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Puffosità acriliche ed altri disastri

Emcoin e’ un progetto interessante.

Valorizzare l’energia e i suoi flussi, anche quelli nascosti, legati al consumo di oggettistica la più varia, e’ un passo importante nella direzione giusta. Almeno a livello consapevolezza.

Quanta ne abbiamo di strada, anche solo per tornare ad un minimo di normalità!

In alcuni casi siamo MOLTO oltre il bene ed il male…segue esemplificazione

Ieri dopo un poco di tempo, sono passato dal mall sotterraneo della stazione di Firenze.Viaggio di una quindicina di km, prima stazione di fermata. 

Di solito la Stazione la raggiungo in superficie ma in questi giorni devi risalire come un salmone la corrente avversa di turisti in ingresso a Firenze. E’ un delirio. Giù il periscopio ed immersione.

Hanno trasformato una galleria, appena dopo l’ingresso lato Santa Maria novella, in una specie di vertiginoso tubo di led. 

I led sono efficienti, ok.

Ma alcune centinaia di metri quadrati di led, che sparano pubblicità e immagini pervasive da vertigine, sui tre lati della galleria, a tutta superficie, sono decine di kW.

Fa un caldo bestia.

Tutti si affrettano nell’aria soffocante, che peraltro esce dalle scale di accesso con un flusso costante e dissipativo. 

Nessuno, di fatto, guarda le suggestive immagini che scorrono, fra cui, immagino, una povera Venere del Botticelli con maschera e boccaglio o vestita da sci…

Il tempo di riprendermi, guardando le ammoniti sul pavimento di lustro “marmo” di Verona ed eccomi nel mall, dove sembra essere concentrata la massima espressione di venditori di paccottiglia incomprensibile. Letteralmente.

C’è uno che vende solo puffosi maiali di stoffa acrilica senza arti, multicolori. Un altro che vende solo manga metallizzati e dolcezze incomprensibili orientali…
Io mi immagino la remota città cinese dove qualcuno spende la sua vita a cucire nasi di puffosi e multicolori suini senza arti.

E tutta la trafila di decine di migliaia di chilometri che i puffosi hanno fatto per arrivare fino a qui.

Poi penso al cinese in arrivo da una città relativamente vicina a quella dalla quale i puffosi sono partiti, che entra, ne compra uno e se lo porta come souvenir d’Italie, indietro a casa…beh c’è n’erano due o tre, dentro il santuario della puffosita’ suina.

Mi e’ presa una vertigine.

Meno male che c’era un ragazzo che pestava sul pianoforte gratis, poco più in là, unica oasi di salvezza e realtà, qualcosa che forse era Billy Joel.

Sono riemerso, a riveder le stelle…

Ah no, erano luci a led, di uno spacciatore di bevande calde e fredde, in ambiente ad alto tasso di kitschosita…

La prossima volta, prendo la bici.