Dei migranti, delle sar e delle balle

 

La Lifeline. Immaginatevi 200 persone a bordo.

Quello dei migranti in arrivo sulle nostre coste , tra l’altro calati del 50% è un problema stagionale, o elettorale o, come in questi giorni, tutt’e due le cose. Ovvaimente NON è così, è un problema epocale che andrebbe affrontato con pari intensità per non farlo diventare anche esiziale, ma così lo riducono le cronache.

Come Lavandaie e gattini attaccati ai mammasantissimi di chiunque stia sulla tolda di comando, oggi ci occupiamo di una storia di attualità.

La nave Life Line, di proprietà della analoga ONG, battente bandiera olandese, ha recuperato un carico di migranti, è sovraccarica, vorrebbe portarli in Italia ma l’Italia, per bocca del suo ministro degli interni, la dirotta su Malta perché, a suo dire, i migranti sono stati raccolti nella zona SAR ( Search and rescue area) assegnata a Malta.

Malta dice che l’operazione di soccorso è stata effettuata FUORI dalla sua zona SAR, nella zona SAR della LIbia, normalmente sotto il coordinamento italiano e che quindi tocca all’Italia ed alla Libia decidere cosa fare.

Nell’indecisione, la nave, stracarica, rimane nel limbo Fortunatamente con mare non troppo agitato.

Intanto la cosa più importante: il porto vicino più sicuro sarebbe La Valletta, la gente a bordo della piccola e sovraccarica nave ha bisogno di aiuto, le leggi del mare impongono l’attracco al porto più vicino.

Chi rifiuta questo attracco sulla base di considerazioni amministrative commette un reato internazionale e come tale andrebbe perseguito. Ovviamente,  gli accordi amministrativi/operativi sono sempre di un grado inferiore, come influenza, delle normative internazionali per il rispetto dei diritti fondamentali delle persone, tra le quali rientra, evidentemente ( per ora?) la vita.

Come stanno e come sono andate le cose?

Intanto vediamo, visto che nessun telegiornale è buono a farcele vedere, queste SAR, queste aree di ricerca e soccorso, come sono organizzate.

Qui vedete, intanto,la SAR Maltese. Come vedete si estende anche ad acque che NON sarebbero logicamente sotto il controllo di Malta, addirittura al di la di Lampedusa, fino a quasi alle coste tunisine. Ai tempi  fu così stabilito su pressante richiesta di Malta stessa che ne faceva una questione di orgoglio e prestigio internazionale, senza contare, ovviamente, la possibilità di avanzare future richieste su arre di interesse e sfruttamento economico ancora contese con l’Italia( come si vede dalla mappa). Rendendosi conto di cosa questo comportava ( lo vediamo in questi giorni) e con l’occasione determinata dalle varie missioni internazionali, Malta rinunciò ad una parte della sua SAR che fu assegnata all’Italia. Qui vedete la situazione aggiornata.

In pratica L’Italia e le varie missioni internazionali si assegnarono varie zone di competenza, all’interno della sar maltese mentre veniva istituita, storia dell’anno scorso, anche una SAR libica, sotto controllo misto italiano e libico, nella quale operavano ( ed operano) sia missioni internazionali che ONG. SOTTO COORDINAMENTO ITALIANO.

Ok. QUINDI?

Dove sono stati raccolti i migranti della Lifetime?

E’ difficile dare una risposta a questa domanda, senza i dati che vengono forniti dalle autorità marittime, perche l’AIS della nave, il sistema obbligatorio di monitoraggio della posizione, è stato riacceso solo poche decine di minuti fa, verso le ore 10 UTC

posizione Lilfeline 09 utc 23 06 2018

Come si vede la nave procede lentamente, è al limite tra SAR italiane e SAR di Malta, come ridefinite a partire dal 2016, ma sta nella SAR Maltese.

Ma DOVE sono stati raccolti i migranti? Questo è il punto chiave ed è anche quello che fa la differenza tra un arbitrio ( o una balla, tout court) del nostro ministro degli interni ( no, il minuscolo non è un refuso) e una giusta rivendicazione di competenza.

Siccome l’AIS della Lifeline era spento, come facciamo a sapere dove era al momento del recupero?

CI aiutano Twitter e…un’altra nave.

Infatti la Lifeline ha raccolto i migranti da due gommoni,  in una prima fase presso la costa libica e poiINTERVENENDO IN AIUTO AD UN’ALTRA NAVE, una gigantesca portacontainer danese, la Alexander Marsk, che già si era fermata a prestare soccorso. Basterà quindi verificare dove fosse la Alexander Maersk.

Purtroppo per avere uno storico lungo più di due giorni dei movimenti di una nave bisogna..PAGARE. I dati disponibili gratuitamente sono invece limitati alle ultime 48 ore.

Ecco quindi la prima posizione disponibile della portacontainer: le 9 UTC  ( ora di Greenwich) del 22 Luglio 2018.

posizione alexander maersk ore 9 del 22 06 2018

Quando è avvenuto il salvataggio?

Alle 20.23 del 21, ora UTC ovvero alle 22.30 locali, Lifetime è sul posto ad aiutare la Alexander.

Lo dimostra un Twitter.

Non è comunicata la posizione ma sappiamo che circa dieci ore dopo la Portacontainer è in navigazione a sud di Malta.

Considerando la velocità di 13 nodi una partenza intorno a mezzanotte, terminato il recupero, considerando che la portacontainer proveniva dal porto di Misurata, non è difficile capire che il tutto si è svolto fuori dalla SAR Maltese e dentro la SAR Libica, fino a qui sempre controllata e coordinata dall’Italia.

Il giorno prima, il 20, l’ONG aveva recuperato altri migranti alla deriva. Alle 23 e 50, ovvero alle 01.50 del 21 Giugno, stava ancora recuperandone.

La mattina del 20 aveva effettuato un altro salvataggio.

Ma dove era in quei giorni la lifeline? L’AIS era spento!

Ci aiuta sempre twitter:

Lifeline posizione il 17 Giugno.

Life Line posizione il 17 giugno da: https://twitter.com/MV_LIFELINE

Lifeline posizione il 20 Giugno 2.53 del pomeriggio:

ricostruita  sulla base di questo Tweet

Come vedete, ci sono pochi dubbi: era in acque internazionali, vicino alle coste libiche e le operazioni SAR che la riguardano si sono svolte in quelle acque.

QuNDI:

  1. MALTA HA RAGIONE, la competenza delle operazioni di recupero , in questo caso, NON è Maltese.
  2. L’Italia ( o meglio: chi ci rappresenta) ha torto, perchè la SAR competente era quella libica, gestita FINO AD IERI dall’Italia che si prendeva, qualche volta, la responsabilità morale di rimandare i migranti nei campi da cui erano appena usciti, quindi sta all’Italia coordinarsi ed organizzare le operazioni.  L’aver ceduto il controllo ai libici significa che per i migranti si apriva la certezza di un ritorno sulle coste libiche. Così stando le cose e con la responsabilità delle persone a bordo, quelli della Lifeline hanno fatto rotta su Malta e non su un porto libico come richiesto dalla Libia e, indirettamente dall’Italia, per un motivo elementare: nei campi di raccolta ( ovvero di concentramento) libici. SI MUORE, si viene stuprati si viene venduti come schiavi. Un porto libico IN QUESTA SITUAZIONE non costituisce un porto sicuro. Ergo, con l’Italia intenzionata a tirare per le lunghe per motivi propagandistici, si sono diretti verso Malta. Nel momento in cui anche Malta si è irrigidita, si sono fermati, per poi, mentre scrivo, riprendere lentamente il percorso.

3) Malta ha torto, MARCIO, quando non fa entrare nel suo porto la nave. Perché ormai questa è vicino alle acque territoriali Maltesi ed ha bisogno di aiuto. Che DEVE essere accordato, come recitano le norme internazionali ed anche elementari principi di umanità.

4) HANNO TORTO TUTTI E SONO DEI DANNATI IPOCRITI

Se uno legge i tweet dell’organizzazione si vedrà che sono stati affiancati da una motovedetta libica che, dopo un controllo, si è allontanata, senza particolari contestazioni.

Poche ore dopo sono cominciate le segnalazioni di imbarcazioni abbandonate.

Non si dica che è un caso. La Libia lucra su queste cose e noi gli permettiamo di farlo, anzi la incentiviamo a farlo, visto che ora il coordinamento italiano ha cessato di esistere. Ovvero abbiamo appena rinunciato ad esercitare un minimo di controllo sui traffici in corso, che sono TUTTI i mano libica, come sappiamo bene.

NE ABBIAMO LA PIENA E TOTALE RESPONSABILITA’

D’ora in poi, GRAZIE ALL’IDEONA DI LASCIARGLI CAMPO LIBERO, i libici faranno i loro giochetti in libertà, ed in questo modo magari riusciranno davvero a scegliere chi fare passare in Italia e chi invece andare a riprendersi. Avevate paura degli islamici radicali? Degli spacciatori? Dei furfanti matricolati?Grazie alle decisioni di abdicare al controllo di quel pezzo di mare, l’Italia consentirà alla Libia di fare il bello e cattivo tempo, sopratutto cattivo, sulla pelle dei migranti.  Ed a ben vedere, sulla nostra.

Naturalmente, NON si parla della Libia, in questi giorni, Libia che pure gestisce, a questo punto al 100%, tutto il traffico di migranti. Si parla delle ONG con le loro carrette dei mani, appese a qualche migliaio di euro raccolti su internet, che si limitano ad evitare morti in mare.

E’ più colpevole chi salva persone in mare o chi le mette ( o le lascia mettere) sui gommoni e poi, con le potenti motovedette pagate da noi, o le lascia affogare o le riporta nei lager costruiti CON I NOSTRI SOLDI?

Si discute della moralità e degli interessi nascosti dietro ai finanziatori di queste carrette delle ONG. Si potrebbe per un attimo discutere dei finanziamenti, probabilmente centinaia di volte più grandi, che sono andati ai nostri dirimpettai libici, con il risultato di abbattere del 50% il nr di migranti in mare, ma anche di aver aumentato in egual misura il numero dei migranti internati in campi da cui si esce solo per ritornare in mare ( pagando una mazzetta) o per finire o schiavi o sottoterra?

Dal fondo di quale letamaio osiamo sollevarci per reclamare purezza di intenti e trasparenza nei fondi per le ONG che operano nei nostri mari?

Smetteranno presto di operare, tranquilli.

Ci sarà qualche migliaio di morti in più, in mare ed a terra e, alla fine, qualche campo di concentramento in più. Di cui porteremo i peso morale ed economico. I migranti continueranno ad aumentare ma noi non li vedremo. Qualcuno li seppellirà a pagamento per noi e noi seppelliremo questo come un male necessario.

L’outsourcing del gulag, l’ho chiamato tanti anni fa, questo obbrobrio. Credo proprio che continueremo. Perché ALLA FINE, è un buon affare, tra motovedette, porti sistemazioni etc etc tutti realizzati con i NOSTRI soldi, molto ma molto ma molto più grosso di quello che dovrebbero fare le ONG,, TUTTE le ONG, a prescindere, nella ottenebrata mente di chi le vede come loschi trafficanti.

UPDATE:

Mentre si discetta raffinatamente sulle aree di competenza SAR, nel frattempo, la Alexander Maersk è arrivata con il SUO carico di migranti, circa 150 persone, alla fonda davanti a Pozzallo, in Sicilia.

A quanto pare il porto più sicuro raggiungibile più celermente.

Quale era, esattamente la differenza tra i migranti raccolti da una nave mercantile e quelli raccolti da una ONG?

Forse lo scandalo, in un mondo che si dichiara sempre più liberista e diventa invece sempre più spietatamente feudale è proprio che ancora esistano ONG, a prescindere.

3 commenti su “Dei migranti, delle sar e delle balle”

  1. “…la portacontainer proveniva dal porto di Misurata…”

    Un servizio misto di trasporto container e di traghetto direttamente dal porto libico. Non lo sapevo. Ora capisco come mai al Viminale si sono arrabbiati tanto. Chissà quanti soldi sono stati spremuti alle persone imbarcate.

    Ci sarebbe sempre a disposizione la cara buona vecchia “soluzione Alfano”: li lasciamo sbarcare e circolare senza restrizioni, e spontaneamente varcano le Alpi a piedi. Se proprio si mette male, può bastare.

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