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I conti della lavandaia, applicati alla crisi.

Il fotovoltaico, l’EROEI e le bufale, parte seconda

grafico costo WpDicevamo che il pannello da 220 Wp che abbiamo preso ad esempio, installato dalle parti della Lavandaia ( Firenze) immetterebbe in rete circa 286 kWh/anno.

E nella sua vita media?

Beh, anche qui dipende dal valore che adottiamo per la sua vita media. Di solito si assume 25 anni ma molti parlano di 30. Questo perché i pannelli installati 30 anni fa funzionano ancora, sia pure con una potenza ridotta di circa il 30%.

Considerando il degrado nel tempo, le rotture etc etc, la Lavandaia assume un valore pari alla garanzia del costruttori, che solitamente è di 20 anni.

Quindi il pannello in questione produrrà circa 286*20=5720 kWh, in 20 anni.

Per capirsi, è l’energia contenuta in circa tre barili di petrolio e spiccioli. In termini di emissioni evitate per la produzione di energia elettrica, questo dipende ovviamente dal paese in cui è installato In Italia possiamo valutare un valore equivalente circa doppio, 6 barili di petrolio.

Quanto fa 5720/154?

37. Questo è l’EROEI del pannello in quanto tale. Poi ovviamente dobbiamo considerare il suo smaltimento, la manutenzione etc etc.

Fate quel che volete ma non arriveremo MAI ai valori tipici di letteratura, da 6 a 10 o, se per quello ai valori da 2 a 3, di alcuni veri e propri negazionisti delle rinnovabili.

Capite bene che, di fronte a questi dati, certi articoli, purtroppo scritti da persone teoricamente non schierate contro le rinnovabili o appartenenti a qualche lobby, nonostante tutta l’artiglieria accademica, sono destituiti di QUALUNQUE credibilità

Anche perché, dal 2013, data dell’articolo da cui ho estratto i dati citati , i pannelli in commercio hanno aumentato la loro efficienza, gli spessori si sono assottigliati, si sono diffusi materiali diversi dal silicio (i panelli in CD-Te hanno costi energetici circa dimezzati per il combinato disposto di vetri più sottili, assenza di cornici in alluminio e film estremamente più sottili).

Non solo: come avete visto, la maggior parte del costo energetico è legata al vetro ed alluminio. Due materiali perfettamente riciclabili.

Visto che le regole per la fine vita dei pannelli sono rigidissime (chiedete ad un produttore di energie rinnovabili per chiarimenti) possiamo dare per CERTO che tali materiali non solo potrebbero ma SARANNO riciclati.

Quindi restano poche decine di kWh, alla fine, quelle per le plastiche ed il silicio che purtroppo non è recuperabile, con la necessaria purezza e deve quindi essere prodotto ex novo per ogni pannello.

QUINDI, di nuovo, il valore trovato, 37, tenendo conto del riciclo OBBLIGATORIO del vetro e dell’alluminio è una stima PER DIFETTO:

Ora, la cosa va messa in prospettiva: un EROEI di 30 o più è migliore di quello della maggior parte degli attuali giacimenti petroliferi. in sostanza per un barile di petrolio cavato OGGI, tenendo conto dell’energia consumata per la ricerca, lo sviluppo il mantenimento delle attività estrattive è situata da qualche parte tra 5 o meno (scisti sabbie bituminose etc etc) e 80, per i giacimenti storici degli anni 60.

Per quelli in sviluppo ora, siamo intorno a 20, nei casi migliori.

Ragionevolmente, con l’esaurimento progressivo dei vecchi giacimenti giganti, l’EROEI del petrolio si avvicinerà a questi ultimi valori.

In pratica GIA’ OGGI possiamo dire che il fotovoltaico è una delle migliori forme di investimento energetico e la cosa è destinata decisamente a migliorare, dove si tenga conto dei nuovi materiali nuove tecniche di produzione e riciclo.

Non escluderei che si possa arrivare a valori pari o superiori a quelli del petrolio dei bei(?) tempi eroici.

Volete una verifica empirica e puramente monetaria?

Anche per un numero ridotto i pannelli si vendono QUI, in Italia al dettaglio, a poco più di 500 euro/kWp. In India stiamo a 400 euro/kWp.

SE avessero ragione quelli che sostengono EROEI così basse ci vorrebbero circa 2000 kWh per produrre UN pannello.  Del costo di circa 100-120 euro.

Visti i costi dell’energia elettrica nel mondo, ANCHE IN CINA ci vorrebbero circa 150-200 euro solo di bolletta energetica per produrre un pannello. E quindi?

QUINDI, è ovvio, l’energia non può essere che una componente del costo del pannello. Se consideriamo un costo industriale all’origine pari alla metà del prezzo di vendita, 60 euro, ecco che l’energia deve essere una quota di questo costo, ad esempio la metà.

30 euro sono, in Cina, da 400 a 300 kWh. Come si vede, è una stima LARGAMENTE abbondante. E’ probabile che, attualmente, l’energia non sia più la componente principale di costo di un pannello fotovoltaico.

Eppure, anche così, corrisponde ad un EROEI 15-20, sempre il doppio della letteratura.

Forse è tempo di aggiornarla, questa letteratura?

Il fotovoltaico l’EROEI, le bufale e la lavandaia

lavandaia presepePotreste averlo letto, in qualche forma:

  • il fotovoltaico consuma più energia di quanta ne produca ( bufala scaduta, non si azzarda più nessuno)
  • il fotovoltaico ha consumato più energia di quanta ne abbia prodotta ( bufala più sottile, prossima scadenza, di moda fino ad alcuni anni fa, cfr. ad esempio, questo link, che si basava su una crescita stellare della produzione mondiale e su dati di stima ultravecchi per i costi energetici di produzione).
  • Ci vogliono anni di tempo perché un pannello, specie se prodotto in Cina, ripaghi il debito energetico ed ambientale ( CO2 emessa, etc etc) contratto per costruirlo. Ecco QUESTA è anch’essa una bufala, purtroppo fatta propria anche da qualche ambientalista e climatologo insospettabile. Come tale meritevole di un approfondimento e sbufalamento adeguato.

Come stanno Le cose, DAVVERO? Intanto  il calcolo dell’EROEI, ovvero dell’Energia prodotta in rapporto a quella investita per produrla, per una data fonte di energia è una questione complessa, che dipende dagli assunti che si fanno e da quanto si allarga l’orizzonte temporale e lo scenario all’interno del quale si considerano i flussi energetici. Vale, ad esempio, l’energia consumata nelle guerre per il petrolio, quando si calcola l’EROEI di un barile? E il costo energetico degli ingorghi? e il carburante consumato dalle petroliere?  Capite bene che, allargando il cerchio a sufficienza, si può provare tutto d il contrario di tutto.

Fortunatamente, per il fotovoltaico, la cosa è relativamente più semplice. Perché un pannello è composto di relativamente poche parti e di queste ancora meno sono quelle significative per il calcolo del suo costo energetico.

Compito quindi per la lavandaia, che indossato un grembiulino pulito e la cuffietta, si mette all’opera.

Intanto un pannello fotovoltaico da cosa è costituito?

Limitiamoci ai più diffusi, basati sul silicio.

Un pannello, potrete vederlo, tra i tanti possibili, a questo interessante link, punto 8 (che tra l’altro chiarisce un’altra questione spesso sollevata, quella del riciclo dei pannelli a fine vita) è costituito da

-vetro

-silicio

-alluminio

-rame

-plastiche

Nel dettaglio, tratto dal documento citato e riferito ad un pannello in silicio 220 Wp ( attualmente un pannello del genere è da 250-270 Wp) su 18 kg di peso del modulo abbiamo:

1,76 kg alluminio

14,41 kg di vetro

0,85 kg di silicio

0,77 kg di plastiche ( tedlar)

70 grammi di cavo di rame.

altri materiali:

140 grammi.

Fino a qualche anno fa produrre il silicio era una cosa rognosa ed energeticamente dispendiosa, centinaia di kWh per ogni kg di silicio . Il progresso della tecnica, unito al fatto che per il silicio da utilizzare nei pannelli non è necessaria una purezza spinta, al contrario di quello per l’elettronica, ha portato a ridurre moltissimo questi consumi. Ecco perché gli studi fatti su dati vecchi anche solo di pochi anni, sono irrimediabilmente superati dalla realtà

Cominciamo quindi dal silicio: molti testi che calcolano un EROEI tra 7 e 10per il fotovoltaico”classico” policristalino, riportano un valore superiore a 100 kWh/kg di silicio. Non è più così. Visto che il processo usato è stato ampiamente commercializzato dalla Siemens, ecco i valori ATTUALI per produrre il silicio con i nuovi processi, per un reattore siemens. 45 kWh/kg

E il vetro? da poco più 6 a 3 kWh/kg ( se di recupero)

E l’alluminio? circa 13 kWh/kg (6 se di recupero)

E il rame? Circa 13 kWh/kg

E le plastiche? valori variabili ma intorno a 6kWh/kg

Trascuriamo gli altri materiali, in quanto non specificati  ( comunque pochi etti)

QUINDI: per produrre un pannello da 220 Wp ci vogliono circa

86 kWh per il vetro

38 kWh per il silicio

23 kWh per l’alluminio

5 kWh per le plastiche

1 kWh per il rame

1 kWh per gli altri materiali ( valore medio dei materiali sopracitati con esclusione del silicio)

Totale?

154 kWh.

In un anno un pannello da 220 Wp, alla latitudine dove abita la lavandaia di Via dell’Oche, nel clima italico, immetterà in rete circa 1300 volte la sua potenza di targa. ovvero 1300*0.220= 286 kWh.

286 kWh !!!

( continua)

Il plusvalore del caos urbano

Recentemente mi sono chiesto se ci fosse modo di quantificare l’eccesso di spesa per l’auto a Roma. L’idea di partenza è di provare a ragionare l’emergenza traffico dal punto di vista di chi ci guadagna. Nella città dove vivo, senza un motivo apparente, il numero di automobili pro-capite è molto più elevato rispetto a Londra, Parigi ed alle altre capitali europee.

Le cause che producono questa disparità sono tante e già discusse, quello che mi interessa capire ora è di che cifre stiamo parlando. In sostanza, dato che a Roma le deficienze del trasporto pubblico obbligano la popolazione a possedere più automobili, quanto vale questo ‘mercato aggiuntivo’ rappresentato dal surplus di auto che, se Roma fosse una città ben organizzata e funzionante, non avremmo bisogno di acquistare.

Navigando in rete in cerca di dati ho trovato un post del 2014 che propone le seguenti cifre: Roma: 930 veicoli ogni 1000 abitanti – Londra: 314 – Parigi (area metropolitana): 530. A spanne possiamo dire che le auto vendute a Roma sono, rispettivamente, il triplo di quelle vendute ai londinesi ed il doppio di quelle vendute ai parigini.

Il contesto urbano è importante perché è nelle città che i problemi di traffico obbligano ad un’efficiente rete di trasporto pubblico. Proprio grazie all’efficienza e ad una corretta gestione del trasporto pubblico nelle grandi città europee molte famiglie non sentono la necessità di possedere un’automobile.

In cifre assolute il dato è di 2.677.942 automobili nella sola provincia di Roma. Stando a questi numeri, se il trasporto pubblico romano fosse efficiente quanto quello parigino dovremmo conteggiare circa 1,3 milioni di autovetture in meno. Se fossimo ai livelli di Londra la cifra salirebbe a circa 1,8 milioni. Per trasformare queste cifre in soldoni occorre determinare l’incidenza annua del possesso di un’auto.

Quanto costa un’automobile? Quanto dura nel tempo? Alla prima domanda non è semplice rispondere, ma facendo una media tra utilitarie ed auto di lusso credo che si possa parlare di una cifra intorno ai 15.000€. La vita media di un’automobile è, parimenti, stimata in circa 10 anni. Il sito della Federconsumatori conferma quest’ordine di cifre valutando un ammortamento annuo di 1.500€ a veicolo.

Se moltiplichiamo i 1.500€ per gli 1,3 milioni di veicoli “in eccesso” rispetto a Parigi otteniamo una cifra molto prossima a 2 miliardi di euro. Il confronto con Londra porta tale cifra a 2 miliardi e 700 milioni. Tanto vale, ogni anno, per l’industria dell’auto, l’inefficienza del trasporto pubblico romano. Altrettanto, o poco meno, vale per il mercato delle assicurazioni. Il calcolo per il mercato dei combustibili è più complesso.

Sono cifre che, prese così, non hanno molto senso, tanto lontane risultano dalla nostra esperienza quotidiana. Proviamo a ragionarle in termini diversi. Prendiamo a confronto una casa. Quante case ci potremmo comprare con 2 miliardi di euro? Il costo medio di un appartamento a Roma è intorno ai 250.000€: la risposta è ottomila.

Considerando che in un appartamento vivono in media 2,5 persone tale cifra corrisponde ad una città di 20.000 abitanti. Il confronto con Londra porta questa cifra a 27.000, più o meno la popolazione di Assisi. Tanto vale l’inefficienza del trasporto pubblico a Roma per i soli fabbricanti di automobili: il valore immobiliare di una intera città come Assisi. Ogni anno. Altrettanto per il mercato assicurativo. Altrettanto (grossomodo) per il comparto petrolifero.

E torniamo quindi a quella famosa ‘deriva messicana’ già teorizzata: dove sta scritto che una società, una comunità, debba funzionare? Perché abbiamo questa idea che le città europee di base ‘funzionano’, e se c’è qualcosa che non va è solo una spiacevole casualità?

In questo caso la ‘casualità’ muove fiumi di denaro, e non ci vuole un genio per capire che una parte di questo denaro venga necessariamente reinvestito affinché tale utile ‘casualità’ continui a prodursi, è nella logica del mercato. E nel momento in cui la popolazione finisce con lo sposare questa logica, la generosità, la fantasia e l’onestà intellettuale di pochi ambientalisti non bastano più ad invertire la rotta.

carjam

Bad bank 4 dummies ovvero Credits 4 zombies: il punto di vista della lavandaia di Via dell’Oche

good and bad bank humourLa notizia che, in questi giorni, più fa fremere di un maldissimulato orgasmo i nostri finanzieri&prenditori tutti è la ( potenziale, per ora) nascita edi una “bad bank” nazionale, destinata a farsi carico di TUTTI i crediti “non performanti” e/o “deteriorati” degli istituti di credito nazionali.

Quanti sono questi “crediti deteriorati”?

Circa 200 miliardi di euro. Su un totale di circa 1000 miliardi, ovvero il 20%.

La cosa che più colpisce è questo numero, di per se raccapricciante: il 20% di crediti inesigibili segnala, DI PER SE, senza ulteriori dettagli una banca pronta per l’estrema unzione. Non ci credete? Ecco un link a caso, che attesta, ve ne fosse bisogno, che al 30% una banca è pronta, da un pezzo, per l’inumazione certificata con implosione ed inabissamento dei risparmi di decine di migliaia di tapini come me, la lavandaia e voi.

Ai tempi in cui , lontano 2009, scrivevo della situazione dei mutui italici, con una sofferenza media del 7% si poteva ancora sperare che a questi livelli la situazione fosse in qualche modo gestibile.

Ma il 20% no, proprio no. Il sistema è decotto, kaput. Fubar.

E se vi dicessi che, considerando anche i prestiti incagliati ( cioè quelli per i quali sono state saltate più di due rate)si arriva a 360 miliardi?

Beh qui parliamo di Zombies. Esseri non morti che si aggirano per spolpare i viventi residui e trasformarli come loro.

Noi e la lavandaia abbiamo bisogno di termini semplici, per poter comprendere. Una banca deve poter coprire, con i tassi applicati ai suoi prestiti ed affidi, il rischio insolvenza, incagli etc etc, le spese di funzionamento, il modestissimo tasso attivo ( passivo per lei) dei conti correnti dei sempre più tapini correntisti etc etc. A parte il fatto che questi tassi sono recentemente precipitati, è chiaro che già sofferenze per il 7% sono un grosso anzi GROSSO guaio. E’ vero che una parte, in qualche modo, si risolve a loro parziale favore ( pignoramenti, aste giudiziarie etc etc). Ma, più o meno lo possiamo intuire, SE va bene, la metà di questi crediti in sofferenza è persa per sempre.

Bene. QUINDI il fatto è, per quel che capiamo noi tapini e la lavandaia, che il 20% di sofferenze segnala non una situazione critica ma un rischio MORTALE per il sistema creditizio. un rischio che, costi quel che costi, deve essere ridotto. Ecco quindi la salvifica bad bank.

Come funzionano DI SOLITO queste cose? Beh, in sintesi DOVREBBE funzionare come i famigerati istituti di recupero crediti: a mo’ di avvoltoi, calano sulle carogne in putrefazione dei crediti inesigibili e vedono di tirarci fuori un pco di ciccia. Fuor di metafora, comprano a prezzi stracciati i suddetti crediti dai precedenti creditori e diventano il peggiori incubo dei tapinissimi debitori.

SE la bad bank, quindi, fosse qualcosa del genere farebbe uno sporco ma necessario lavoro, un lavoro socialmente ingrato ma economicamente spietatamente necessario. Il problema è che ormai il sistema finanziario sta prendendo il sopravvento, in termini di forza politica su TUTTI gli altri attori della vita nazionale, sociale, economica, mediatica etc etc etc. QUINDI la bad bank che si sta configurando sarà diversa, MOLTO diversa da questo. In buona sostanza se va MOLTO bene, la erigenda bad bank comprerà con un MODESTO sconto prestabilito i suddetti crediti deteriorati, qualcosa che già nell Aprile 2015 il ns ministro al benessere bancario valutava intorno al 50%. Possibilmente meno.

E’ uno sconto modesto, molto modesto.

TROPPO modesto.

Ma TROPPO TROPPO TROPPO.

Gli stessi istituti di credito nazionali prevedono , di quei 200 miliardi, di poter recuperare circa il 40%. Ovvero le garanzie immobiliari, fideiussioni, garanzie di terzi etc etc che normalmente sono la precondizione di un prestito/mutuo etc etc etc. Che la cosa sia ottimista lo dimostra il fatto che, normalmente, i suddetti avvoltoi spuntano prezzi MOLTO più bassi per le carogne di cui si nutrono. intorno al 20%, come riporta questo articolo.

QUINDI il governo per non incorrere nelle ire e nelle accuse CEE di aiuti di Stato al sistema creditizio ( accuse che in una Europa dominata dalla Germania fanno per lo meno sorridere, tra una lacrima e l’altra) deve dimostrare che un prezzo di circa il50-55% è congruo.

Ci riusciranno? ne dubito. Immaginiamoci, per un attimo, di si. Che succederà poi? Succederà quel che deve succedere. Con un costo di circa 100 miliardi di euro Cassa depositi e prestiti, unico istituto importante ancora in mani pubbliche, comprerà il marciume in giro alleggerendo la zavorra degli istituti/banche italiche che dovranno comunque erodere il patrimonio e mettere a bilancio tutti insieme perdite monumentali ( il che spiega il crollo verticale dei titoli bancari di questi giorni). Poi vedrà cosa può sbloccare, cosa può recuperare liquidando i beni a garanzia etc etc. Siccome la Lavandaia, con tutto che alle volte deve lavare panni veramente lerci, è una inguaribile ottimista, facciamo una ipotesi edificante: la bad bank avrà performance uguali a quelli di una banca normale. Improbabile, no? Se è una bad bank non può essere buona e nemmeno passabile, mi pare ovvio.

In QUESTO caso, in cui il brutto anatroccolo diventi un cigno passabile, dovrà mettere in conto perdite per circa il 20% dei suoi crediti, 20 miliardi. E CON QUALI CAPITALI coprirà questi 20 miliardi di buco, visto che nasce dal nulla? Beh, avete dubbi? con il fondo di garanzia PUBBLICO creato ad hoc.

Ecco. A questo punto la lavandaia, capito cosa comporta questo, una suprema ocra lacrime&sangue, smette di lavare, prende la ramazza e comincia a rotearla sulla testa in cerca di qualche testa di legno da riequilibrare.

Noi che invece abbiamo studiato oltre la skuola dell’obbbbligo potremmo consolarci con “vabbe’ se salta il sistema bancario siamo fubar peggio che la Grecia”.

Vero. Salvare il sistema creditizio è necessario, per salvare i correntisti, prima di tutto, perché come vedremo in un prossimo articolo il famoso fondo di garanzia interbancario che DOVREBBE garantire i correntisti sotto i 100.000 euro non garantisce ( quasi) nulla. QUINDI, secondo logica, visto che si tratta di salvare con i soldi pubblici istituti privati con un regalo di circa 60 miliardi ( differenza tra il valore di mercato del marciume ed il prezzo trattato dal governo) i cittadini dovrebbero diventare soci delle banche stesse, per un equivalente sui capitali sociali degli istituti italici, circa 400 miliardi . Ovvero circa 60/400, il 15%.

Avete qualche dubbio che questo non verrà nemmeno lontanamente proposto o discusso? Io no e la lavandaia nemmeno.

Un titanic di immigrati. E la CEE decide di investire meno che nel 2011

infografica immigrati morti 2015
tratto da tgcom24

Dall’inizio di quest’anno sono morti 1754 migranti mentre tentavano di raggiungere le coste dell’Europa felix.

Sul Titanic morirono 1518 passeggeri.

Dopo le tragedie di questi ultimi giorni dove sono morte almeno 900 persone si è riunito in sessione straordinaria il Consiglio Europeo, per fare il punto sulla strage in corso e per prendere provvedimenti.

I Media tradizionali hanno dato ampio spazio alle promesse di aumentare l’impegno raddoppiare frontex etc etc etc.

Ma come stanno le cose, in realtà?

Cosa hanno deciso, nel concreto ed al di la dei proclami a favor di telecamera i capi di stato europei?

Niente, sostanzialmente. Il titanic di migranti si è schiantato ancora una volta contro un iceberg di indifferenza.

Lo potete vedere da soli

in sintesi, ecco cosa è stato deciso al vertice:

  • Saranno compiute azioni per individuare e distruggere le imbarcazioni dei trafficanti prima che siano usate. Queste azioni saranno in linea con il diritto internazionale e il rispetto dei diritti umani. Si porterà avanti una cooperazione contro le reti dei trafficanti attraverso l’Europol e schierando funzionari per l’immigrazione in paesi terzi.
  • Saranno triplicati i finanziamenti alla missione di sorveglianza e salvataggio Triton. Il mandato di Triton non sarà modificato e continuerà a rispondere alle chiamate di soccorso dove necessario.
  • Sarà limitato il flusso dell’immigrazione irregolare e si eviterà che le persone mettano a rischio le loro vite attraverso la collaborazione con i paesi di origine e di transito, sopratutto i paesi attorno alla Libia.
  • Sarà rafforzata la protezione dei rifugiati. L’Unione europea aiuterà i paesi di arrivo dei migranti e organizzerà la ricollocazione dei migranti negli altri paesi membri su base volontaria. Chi non otterrà lo status di rifugiato sarà rimpatriato.

In conclusione, i due rappresentanti hanno specificato che la questione resta una priorità dell’Unione europea e i paesi membri ne riparleranno a giugno.

Tradotto in soldoni: faranno ( ma non dicono come, è semplicemente una dichiarazione di intenti, tipo: combattere la fame nel mondo) quel che avrebbero dovuto fare da tempo e triplicheranno l’investimento in triton il programma di soccorsi succeduto a frontex. L’Europa consentirà l’immigrazione in altri paesi che non siano quelli frontalieri solo su base volontaria e solo di quelli che verranno riconosciuti come rifugiati politici.

Quanto ci costa Frontex? circa 6 milioni di euro al mese, nel 2014 89 milioni di euro.

Il punto è che di questi  IL 40%  , 32 milioni , SONO SPESE AMMINISTRATIVE.

Restano quindi meno di 5 milioni al mese per far fronte alle emergenze.

E’ una cifra RIDICOLA se rapportata al budget europeo.

Siamo oltre 500 milioni di cittadini.

5 milioni al mese sono UN CENTESIMO PROCAPITE AL MESE.

Grazie alle nuove proposte arriveremo a spendere, se gli impegni verranno mantenuti,  Solo un poco di più di quello che spendevamo con Frontex.

Perchè la missione Triton costava circa 3 milioni al mese contro i circa 7 di frontex. SE passeremo a 9 milioni al mese, per un budget quindi di 108 milioni di euro, l’impegno per la CEE sarà INFERIORE a quello del 2011 di Frontex, che era di 115 milioni di euro.

 

 

 

 

 

 

 

 

Il fracking è una boiata pazzesca. Lo dice la Cee

fracking infografic
fracking infografic

Avrete certamente sentito parlare del fracking, il nuovo distruttivo metodo per estrarre il petrolio da rocce che non lo consentirebbero, in questi ultimi mesi. Se non altro perché si era pensato di consentirlo anche dalle nostre parti, per aumentare la nostra produzione petrolifera.

Che sia una boiata pazzesca e una micidiale bolla finanziaria, anzi: un bubbone, che aspetta solo di esplodere con una virulenza superiore a quella della famosa crisi dei muti subprime lo diciamo da anni ed ultimamente lo dicono un poco tutti. Il punto è che in questi giorni, mentre si discute e si contesta il TTIP, il trattato che dovrebbe aprire le porte dell’Europa ai prodotti americani, anche quelli precedentemente non ammessi in Europa, si cerca di indorare la pillola facendo presente che tra questi arriverà un fiume di petrolio e di gas a buon mercato , direttamente convogliati dagli immensi giacimenti che il fracking ha reso disponibili.

Le cose stanno così? No, manco per niente. L’Europa, anche grazie alla traduzione in Italiano realizzata dallo staff di Dario Tamburrano, l’ha scritto chiaramente.

Ricordatevene quando sentirete parlare di questi argomenti dai nostri politici, che OVVIAMENTE ignorano questo documento.

E’ semplice e convincente.

Come lo è spesso la verità.

Il vero costo dell’energia rinnovabile

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aggiornamento maggio 2016

Quante volte vi hanno parlato dei miliardi e miliardi che vi costa il conto energia che premia i biechi speculatori del fotovoltaico e dell’eolico?

la verità è un’altra: il fotovoltaico e l’eolico dalla loro introduzione hanno contribuire a calmierare il costo dell’energia elettrica per una utenza domestica media. Ecco qui l’andamento negli ultimi anni. Come vedete, si tratta della parte in violetto, i vari contributi A3, A2, etc etc sono aumentati di circa 2 centesimi. Ma l’energia elettrica immessa dal fotovoltaico ha contribuito a diminuire, specialmente negli ultimi otto nove mesi, di quasi altrettanto il prezzo del kWh sul mercato elettrico. Il risultato è che l’aggravio è stato quasi interamente recuperato e in realtà non fosse stato per il contributo dell’energia rinnovabile i costi netti, causa aumento del costo del gas del carbone e del petrolio, sarebbero già risaliti  ben oltre i livelli del 2009-2010. Invece  AL NETTO DI TUTTO,  l’aumento è stato modesto. In realtà nel corso del 2014, i costi sono ancora sensibilmente diminuiti sul mercato elettrico, sempre grazie al fotovoltaico ed all’eolico (che vendono anche a meno di 3 centesimi al kWh), di oltre due centesimi, ma gli utenti finali non se ne sono accorti perché il calo è stato interamente assorbito dai gestori della rete. Si parla, su base annua di quasi 10 miliardi di euro che sono andati a finire in….dividendi.  Curioso che QUESTA non venga vista come una bieca speculazione…

La morte di Uomo. A 408 anni

Da Commenti dalla collina, http://malthusday.blogspot.it/2014/05/uomo-si-e-spento-alleta-di-408-anni.html

Questa mattina il medico legale ha confermato che Uomo, l’auto-rappresentazione astratta dell’umanità, è morto lunedì mattina per un’overdose di petrolio all’età di 408 anni. L’annuncio ufficiale conferma quindi le voci circa l’abuso di sostanze stupefacenti e non smentisce le indiscrezioni secondo cui potrebbe trattarsi di un suicidio. La magistratura ha aperto un’inchiesta ed ha disposto l’autopsia. Accertamenti sono in corso anche da parte della Guardia di Finanza e della Polizia Postale in merito alle proprietà ed alle recenti attività del defunto.

In attesa della conclusione delle indagini, i più stretti collaboratori di Uomo non si capacitano dell’accaduto. Il suo migliore amico e confidente, Technology, ritiene che si sia trattato di suicidio.
Sicuro, a Uomo piaceva la bella vita” ha detto durante la conferenza stampa di martedì scorso, “ed era uno che si faceva forte, ma non era tipo da perdere il controllo. No, sono sicuro che lo ha fatto intenzionalmente. Giusto un paio di settimane fa eravamo sulla terrazza di casa sua e guardavamo la Luna ricordando il viaggio che ci facemmo insieme e lui mi ha detto: – Sai, Tech, quelli si che erano bei tempi! Mi chiedo se ci capiterà mai più una cosa del genere. — Notai che aveva gli occhi carichi di lacrime e non era cosa da lui! Anche se, bisogna dire, negli ultimi anni era sempre più spesso di umore triste e nostalgico. Io ho provato a consolarlo parlandogli di andare su Marte eccetera, ed abbiamo parlato ancora a lungo, ma vedevo che il suo cuore era altrove.”
Altre fonti riportano però una storia molto diversa:
Era terribile” racconta un dipendente che ha chiesto di mantenere l’anonimato “ Si faceva ogni giorno di più: mattina, pomeriggio e sera, e quando non si sentiva abbastanza gasato si sparava un’altra dose di qualunque cosa. Avreste dovuto sentirlo quando urlava come un pazzo e tirava pugni nel muro! Tutti noi del personale di casa sapevamo che prima o poi sarebbe successo. Le quantità che si faceva erano incredibili e mica solo di petrolio!. Alcuni dei suoi amici gli dicevano di smettere, o perlomeno di diminuire, ma lui non ascoltava più nessuno.”

Una tumultuosa saga familiare

E’ sempre stato di indole rivoluzionaria” ha dichiarato Clio, la Musa della Storia, in un’intervista esclusiva rilasciataci nel suo ufficio sul Parnaso “In parte questo è dovuto all’ambiente in cui è nato e cresciuto. Se ricordate, nacque in casa di Sir Francis Bacon ed è cresciuto in mezzo alle persone più colte, brillanti ed influenti del tempo. Un immagine astratta dell’umanità cresciuta in mezzo a gente come quella non poteva che tentare imprese senza precedenti, sapete. Comunque, io credo che ci sia anche una forte influenza familiare. Ai suoi tempi, anche suo padre era stato un bell’originale!”
In effetti, anche se oggi è completamente dimenticato, il padre di Uomo, Servodidio, l’auto-rappresentazione astratta dell’umanità medioevale europea, è stato anche lui un personaggio a modo suo mediatico.
Star di un dramma morale tremendamente popolare ai suoi tempi, fu infatti il soggetto di un’infinità di biografie e di scandali. Servodidio era però nato in un tugurio in aperta campagna, dal fortuito incontro tra una gentildonna romana ridotta in miseria dal fisco imperiale e di un guerriero germano in fuga dalle invasioni unne. Per secoli aveva dovuto lavorare e combattere duramente, solo per sopravvivere, ma col tempo era riuscito a diventare una delle figure più ricche ed influenti della storia europea e mondiale. Più tardi l’arteriosclerosi lo indementì progressivamente, ma lasciò comunque un immenso patrimonio a suo figlio, malgrado fossero in disaccordo su tutto. Per tutto il diciassettesimo ed il diciottesimo secolo le furiose liti fra padre e figlio hanno riempito la stampa di storie interessanti e gustosi pettegolezzi, praticamente fino alla rottura definitiva a proposito della teoria dell’evoluzione di Darwin, nel 1859. Ma già a quell’epoca Uomo era saldamente al timone dei popoli europei, tanto che quando Servodidio morì se ne accorse una sola persona,  un certo Fredich Nietzsche che  avvertì l’odore del cadavere abbandonato insepolto! 
Neanche suo figlio, Uomo, ci aveva fatto caso, forse perché all’epoca già cominciava ad avere dei problemi con l’abuso di droghe. 
All’inizio usava solo il carbone” ricorda Technology “Beh, a dire il vero ci facevamo entrambi col carbone. Era la moda in quei giorni. Costava poco, era di buona qualità e potevi averne quanto ne volevi; tutti lo usavano negli ambienti “cool”. Ricordo un viaggio che facemmo insieme su una delle prime locomotive. Faceva trenta chilometri all’ora e ci sembrava correre come il vento! Come eravamo spensierati a quei tempi!
Clio conferma questa affermazione. “Io credo che Uomo non avesse la minima idea del tunnel in cui si stava infilando col carbone” ha dichiarato “Il carbone era popolare nei circoli d’avanguardia e nessuno sapeva gran che circa le conseguenze nel tempo dell’abuso di combustibili fossili. Fu proprio allora che iniziò la sua campagna per la conquista di Natura e si rese conto molto presto che non poteva tenere il confronto senza un sostegno artificiale. Fu li che cominciò la vera tragedia.”


La conquista di Natura.

Quando esattamente Uomo decise di conquistare Natura rimane una questione aperta. “Ogni biografo ha la suo opinione in proposito” ci ha spiegato Clio, mostrando una libreria intera di volumi sulla controversa carriera di Uomo “Alcuni fanno risalire questa decisione all’influenza del suo padre adottivo, Bacone, o degli altri maestri che ebbe da bambino. Altri sostengono che l’ispirazione gli venne dalla folla in mezzo a cui visse fra il diciottesimo ed il diciannovesimo secolo. Lui era solito dire che si trattava di un affare di famiglia e che tutti i suoi antenati avevano avuto questa idea, fin dall’età della pietra, e che lui era solamente quello che ci era finalmente riuscito.   Ma non ci sono prove in tal senso. Prendete la carriera di Servodidio, ad esempio, e troverete che aveva sempre avuto molto senso pratico ed attenzione ai suoi interessi, ma il suo scopo ultimo era la salvezza dell’anima, non la conquista di Natura.”
La faccenda di conquistare Natura?” ha detto Technology “Ci pensava fin da quando eravamo giovani. Io credo che abbia preso l’idea dal padre adottivo o da uno degli amici di lui, ma per quanto ne so non ci ha dato peso fino a non molto tempo fa. Posso sbagliami, sapete, non lo conoscevo molto bene a quei tempi. Io mi occupavo delle mie cose, sapete, costruire chiese e fortezze, mulini, robe così. Non ci siamo frequentati molto finquando non siamo stati entrambi coinvolti nella faccenda del carbone. Ci facevamo entrambi, ma io ero anche procacciatore e lo potevo fornire più a buon mercato di chiunque altro perché ero l’unico che sapeva come usare il vapore; nessun’altro sapeva come fare. Per questo diventammo amici e ci siamo davvero divertiti un sacco insieme. E di tanto in tanto, quando era fatto ben bene, mi diceva che Natura doveva appartenergli e che un giorno o l’altro avrebbe arruolato un esercito per conquistarla.
A me non me ne sarebbe importato niente, se non fosse stato per gli affascinanti problemi tecnici che Uomo mi poneva. Aveva capito come facevo a procurare tanto carbone così a buon mercato ed aveva intuito che poteva usare gli stessi aggeggi nella sua guerra contro Natura. Per me, sapete, era solo un gioco. Per Natura o contro Natura, non mi fa differenza: A me, datemi un problema difficile, lasciatemici lavorare e sono felice. Di tutto il resto non mi può fregar di meno
.”
Ma non era un gioco per lui. Mi pare che fosse il 1774 quando mi mise seriamente a lavoro sul suo progetto. Ricordo che cominciò ad arruolare dei mercenari e ad accumulare denaro ed attrezzature di ogni genere per la guerra. E voleva soprattutto armi da fuoco e macchine a vapore che erano il top dell’epoca. Così mi chiese di far funzionare fabbriche di ogni genere, ferrovie, navi a motore e tutto il resto. Già alcuni dei suoi avevano da tempo varcato il confine e preso parti di territorio, ma fu solo alla fine del diciottesimo secolo che l’invasione cominciò in modo massiccio e sistematico. A quei tempi eravamo spesso insieme in prima linea, in mezzo ai soldati che lui arringava parlandogli del glorioso futuro dell’umanità quando avesse conquistato Natura. Ed i soldati lo adoravano e subito davano di piglio agli strumenti ed alle armi e si lanciavano alla conquista di altri territori“.


Gli anni del trionfo.

Fu nel 1859, ricorda Technology, che Uomo usò per la prima volta il petrolio. “Aveva appena avuto la sua lite più violenta con suo padre, a proposito di quel Darwin; in effetti da quella volta i due non si sono parlati mai più. E Uomo era ancora estremamente agitato quando venne a sapere che quel tale, Edwin Drake mi pare, aveva trovato in Pennsylvania qualcosa di ancora meglio del carbone. Naturalmente Uomo lo volle provare subito ed io anche e – Hey! – quella si che era roba! Continuammo ad usare il carbone, naturalmente, anche tanto e più tardi anche gas ed uranio, ma niente, assolutamente niente era come il petrolio!
Ma la cosa principale fu che Uomo capì che quello era esattamente ciò che gli serviva per completare la sua conquista. I suoi avevano già preso molto, allora, ma non tutto, forse nemmeno la metà e Uomo aveva problemi anche a controllare territori già conquistati. C’era guerriglia dietro le linee, e problemi di ogni tipo. Lui era sempre allo stato maggiore incitando i suoi ufficiali e pensando sempre a come fare a vincere la guerra una volta per tutte. “La devo avere Tech – mi diceva quando era stanco e si rilassava con una flebo di petrolio – Ho conquistato la distanza, la terra, la superficie del mare, ma non è abbastanza. Io voglio tutto!” E, sapete, ci è andato molto, molto vicino.”
Il petrolio era la chiave del successo – Spiega Clio – Non era solo Uomo a farsi di petrolio; tutti i suoi lo usavano e nei tempi brevi il petrolio è una droga incredibilmente potente: conferisce a chi lo usa un slancio ed un’energia che bisogna vedere per poterci credere!  Intere province di Natura che erano rimaste inespugnabili per un secolo caddero al primo attacco non appena i soldati di Uomo seppero come usare il petrolio“.
Il risultato fu che intorno agli anni 1960 la conquista era praticamente completata. Restavano, solo dei presidi arroccati in zone particolarmente impervie ed un po’ di guerriglia partigiana, ma niente di preoccupante. Uomo ed i suoi erano convinti che, oramai, fosse questione di poco e che presto Natura sarebbe stata conquistata completamente e definitivamente.
Ma quello fu anche il periodo in cui tutti quegli anni di abuso di carbone, di petrolio e d’altre sostanze tossiche cominciarono a presentare il conto.


Gli anni del declino.

Non ricordo quando accadde esattamente – racconta Technology – ma ci fu una lite fra gli spacciatori. Quelli che avevano la roba migliore erano degli arabi che ad un certo punto si incazzarono e per un po’ smisero di venderlo. Così lui si rivolse ad altri, ma venne fuori che il tizio della Pennsylvania era fuori gioco da tempo e che anche i suoi amici del Texas e della California non ne avevano più abbastanza. Così Uomo andò in crisi d’astinenza. Che momenti! Lo portammo in ospedale ed il dottore lo spedì subito in riabilitazione“.
I documenti del periodo della riabilitazione sono commoventi – ci ha detto Clio – Cominciava a disintossicarsi ed a convincersi che ridurre le dosi era cosa saggia da fare. Ma poi, alla prima difficoltà un po’ seria, ricominciava e dovevano riportarlo in ospedale. Intanto la guerra contro Natura andava peggio perché anche l’altra parte stava modernizzando le sue tattiche. Circolavano indiscrezioni su trattative per un cessate il fuoco, o addirittura per un trattato di pace fra lui e Natura.”
Quando andavo a trovarlo in clinica – narra Technology – era sempre stanco. Pareva vecchissimo, come suo padre che però era morto a più di 1.400 anni. Era anche depresso e parlava solo dei suoi malanni. Io credo che in quel periodo avrebbe potuto smettere, tirarsi fuori dalla droga e raddrizzare la sua vita. Davvero pensavo che avrebbe potuto farcela e per aiutarlo gli portavo dei pannelli solari, delle case passive, dei contraccettivi… giocattoli così, tanto per interessarlo a qualcos’altro che il petrolio e la conquista.  Sembrava che gli piacessero e con gli altri amici eravamo pieni di speranza per lui; ma non andò così”.
Ricordo bene l’ultima volta che andai a trovarlo in riabilitazione. Mi dissero che se ne era andato, così corsi a casa sua e lo trovai circondato da un nugolo di prestigiatori che dicevano di aver trovato il modo di rendere inevitabile una crescita economica infinita. Lui era euforico, rideva e dava gran pacche sulle spalle a tutti, parlando come un fiume di grandi idee e di ancor più grandiosi progetti. Apparentemente era tornato quello di una volta, ma ricordo come fosse ieri lo sguardo di Scienza, che se ne stava sola in un angolo. “Che c’è Scienzy? Perché fai quell’aria da menagramo? “ Le chiesi. Io, lei e Uomo eravamo stati come fratelli per secoli. – Non lo vedi? – Mi rispose – non mi meraviglia, sei sempre stato un superficiale, ma ti dico che Uomo si è fritto il cervello. Quello che dicono quei tizi non ha senso e lui blatera per convincere sé stesso.- Mai parole mi fecero più male di quelle! Oh, certo, dopo abbiamo fatto ancora tante cose insieme a Scienzy, quando trovammo il Bosone, per esempio, che sballo! Una festa fantastica, ma qualcosa fra noi si era rotto per sempre ed infatti le cose cominciarono ad andare di male in peggio.”

Gli ultimi anni

Gli ultimi anni della carriera di Uomo come astrazione della razza umana furono travagliati.
Malgrado le armi sempre più potenti ed i soldati sempre più numerosi, la guerra contro Natura non andava bene.- Spiega Clio –Le truppe di Uomo controllavano tutti i territori principali e le città, ma c’erano rivolte ovunque. Batteri antibiotico-resistenti, erbe infestanti inattaccabili dai diserbanti, tempeste, terremoti e via di seguito. La battaglia di Fukushima, ad esempio, fu un disastro per Uomo”.

 Il morale delle truppe era sempre più basso e molti non erano più tanto convinti di quel che facevano. C’erano anche diserzioni; gente che abbandonava il fronte, o addirittura che passava bellamente dall’altra parte. Quelli che restavano lo facevano per abitudine o, soprattutto, per soldi ed i soldi stavano diminuendo. Fra il costo della guerra, quello per controllare e continuamente fortificare il territorio, il folle tenore di vita di Uomo ed il costo esorbitante della sua droga, Uomo era in grossi problemi finanziari. Ci sono buoni motivi per ritenere che fu per fronteggiare queste spese che durante gli ultimi anni della sua vita Uomo finì coinvolto in una spirale di debiti e di truffe.
Nel frattempo, Uomo stava restando sempre più isolato. “Si accompagnava sempre più spesso a gente davvero losca, oppure a pazzi visionari, mentre aveva voltato le spalle alla maggior parte degli amici di un tempo – afferma l’anonima fonte citata sopra – Con Arte, Letteratura e Filosofia aveva già da tempo smesso di parlare perché gli ripetevano che doveva smettere di strafarsi. Ma anche con altri…. Ricordo l’ultima volta che Scienza venne a trovarlo. Era molto in ansia e voleva parlargli della situazione dell’atmosfera, ma lui la buttò letteralmente fuori di casa e le sbatté la porta in faccia urlando: – L’atmosfera è mia, cazzo! Ci faccio quel che cazzo mi pare con la mia roba, traditori voltagabbana! Questi vogliono tornare nelle caverne!” Poi ebbe un collasso e lo portammo a letto. Ultimamente scenate così erano diventate routine.
A quanto pare, l’ultimo a vedere vivo Uomo è stato il suo vecchio amico Technology. “ Sono andato a casa sua lunedì pomeriggio, ricorda, ci andavo molto spesso e si parlava del più e del meno. Quella volta cominciò a vaneggiare di supercomputers onniscienti, di corpi robotici immortali, di resurrezione dei morti sotto forma di softwhere e robe del genere.
“Ascolta Uomo, gli dissi, se ti interessa questa roba devi parlarne con Religione. Immortalità ,onniscienza, resurrezione ecc. sono il suo campo, non il mio. Ma avevano rotto da tempo e lui non ne voleva più sapere di lei. Così cambiò discorso e cominciò a lamentarsi che il petrolio che gli avevo portato dal North Dakota era un vero schifo. “Lo so bene, gli risposi, ma cosa vorresti che facessi? Io posso pomparti fuori quel che c’è, non quel che vorresti. Questa è la roba che rimane e se non ti piace faresti meglio a farti durare quel poco di brent che ancora rimane. Allora partì con una delle sue scenate lamentose. Mi disse che era colpa mia se il petrolio era sempre meno e sempre più cattivo, colpa mia se la guerra andava male, colpa mia se non avevamo conquistato Marte, e via di seguito. Quindi uscì sbattendosi dietro la porta e non lo ho più visto vivo. Avrei dovuto andargli dietro e parlargli; raccontargli un’altra favola sui viaggi interstellari o sulla macchina del tempo. Forse si sarebbe calmato e sarebbe ancora vivo. Ma in fondo per cosa? Che significato aveva più la vita per lui? A me manca il più grande amico di sempre, ma lui, forse, sta meglio adesso,”

Una travagliata eredità

L’improvvisa morte di Uomo lascia molte domande in sospeso.
Quando Servodidio morì di arteriosclerosi – Spiega Clio – Tutti sapevano chi ne avrebbe ereditato il ruolo. Anzi, già da molto tempo Uomo aveva sostituito suo padre nel ruolo di immagine idealizzata dell’umanità e ne gestiva la grande eredità. Invece Uomo è morto senza testamento e sono parecchi gli aspiranti alla successione. Inoltre, la sua eredità è nel caos più totale e ci vorranno decenni per capire se davvero ha lasciato qualcosa ed a chi”.
In attesa della conclusione delle indagini, l’Autorità Garante del Fato, Ananke, ha diramato un succinto comunicato stampa che riportiamo in integrale:
Prego tutti di accettare i sensi della mia simpatia per la tragica fine di Uomo, colui che avrebbe voluto conquistare la Natura. Colgo l’occasione per consigliare ai figli umani di Gaja di procedere alla scelta della loro prossima immagine collettiva in modo che risulti meno megalomane ed autodistruttiva”.

Una recente immagine di repertorio di Uomo

La lavandaia di Via dell’Oche

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Per quelli che non comprendessero che razza di categoria è la Lavandaia di Via Dell’Oche agevolo un rapido ripasso.

Una lavandaia che si rispetti, quindi, indossati cuffietta e grembiulino, si mette a fare i conti, possibilmente semplici, meglio ancora se elementari, in modo da sbugiardare il propinatore a favor di media di numeri casuali di turno. Il nostro Premier ha annunciato, recentissimamente, che non ci sarà alcuna manovra aggiuntiva in autunno. Da molte parti si parla di un buco di 20 miliardi, da chiudere in qualche modo.

Si tratta dell’1.5% del PIL, 700 euro a famiglia, una cifra importante.

Intanto i numeri: il governo sostiene che la crescita del paese nel 2014 passerà dallo 0.8 previsto allo 0.2%. Su questi numeri stanno tutti se non peggio. Il problema è che questi numeri sono peggiorati di trimestre in trimestre e non mostrano segni di ripresa. A Dicembre il Governo prevedeva l’1.1.% di crescita nel 2014 e su quello aveva costruito la legge di stabilità. A Gennaio già molti avevano stimato una crescita dimezzata tra lo 0.5 e lo 0.6%. A Giugno Molti, ad esempio confindustria, prevedono appunto una crescita dello 0.2% All’appello quindi, solo per questo, mancherebbero circa 15 miliardi. Ma il punto è che siamo solo a metà anno è la situazione è già notevolmente degradata. In buona sostanza, trimestre 2012 su trimestre 2013 il confronto continua ad essere negativo. SE va bene, cosi come siamo L’Italia è già fuori dal percorso scelto dall’Europa a forza di Two Packs, Six Packs e contropaccotti vari. Quanto manca? beh, intanto un mezzo punto percentuale dovuto alla mancata crescita. sette miliardi. E poi circa altrettanto per raggiungere gli obbiettivi teorici imposti dall’Europa.

Ma la lavandaia si è già annoiata e sta sul semplice: Per stare alle notizie recenti, riferite a maggio, abbiamo un aumento del debito di 20 miliardi, a fronte di un aumento delle entrate di circa 800 milioni (rispetto al 2013).  Saranno pure numeri particolari, le cose cambieranno nei prossimi mesi etc etc. Ma capite bene che un aumento di un punto e mezzo percentuale in un mese del debito pubblico è una cosa enorme. Un caso isolato? Sostanzialmente no. Da inizio anno il debito pubblico è aumentato di  96 MILIARDI DI EURO. Quasi il 6 % del Pil.

Per la lavandaia è molto semplice: Siamo già fuori del 3% dai parametri di stabilità. Lei è una lavandaia, gli scappano le finezze contabili. Osserva solo come è SOMMAMENTE poco probabile che il bilancio dello Stato passi, all’improvviso, in attivo nei sei mesi del 2014 che restano. i 96 miliardi diventeranno qualcosa di più, forse MOLTO di più a fine anno. Alla lavandaia risulta che il limite del deficit al 3% di PIL significa, nel concreto, a PIL stazionario ( per ora gli analisti quello dicono) che si potrebbe arrivare a un deficit di circa 50 miliardi di euro, 2014 su 2013. Siamo già fuori di 40 miliardi. Oh, si, certo le cose sono MOLTO più complicate di così. Ma stiamo sul pratico: una manovra a Settembre è certa, giustappunto, come le tasse.

Crisis What Crisis? Reloaded.

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Ovvero: ….DOVE DIAVOLO ERAVATE FINITI?

E’ una domanda che ho già ricevuto un paio di dozzine di volte in questi primi giorni di tests ed appetizers (Crisis Reloaded è ancora in via di definizione, perfezionamento e lo sarà per un poco).

Due parole, quindi, sono necessarie.

Intanto: Perché me n’ero andato, dopotutto? Beh, innanzitutto perché avevo percepito, ampiamente in anticipo, la brutta china verso la dozzinalità che aveva preso il portale che ci ospitava. Una china che si basava, in primo luogo sul NON riconoscimento del valore principale di un portale di blog professionali: I BLOGGERS.

Io e Debora eravamo dei privilegiati, per via dei risultati in termini di visibilità e traffico generato sul Portale. Ma TUTTI gli altri bloggers erano sottoposti a vere vessazioni, vedevano ridimensionati i contratti, gli si chiedeva un ritmo forsennato di produzione di nuovi post, gli si chiedeva di seguire in modo praticamente obbligatorio le parole chiave che le strategie di SEO avevano individuato… Il tutto, OVVIAMENTE, era da me sentito come profondamente ingiusto e foriero di un rapido degrado della qualità dei post e della piattaforma stessa. Insieme a pochi altri imbastimmo un vero e proprio sciopero, o almeno così credevo. All’atto pratico, con le scuse le più varie mi ritrovai a combattere una battaglia solitaria, di cui, dopo un poco di tempo mi stancai. Anche perché non aveva molto senso combattere per diritti che le persone interessate non ritenevano tutto considerato, così importanti. Continuai quindi a scrivere ancora per un poco, fino a che quasi esattamente tre anni fa, chiesi a blogosfere di ridiscutere il contratto su nuove basi. La ma prevalente intenzione era da un lato far valere il fatto che ormai DA ANNI, eravamo in testa alla classifica dei blog nazionali, dall’altro evidenziare che avevamo raggiunto e stabilmente superato tutti i target prefissi e ci meritavamo, dopo quattro anni, un riconoscimento del lavoro svolto. La risposta fu l’estromissione, dall’oggi al domani dal blog, tanto che dovetti affidare il mio post di commiato a Debora.

Debora continuò ancora per un anno e mezzo in solitudine e poi fu chiamata, ormai lo sapete, ad altri incarichi.

I nostri rispettivi contratti ci vincolavano per  un anno a NON intraprendere attività nello stesso settore e di conseguenza, per poter aprire il blog, abbiamo dovuto aspettare che decorressero tali termini.

Si si si va bene.

MA che avete combinato in tutto questo tempo? Beh, innanzitutto, per quanto mi riguarda, mi sono morso le mani: il periodo che va dal Settembre 2011 ad oggi è stato un ininterrotto e veemente susseguirsi di vergognose bugie, larghe intese, vaste menzogne, infamie vere e proprie. Mai come in questi anni ci sarebbe stato da scrivere articoli ed articolesse succulenti che provassero, nel loro piccolo a sbugiardare la vulgata ufficiale. Eh si, perché MAI come in questi ultimi due o tre anni è rifulso il pensiero unico, sostanzialmente totemico, profondamente medioevale nella sua essenza di deliberata distorsione della realtà prona ai desiderata di una piccola percentuale, più o meno consapevole, della popolazione.

In un paio di casi ho scritto qualche post bello ricco e Debora me ne ha pubblicato qualcuno ( e qualcun’altro è stato pubblicato da altri blog in giro per la rete).

A parte mordermi le mani, però ho fatto diverse cose: in sintesi sono diventato insieme ad alcuni amici e compagni di avventura uno di quei piccolissimi investitori e produttori di energia rinnovabile che tanto vengono infamati in questi mesi ( E’ tutta colpa loro se l’energia elettrica costa tanto, ed è tutta colpa dell’energia elettrica cara se le imprese italiane non sono competitive, quindi la colpa della crisi E’ MIA e dei biechi speculatori come me). Abbiamo continuato, come Eurozev, a fare quello per cui eravamo nati, arrivando, nell’Agosto 2012, a far approvare una legge ( trasformata in un comma di un articolo del decreto crescitalia, articolo 17 terdecies) che  CONSENTIVA IL RETROFIT ELETTRICO NEL NOSTRO PAESE. Forse il primo vero caso di una legge nata da una proposta dal basso,  di democrazia diretta insomma.

Nel frattempo, comprati a varie aste i mezzi elettrici del Comune di Firenze (dimenticati da LUSTRI fino a fare, letteralmente, la borraccina in un piazzale del Comune) ci siamo messi in animo di rimetterli in strada per usi turistici e di trasposto merci. A questi si sono aggiunti altri 27 scooters Oxygen Cargo e con questa flotta siamo probabilmente diventati i gestori della più grande flotta di mezzi elettrici della Regione. Ovviamente l’abbiamo fatto nel bel mezzo della peggiore Crisis di tutti i tempi e ne stiamo subendo le conseguenze. Ma non demordiamo. Per finire, come a qualunque cittadino, ci si è imposta un scelta: non si può, infatti, essere sempre equidistanti e sopratutto al di fuori della mischia. Io e Debora ci siamo quindi impegnati politicamente. Io ho fondato un meetup a Signa e Lastra a Signa ( due cittadine di circa 20.000 abitanti ciascuna) l’ho seguito nei primi mesi difficili e poi ho lasciato che crescesse e si sviluppasse secondo coscienza capacità e volontà dei suoi membri ( e direzioni stile e modi che non condividevo, ma…è la democrazia, bellezza).

Debora è addirittura entrata come responsabile comunicazione web in parlamento. Perchè vi racconto queste cose? Perché è una spiegazione DOVUTA: siamo persone tridimensionali e, prima che me lo chiediate voi, ve lo voglio raccontare io.

Per tornare a questo blog, comunque, ve lo anticipo fin d’ora: SE non volete farmi inferocire ( e sono guai) NON fate partire la solfa: “voi grillini…” qualunque sia il motivo, la scusa, il pretesto. Io NON sono un grillino: non condivido molti e seri punti del modo di parlare, fare, agire e pensare dei leader del movimento. SE sono entrato, per un breve periodo attivamente, nel movimento stesso, se addirittura mi sono candidato alle Europee era perché, appunto tale era, un movimento in una morta e stantia palude dove niente, a parte le mosche ed altri fastidiosi e ripugnanti esseri si muoveva. UN movimento che, dopo decenni, ha portato cittadini VERI del nostro paese in parlamento, pregi e difetti, a volte enormi ed evidenti, sia gli uni che gli altri. Si può essere nel movimento 5 stelle, condividere non statuto, 5 stelle etc etc e NON essere “Grillini”? Certo, almeno finché non vieni buttato fuori…La gratitudine a chi ha tirato su l’ambaradan, insomma, non mi impedisce di pensare ( magari male) con la mia testa e criticare quel che non mi piace ( e succede spesso) o che mi piace ( e pure questo succede, anche se ultimamente un poco meno spesso) in quel che fanno dicono o non dicono i due zazzeruti ed un poco attempati leaders.

QUINDI, non abbiate dubbi: qualunque cosa scriverò o non scriverò nascerà da un mio personale convincimento e non da qualche ordine di scuderia o complicata strategia comunicativa. Ve lo devo e ME lo devo. In particolare, resto convinto che non ci sono modi gradevoli di dire cose sgradevoli ma anzi il modo più corretto di esprime il proprio pensiero è con un poco di caustica ferocia che a noi toscani, tra l’altro, piace non poco.

A tal proposito, vengo alle dolenti note. Debora, aveva svolto il suo lavoro, per quasi un anno e mezzo, in modo estremamente defilato, senza mai cercare di comparire  e senza mai essere considerata/intervistata dai media. Probabilmente pensava quindi di non essere attenzionata in modo particolare. Si sbagliava: Circa due settimane fa una sua battuta su twitter, non felicissima ma direi assolutamente comprensibile, l’ha trasformata per un giorno in un bersaglio. E’stata vittima di un vero assalto mediatico, che ha dimostrato, se ce ne fosse bisogno, quanto si sia infastidito il sistema della presenza, per la prima volta in anni ed anni, di una VERA forza politica critica all’interno del parlamento. Quel che ho scritto, a caldo, sulla mia pagina facebook qui l’ho poi ribadito, in modo credo più efficace, il giorno dopo. Riporto la frase qui per comodità:

Il Colera passa. I Gava restano. E’ quindi vero che se ne vanno sempre i migliori.” A tutti gli stracciatori di vesti, per la battuta di Debora, Il Corriere della Sera compreso, affido questa battuta di uno dei più grandi giornalisti di tutti tempi, battuta peraltro inserita dal Corriere stesso tra le migliori di sempre del giornalista. Cari sepolcri imbiancati, fatevene una ragione, il politically correct, in un mondo di politici (e di POLITICA!!!) tutto fuorché corretti non solo è impossibile. E’ SBAGLIATO. Ringrazio Daniela per la citazione.

Continuo a pensarla cosi e, per quel che vale non cambierò idea in futuro. Viviamo in un peculiare medioevo dove da un lato si danno spallate micidiali alle istituzioni ,distruggendone i valori fondanti, dall’altro si fanno gli occhi alle pulci, insomma si sta attenti ad una frase. Inopportuna, forse, ma che rispecchia il disastro provocato, a giudizio di un numero probabilmente maggioritario dei cittadini, da una classe politica pronta ad ogni compromesso, larga intesa, nuovo inciucio, pur di mantenere saldo il controllo, ovviamente nel superiore rispetto delle istituzioni, identificate, anche dai media, con loro stessi.

Si. va bene va bene ma questo che c’entra con Crisis? C’entra: Perché Debora, l’avrete vista, è annoverata tra gli autori del Blog, come ai vecchi tempi. Ma non posso dirvi, è una persona libera ed indipendente, quando come e se vorrà tornare a scrivere, dopo quello che è successo, qualche cosa sul blog. Crisis , in tutta la sua vita, non è mai stato un blog comdo, accondiscendente, gentile, delicato. Abbiamo cercato sempre di parlare alla testa dei lettori ma senza dimenticarci che hanno ( ed abbiamo) una pancia, un cuore, un anima.

Non è facile farlo sapendo che ti aspettano al varco. Per ora quindi dovrete reggere il sottoscritto, in ( poco) beata solitudine. Per consolazione però posso dirvi che questo con buona probabilità, sarà il primo ed unico post cosi chilometrico: i tempi sono cambiati, do per scontato che, almeno all’inizio mi leggerete (SE mi leggerete) in quattro gatti , piuttosto edotti e quindi NON ripartirò dal caro babbo come feci in centinaia e centinaia di articoli su Crisis nel periodo 2008-2011. Il secondo tempo della Crisis richiede tempi brevi, post ficcanti, analisi semplici. VI metterò la pulce nell’orecchio con qualche link a supporto di quel che scrivo. La voglio dire tutta: HO MENO TEMPO!!! Mi toccherà essere breve e, spero, efficace. Starà a voi, confutare, condividere, approfondire. …

Basta mi cheto!!! Un saluto a tutti.