlo.
il denaro e’ fiducia nell’utilita’ differita nel futuro rappresentata, giustappunto, dal denaro stesso. Nel momento in cui il futuro si chiude, gli scenari sono di peggioramento, il valore del denaro si riduce. Di fatto, cercando di difendere i grandi capitali dall’inflazione, rischiano di fare collassare il sistema.
E quindi farli direttamente scomparire, i grandi capitali.
Ma allora, perché lo fanno? Sono stupidi?
Ciascuno si dia la risposta che può.
ecco la mia: Perché hanno giurato fedeltà circa ed assoluta al loro dio. Obbediscono senza alcuna considerazione personale. Come corpi morti portati di qua e di la.
Ero un pipistrello felice. Con migliaia di miei simili vivevo in una bella e comoda caverna, in oriente. Un giorno sono arrivati degli esserini, brutti, gnudi, sudici e rumorosi, che hanno cacciato gli orsi con cui condividevamo da millenni la nostra dimora. Essendo ignudi, erano malaticci.
Tentavano di scaldarsi con grandi fuochi, che hanno fatto ammalare e poi hanno scacciato tanti miei simili. Ma si ammalavano lo stesso anche loro, perché anche a loro respirare tutta quella fuliggine non faceva bene.
Un giorno, una folata di vento ha spinto il fumo nell’angolo di caverna dove stavo io. Soffocato, stordito, mi sono alzato in volo, ma, accecato, ho sbattuto contro una stalattite e sono caduto.
Mi ha raccolto un giovane uomo, si chiamano così, quegli esseri ignudi, mi ha guardato, con gli occhi arrossati, con il naso gocciolante, con un colorito paonazzo, che denotava come fosse ammalato e forse per quello ridotto al poco gratificante compito di sterminare la mia inerme specie e non qualche fiero predatore primario o qualche erbivoro apicale.
Poi, mentre aspettavo la mia inesorabile e dolorosa dipartita, infilzato in uno spiedo come alcuni miei compagni che già avevano subito la stessa fine, un attacco convulso di tosse l’ha colpito.
Sono stato accolto da una nuvola di goccioline di secrezioni dell’orrido troll, e lasciato cadere.
Mentre l’energumeno si dava grandi colpi sul torace e sbatteva le zampe anteriori qua e là, barcollando sono risalito su una parete ed ho spiccato il volo, libero.
Sono passati tre giorni ed ho un malessere mortale. Il mio respiro e’ affannnoso, la febbre mi assale. Si avvicina l’inverno, sento che non rivedrò le belle notti d’estate.
Nel dormire accanto ai miei cari, ai miei simili, stretti stretti, per difendersi dall’umidità e dal freddo notturno, nei pochi angoli di caverna dove non arriva il fetore di quelle laide bestie, ho trasmesso, senza volere, il mio morbo ad altri. Così che ora siamo in tanti, ammalati e forse, entro breve, lo saremo tutti.
I più forti e fortunati vedranno ancora la pallida selene illuminare con la sua inconsapevole luce le fervidi notti estive.
Noi, che ce ne andiamo, possiamo solo lasciare un testamento morale: evitate l’uomo, se potete. Rendetegli la pariglia, quando sarà il momento.
Sono un pipistrello, amo la notte. Pure, ora che si avvicina quella finale, tra un brivido ed un colpo di tosse, agogno di vedere il sole. Forse sbagliammo a rifugiarci nelle caverne. Forse sbagliammo a non affrontare ogni giorno, coraggiosamente, la sfida della vita, come i nostri cugini di terra, nutrendo beffardamente i nostri predatori, nella consapevolezza che il numero e’ forza e la furbizia vince sia il numero che la forza.
Compatisco infine, quelli esseri ignudi, che non accontentandosi di sterminare il resto del creato con le loro ridicole ma tragicamente efficaci armi, ora cercano anche di ammorbarlo, con le malattie che la loro condotta sconsiderata, allontanatisi dai loro territori, provoca e provocherà.
Un progetto in corso di approvazione per una casaclima “attiva”, sulle colline di firenze
Riprendo dal post precedente.
Dicevamo degli effetti, comunque positivi del Superbonus con costi REALI per lo Stato quasi nulli o addirittura on un utile netto per lo Stato…
Ma è la migliore misura possibile? Beh… ovviamente no.
Intanto perché a causa dell’enorme complessità raggiunta, una buona percentuale dei costi vanno in parcelle professionali per le asseverazioni, certificazioni, vidimazioni varie, che zavorrano di oneri quasi intollerabili committenti, progettisti, direttori lavori.
Poi perché l’aver compresso i tempi della misura ha comportato una corsa, un vero e proprio assalto alla diligenza.
Infine perché le modalità di cessione del credito hanno comportato notevoli limiti, ormai prossimi ad essere raggiunti, nella capacità di accettare ulteriori crediti ceduti da parte delle banche e delle altre istituzioni finanziarie.
In sostanza solo lo 0.5% delle abitazioni, pare, verrà interessato da lavori riferibili al sismabonus o al superbonus.
Una frazione trascurabile!!
Oltretutto tipicamente abitata da cittadini mediamente piu’ acculturati e benestanti della media, per i motivi poc’anzi indicati.
Urge quindi una proposta che riprenda in mano gli interessi ambientali e strategici rispettivamente del pianeta e del sistema paese.
L’Italia è infatti fortemente dipendente dall’estero per l’approvvigionamento energetico e lo sarà ancora per lungo tempo anche attuando una politica di transizione all’energia rinnovabile la più possibile aggressiva.
Quindi appare vitale intervenire rapidamente ed efficacemente sul fronte della riqualificazione e rigenerazione edilizia, ma con norme che siano agili, facilmente comprensibili ed affrontabili da parte dei cittadini.
Partiamo da una evidenza: né all’ambiente né al paese importa, da un punto di vista funzionale, COME si arrivi a consumare meno energia da fonti fossili ed a conseguire un dato risultato in termini di emissioni di CO2: importa che il risultato sia reale, verificabile in modo semplice, duraturo nel tempo.
Ecco quindi che appare opportuno concepire un nuovo SUPERECOBONUS 2.0 a partire proprio dai kg di CO2 per anno, dal metano consumato, verificabili direttamente a partire dai consumi ex ante ed ex post intervento.
Ovviamente questo è possibile anche quando si risparmia energia elettrica ( Basandosi sul mix energetico medio di produzione della stessa) o quando si passa dal metano all’elettricità. In tutti questi casi il cittadino si impegna a limitare i suoi consumi ed a mantenerli al di sotto di quanto dichiarato, per un periodo che dovrebbe andare da cinque a venti anni e ne riceve un credito fiscale in proporzione al taglio delle emissioni ottenuto.
Interessa il risultato, che andrà mantenuto e confermato anno dopo anno, non come ci si arriva.
Appare infatti piuttosto illogico l’enorme proliferare di certificazioni, asseverazioni, verifiche, etc del meccanismo attuale.
Perchè l’ente controllante, Agenzia delle entrate, potrà solo verificare l’esistenza di tutte le certificazioni richieste e della reale esecuzione dei lavori ma non già l’effettivo miglioramento ottenuto che dipende non tanto e non solo dai materiali utilizzati e lavori fatti, ma dalle modalità con cui vengono realizzati gli interventi.
Il Super Ecobonus 2.0 intende semplificare fortissimamente l’approccio e ribaltarlo: valutato il costo, in termini monetari per il sistema paese, di un kg di CO2 emesso, o di un metro di cubo di gas consumato, si intende retrovertire questo costo al cittadino che si impegni a ridurre i suoi consumi residenziali, in maniera verificabile, per un periodo da determinare ma che potrebbe essere da ventennale a decennale. Sotto forma di sgravi fiscali cedibili senza limite.
Niente complicazioni e certificazioni. Semplicemente un controllo costante e mensile sul 100% dei richiedenti.
Come?
Nel modo più elementare, sulla base delle bollette luce e gas.
Infatti chi accede al Superbonus 2.0 accetterà di entrare in un regime sorvegliato: i suoi consumi dovranno essere congruenti con la riduzione dichiarata, a pena di cessazione immediata del beneficio.
Fine dei furbetti e fine delle false certificazioni etc etc.
Il controllo sarà certo ed immediato ma verrà data piena libertà all’animal instict del singolo.
Se, per paradosso qualcuno riterrà di ottenere i contributi a fronte di una semplice rinuncia alla climatizzazione della casa, anche questo sarà accettabile.
Come scritto al pianeta ed anche al sistema paese interessa poco come si arrivi a conseguire il risultato di ridurre emissioni e consumi di energia da fonti fossili: basta che lo si faccia DAVVERO.
Ma QUANTO varrebbe, ipoteticamente un contributo del Superbonus 2.0?
Innanzitutto sarebbe opportuno riconoscere un bonus pari al costo di mercato pagato dall?Italia attualizzato sulla media degli ultimi 5 anni ( per esempio) per ogni metro cubo di metano risparmiato rispetto alla analoga media sugli ultimi cinque anni, delle bollette.
A titolo di esempio , passando dalla classe G alla classe C un appartamento di 100 metri quadri risparmia circa 1000 Metri cubi di metano all”anno.
Se il prezzo medio del metano sul mercato europeo negli ultimi cinque anni è, per dire di 38 euro/MWh, ovvero circa 40 centesimi a Metro cubo, verrà riconosciuto 400 euro/anno per dieci o venti anni.
Inoltre verrà riconosciuto un bonus pari al costo economico di ogni Kg di CO2 risparmiato.
Qui il conto è più difficile:
A parte che esiste un costo ambientale anche per il metano casalingo ( vi sono perdite, per quanto piccole cfr https://www.nature.com/articles/s41586-021-03386-6#:~:text=The%20social%20cost%20of%20methane%20(SC-CH4)%20measures,policies1%2C2%2C3.)
anche sul costo economico del danno ambientale causato da ogni kg di CO2 emesso si varia ampiamente.
Un interessante doc, un poco datato, 2015, definisce il valor minimo.
Pone il costo ambientale sopra a 37 dollari a tonnellata ( e vorrei vedere!!) il valore deciso dal governo USA… sotto Trump. https://www.edf.org/sites/default/files/expertconsensusreport.pdf
I valori riportati dall’IPCC sono MOLTO più alti ed oscillano selvaggiamente da 200 a 2000 $ a tonnellata cfr. https://en.wikipedia.org/wiki/Social_cost_of_carbon
Se rimaniamo al risparmio di 1000 MC CH4 citato prima, come esempio tipico, Questi si traducono in circa 2 tonnellate di CO2 risparmiate.
Io sarei per considerare un valore alto, diciamo 1000 euro/tonnellata. Quindi circa 2000 euro/anno.
Ricordiamoci però, l’abbiamo visto, che ristrutturare grazie al bonus NON è un costo ma un beneficio, Keynesiano, per il sistema paese.
Ed anche questo deve essere retrovertito in qualche misura.
Anche se non è facile calcolarlo, io sarei per valutarlo come una proporzione almeno equivalente.
Secondo un coefficiente moltiplicativo su base keynesiana.
Ad esempio partendo da un moltiplicatore 3.5 Keynesiano si potrebbe ritenere congruo un coefficiente 2 da applicare agli sgravi.
Quindi il beneficio riconosciuto sarebbe di 2*(400+2000)= 4800 euro/anno, una cifra ottenibile in solido, per venti anni verrebbero 96mila euro/anno, esattamente come l’attuale superbonus, ma decurtata ad esempio del 20%, oppure a copertura di un mutuo con rata annuale di pari importo, 96mila euro, erogato da cassa depositi e prestiti.
In caso di scostamento dai valori attesi dei consumi partirebbe un richiamo, in caso di un secondo scostamento verrebbe sospeso il mutuo. Che verrebbe ripreso solo a seguito di una verifica da parte di un perito… etc etc.
La novità rispetto alla situazione precedente?
-Che si parte dai risultati OTTENUTI per riconoscere il bonus. Le dichiarazioni fallaci, o tout court false, i lavori mal eseguiti etc, si riflettono direttamente ed immediatamente sul bonus riconosciuto.
L’Agenzia delle entrate si era presa come impegno di controllare almeno il 2% delle pratiche di Superbonus, limitandosi tuttavia alla presenza di tutta la documentazione e quindi non entrando nel merito dei lavori concretamente eseguiti. Questa piccola rivoluzione copernicana offre invece la certezza del controllo e la certezza del parametro da considerare.
-Che si può pianificare un miglioramento incrementale e non rigido.
-Che niente vieta di migliorare la situazione gradualmente, che si evitano complicate asseverazioni che peraltro non garantiscono il risultato e ci si basa invece proprio sul risultato, non importa come raggiunto ( entro ampi limiti: non sarà permesso ovviamente bruciare pellet in città etc etc).
-Che non si stabiliscono barriere, blocchi, balzelli, certificazioni, asseverazioni, decine di adempimenti tecnici e burocratici che finiscono per drenare una buona percentuale delle risorse messe a disposizione, senza far risparmiare nemmeno un kg di CO2.
Si responsabilizza il cittadino: In cambio di un vantaggio economico importante, lo si vincola ad un comportamento responsabile, in cui risponde per il cattivo uso delle risorse.
Essendo il controllo immediato, totale e NON a campione, ma sul 100% delle richieste, resta poco spazio per i furbetti. (7)
Nel Luglio del 2020, grazie ad una lungimirante iniziativa dell’Onorevole Fraccaro, è stato approvato il primo di una lunga serie di decreti che hanno disegnato un nuovo percorso di efficientamento dell’edilizia privata italiana.
Lo scopo era almeno triplice:
1) Rispettare gli impegni internazionali presi dal nostro paese, in termini di riduzione delle emissioni climalteranti
2) Ridurre l’impatto della bolletta energetica sul sistema paese e sulle famiglie
3) Ridare ossigeno ad un’economia praticamente fermata da un anno di emergenza covid.
La strada indicata dal decreto era rivoluzionaria sotto molti profili:
Per la prima volta si prendevano esplicitamente in considerazione tutte le misure tecniche concretamente attuabili per migliorare l’efficienza energetica di un edificio;
Si imponeva il raggiungimento di un livello minimo di efficientamento ( due classi energetiche), si definivano interventi trainanti e trainati.
Si copriva il 110% della spesa, con l’intenzione, espressamente dichiarata, di consentire, in termini economici, la cessione del credito con un margine sufficiente a coprire i costi finanziari diretti ed indiretti di cessione.
La misura ha avuto un successo immediato, pur tra molte perplessità interpretative, che hanno imposto successive e numerose revisioni.
Le successive precisazioni, correzioni, interpretazioni, intervenute nel tempo, hanno cercato di rispondere alle problematiche ed ai dubbi interpretativi sorti nell’applicazione concreta, che ha visto spesso in difficoltà professionisti le imprese, i committenti ed anche l’agenzia delle entrate, chiamata a svolgere un compito interpretativo di una norma tecnica, per il quale non era ovviamente vocata.
Inoltre, l’entusiasmo suscitato dalla opportunità offerta dal Superbonus, insieme agli evidenti risultati positivi della sua applicazione, in termini di crescita del PIl e dell’occupazione, hanno praticamente imposto, ad un governo non sempre del tutto favorevole e volenteroso, di prolungare il superbonus anche per il 2022 e, per molte tipologie di edifici, il 2023.
Dopo un anno e mezzo dalla sua nascita, è tempo di fare il punto della situazione:
Cominciamo dall’aspetto che è universalmente ritenuto più rilevante: il costo della misura.
La corte dei conti ( link) ha accertato che il superbonus, lungi dall’essere un costo per lo Stato, è una misura che produce un bilancio POSITIVO per le casse dello Stato: rende più di quanto costi.
Come è possibile?
In breve: facendo emergere ogni singola voce di spesa, evita il sommerso, piuttosto diffuso nel settore edile e, nell’immediato, sotto forma di imposte ed Iva, recupera una buona percentuale del credito appena erogato.
Ma vi è di più.
Ovviamente quanto incassato dalle imprese edili, dai fornitori, dai dipendenti dei soci delle dette imprese viene in buona parte utilizzato per l’acquisto di beni necessari al funzionamento dell’impresa ed alla vita dei titolari, dei professionisti e dei dipendenti. Le persone occupate, tendenzialmente, aumentano.
L’aumento dei consumi di questi soggetti si traduce in aumento di fatturato per i loro fornitori e così via.
E’ il cosiddetto moltiplicatore del reddito, di Keynesiana (1)memoria: ogni misura che incide sulla spesa pubblica ha un effetto più che proporzionale sul sistema paese, qualora, ovviamente, sia una misura che si traduca in un aumento delle attività reali del paese.
E’ questo moltiplicatore Keynesiano quello che, alla fine, fa rientrare con ampio margine nelle casse dello Stato quanto in apparenza versato a fondo perduto, sotto forma di credito d’imposta, il famoso 110%.
Un documento recentissimo della Banca d’Italia (2) stima il valore di questo moltiplicatore sul lungo termine tra 2.8 e 5, in dipendenza delle modalità con cui vengono investite le risorse pubbliche.
La Corte dei conti (3) ha stimato che il superbonus potrebbe ” costare” circa 23 miliardi allo Stato. in realtà siamo diretti verso i trenta miliardi, già ora.
Ma è DAVVERO un costo per lo Stato? ovviamente no, per quanto anzi detto ma anche a verifica: il cresme ( 4) ente nazionale di ricerca e studio nel settore delle costruzioni, ha stimato che tutti i bonus edilizi finora erogati abbiano generato un UTILE per lo Stato di 25 miliardi (5). A monte di: Minori introiti ( detrazioni) per 165 miliardi, maggiori imposte ( iva irpef irpeg etc) per 131 miliardi ed altre varie poste ed effetti, fino ad arrivare all’utile indicato.
Senza contare quelli indotti dalla maggiore occupazione.
Sulla base di questi studi, non è improbabile che il superbonus finisca per almeno ripagare il suo costo, senza considerare, ovviamente, i vantaggi in termini sociali ambientali e strategici per il paese.
Ma è la migliore misura possibile? Beh… ovviamente no.
Le ultime notizie danno il superbonus rinnovato fino al 2023 per le case popolari e al 2022 per gli altri. Ad esclusione delle case unifamiliari, per le quali sarà previsto un tetto al reddito isee, si parla di 40.000 euro.
Il superbonus 110% e’ la singola misura più importante per l’economia e la transizione. A patto, naturalmente, che si evitino sovrapprezzi, lavori approssimativo, certificazioni false etc etc.
Infatti, tra IVA, irpef ed IRAP, più gli altri mille balzelli, i supposti alti costi della misura vengono immediatamente recuperati per oltre il 50%. L’aumento del fatturato nelle piccole e piccolissime imprese, quelle che tipicamente lavorano nei piccoli condomini e sulle villette, si traduce in aumento dei consumi, parola che odio, diciamo della spesa dei titolari e dei dipendenti, che a loro volta aumentano di numero, ovviamente.
Più occupati, più pil, più tasse ( il superbonus impedisce l’evasione, ovviamente). Di fatto, dopo un paio di giri, l’intera cifra stanziata, qualcosa di più, qualcosa di meno, ritorna allo Stato, dopo aver, nel complesso, diffuso benessere nel paese. I consumi energetici delle famiglie interessate dai lavori diminuiscono di una % compresa tra il 50 ed oltre l’80%. Il che si traduce in un risparmio netto per il sistema paese, che, come noto, importa oltre il 90% delle sue risorse energetiche dall’estero.
La cosa ha anche un ruolo strategico: l’indipendenza di un paese, in un mondo dove le prossime guerre saranno guerre per le risorse, e’ prima di tutto energetica. Senza contare l’ambiente, ovviamente.
In questo contesto, su oltre 200 miliardi di recovery fund, se ne è inteso dedicare ben meno del 10% a questa voce ed in finanziaria le cose andranno pure peggio. E’ chiaro che non si rietiene questa misura particolarmente utile. Per ridurre gli investimenti, però, era necessario scompaginare il fronte, piuttosto compatto, dei partiti a favore, praticamente tutti.
Altrimenti sarebbe troppo evidente comprendere chi comanda davvero, dietro l’intenso gioco di gambe delle marionette sul palco. Quindi si è inventata la storia delle ville e villette. Innanzitutto, bene sapere, le ville e gli edifici censiti come di lusso, sono GIA’ESCLUSI dal superbonus e fin dall’inizio. Restano quindi gli edifici unifamiliari. Quasi un quarto degli italiani vive in edifici unifamiliari non accatastato come edifici di lusso.Certo: ci saranno anche imprenditori e professionisti dagli alti redditi. Ma la maggior parte sono persone normalissime, forse con stipendi appena più alti della media, buona parte imprenditori agricoli ( contadini, se volete) piccoli commercianti, quadri di qualche impresa, piccoli funzionari, giovani professionisti, pensionati. Forse saprete che anche la casa di proprietà contribuisce al reddito isee, per una percentuale anche assai elevata, specialmente per i redditi piccoli. Di fatto vivere in un villino di proprietà, con un reddito di 15-20.000 euro sara’ probabilment sufficiente per essere esclusi dal superbonus, se, come probabile, il tetto sarà di 40.000 euro di reddito ISEE. Spero che abbiate presente di cosa, tipicamente stiamo parlando. NON le ville: le villette.
Abbiamo tutti negli occhi la tipica villetta, tipicamente anni ‘60/70. Possiamo disegnarla, ad occhi chiusi: semplice telaio in cemento armato, muri di tamponatura in foratini, infissi economici, raramente in legno, più spesso in alluminio anodizzato, tetto non coibentato, riscaldamento a gas, di solito senza caldaia a condensazione…Un monumento all’inefficienza. Magari ci vivete. Magari ci avete vissuto. Nel caso, saprete come le spese di riscaldamento, specie se state al nord, sono quasi insostenibili e vi preparate a rinunciare ad ogni spesa voluttuaria o meglio, non indispensabile, per coprire gli aumenti del prossimo inverno.
Il motivo è ovvio: un edificio isolato di una determinata cubatura ha almeno il doppio di superficie esposta rispetto ad un identico immobile in un condominio. Data la qualità media del costruito e la inesistente attenzione al risparmio energetico di cinquanta anni fa, i suoi consumi oscillano tra il doppio ed il triplo di un appartamento normale. La mia esperienza personale, in quel di Moncalieri, una quindicina di anni fa, al primo piano di una villetta, con una bella parete vetrata esposta a sud, era: il quadruplo.
Ancora: sui condomini, a maggior ragione sui condomini più grandi, con decine di appartamenti, le cifre che si possono dedicare alla coibentazione sono talmente enormi che di fatto agevolano i sovracosti e sono comunque anticipabili solo da grandi imprese, con le spalle ben coperte. Le piccole imprese edili sono escluse. Il contrario e’vero per piccoli condomini e villette unifamiliari. Quello è il regno delle piccole imprese. In termini di posti di lavoro creati, spero sia ovvio: mille volte meglio novanta singoli interventi su altrettanti villini che un unico intervento su un grande condominio da novanta appartamenti. La maggiore intensità di manodopera si traduce in un aumento dei posto di lavoro, aumento della spesa dei dipendenti, con la creazione di posti di lavoro, maggiori introiti per lo stato etc etc etc.
Quindi, a rigor di logica, gli interventi ultramilionari sui grandi condomini andrebbero contingentati ( basterebbe una modifica basata sui metri quadri efficacemente isolati e sui kg di CO2 risparmiati, facilmente calcolabili), quelli sui villini e in generale gli edifici minori, fortemente incentivati.
Se lo scopo e’ quello di massimizzare il risparmio energetico, se lo scopo e’ quello di massimizzare i posti di lavoro creati, questa sarebbe la strada.
La cosa e’ non sindacabile. La cosa e’ indiscutibile. Infatti, non viene ne sindacata ne discussa. Con una ipocrisia invereconda il dibattito sarà sul reddito isee di ingresso per avere diritto al superbonus MA solo per i villini.
Ovvero: il direttore di banca, che vive nel suo bell’attico di 200 metri quadri, insieme ai suoi benestanti condomini, magari in affitto, avrà tempo fino al 2023 per i lavori e gli verrà riconosciuto il superbonus. I milioni di italiani microborghesi che popolano gli analoghi milioni di villini, no.
Ripeto: una soluzione corretta esiste e dovrebbe partire dai kg di CO2 risparmiati all’anno. Il beneficio, anche monetario, e’ misurabile: un litro di petrolio, un metro cubo di metano, equivalgono a circa 3 kg di CO2, ordine di grandezza. Ci sono numerosi studi che indicano gli extracosti dovuti ad ogni kg di CO2 emesso in circa un euro. Benchè i valori ufficiali attuali, presi in considerazione nei piani strategici siano molto inferiori ci sono indicazioni che i costi in tali scenari sono fortemente sottostimati. Fra i tanti studi citerò QUESTO.
Risparmiare mille metri cubi di metano significa risparmiare ( ordine di grandezza) 3000 kg di CO2 di emissioni. Riconosciamo questo, su 30 anni, durata ragionevole e forse prudenziale degli interventi, prezziamo il danno ambientale sociale economico evitato in un euro al kg ( una stima che potrebbe perfino essere ottimistica, si veda lo studio precedente) ed otteniamo 90.000 euro. UN valore estremamente simile a quello attuale di 96mila euro. Niente più complicazioni: % di superfice coibentata, certificazione degli infissi, valori di riflettanza dei materiali etc etc etc
CONTA IL RISULTATO, liberamente ottenibile. La stima certificata dei consumi prima e dopo l’intervento, Una cosa che peraltro discende, DIRETTAMENTE dalla certificazione energetica, ugualmente già necessariamente asseverata nel superbonus attuale.
La cosa sarebbe semplice, elementare, verificabile ( consumi energetici prima e dopo l’intervento) equanime, applicabile ad ogni edificio, escluso quelli di lusso, naturalmente. Applicabili ad interventi modesti e meno modesti o addirittura di demolizione e ricostruzione. In questo modo scopriremmo che la riduzione che si ottiene con la coibentazione die famosi 90 villini di cui sopra è un multiplo importante di quella che si ottiene con un grande condominio da 90 appartamenti, stessa superfice. Si allocherebbero con maggiore giustizia i fondi disponibili.
Si massimizzerebbe il risultato, oltretutto restituito in termini semplici per l’analisi costi/enefici conseguiti.
Anche perchè il bailamme di certificazioni asseverazioni etc etc attuale scoraggia gli interventi minori, onera di lavoro peraltro ben rietribuito i profesisonisti, aumenta la probabilità di errori, furbate, extracosti.. Più si tengono le cose semplici più aumenta la possibilità di controlli efficaci, addirittura in remoto, con la semplice verifica dei consumi prima e dopo l’intervento…
L’uovo di Colombo dite? Semplicistico, dite? Può essere.
Ma l’uovo di Colombo, dopo tutto, era una grande quanto semplice idea.
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