Uriel ha chiuso bottega. Lunga vita ad Uriel

peter principle humour

Wolfstep mi ha dilettato per anni ed ora non c’e’ più!

Ringrazio Uriel per la sua esistenza su questo pianeta, in questa epoca. E copio incollo un post di due anni fa.

Lettera ad un figlio
Istruzioni sull’uso del mondo.
Parte 1: istruzioni sull’uso di una gerarchia sociale.
( ndr: dedicato anche ai nostri rappresentanti in parlamento.)

Ciao, figliolo. Si, dico a te. So che mi leggi. Questo e’ un messaggio personale. Potresti prenderlo come un favore: ti spiego per quale ragione non riuscirai mai a fare la carriera che speri, e ti spiego perche’ non sei capace di fare le cose che ti chiedono di fare. Per fortuna non sei il mio capo. Ma ti sento mentre fai il caporale con gli altri. E ti spiego perche’ sei un caporale dentro. Non riuscirai mai ad avere nulla di diverso dai gradi da caporale, sappilo. E adesso ti spiego il perche’.
Le regole principali del comando.
Quando sei il capo di qualcosa, o sei “al comando” di qualcosa, ti viene chiesto di prendere decisioni. Ma il comando non finisce nello sputare ordini a destra ed a sinistra. Ci sono delle regole di base. Vediamo quali.
• Non ti puoi togliere i gradi quando vuoi. Il comando e’ prima di tutto servizio. Sia perche’ (a meno che tu non sia a capo dell’universo) non sei ai vertici dell’organigramma, sia perche’ i tuoi superiori possono gia’ prendere le stesse decisioni che puoi prendere tu, ed oltre. Quindi, la tua capacita’ decisionale non serve a loro, se non in termini di volume. Non di qualita’. In termini di qualita’, puoi essere utile solo a quelli che stanno sotto di te. Quindi, regola numero uno: tu DEVI prendere una decisione OGNI VOLTA che DAL BASSO arriva una richiesta. Non fosse altro che “continuate cosi’”, DEVI dare un ordine OGNI VOLTA che ti chiedono di farlo. Punto. Non puoi decidere se farlo o meno, non puoi decidere quando farlo. Sei al servizio di quelli che stanno SOTTO di te, che ti piaccia o meno.
• Il comando e’ presente e continuo. Questo significa che quando non ci sei, un’altra persona deve sostituirti. E no, non per telefonarti : per fare il tuo stesso lavoro. Il che significa che il tuo secondo non e’ un “secondo”, e’ un vice. Sa tutto quello che puoi sapere tu e puo’ fare le stesse cose. Se non ne e’ capace, ogni volta che ti allontani il comando e’ interrotto in misura della sua inferiore capacita’. E tu hai fallito perche’ la tua catena di comando e’ incompleta. Il secondo puo’ e deve sostituirti. Il che ti espone al rischio che ti faccia le scarpe, certo. Succede. Del resto prima o poi andrai in pensione, e il mondo non finira’ per questo.
• I problemi scalano SOLO verso l’alto. NON, e ripeto NON, e ripeto NON deve e non puo’ succedere che ad una richiesta di direttiva la tua risposta rimandi la decisione a chi ti ha posto il problema. L’unica direzione in cui un problema scala e’ verso l’alto. Dall’alto verso il basso vengono direttive e soluzioni. Domande e problemi vanno solo dal basso verso l’alto. Altrimenti, chi sta sotto di te ma risolve i problemi diventera’ il capo ufficioso e avra’, de facto , il comando. Sino al punto in cui qualcuno non se ne accorgera’, promuovera’ lui e licenziera’ te.
• La gerarchia NON ha come compito principale quello disciplinare. Il che significa che non puoi vivere con il terrore di venire rimproverato dai tuoi capi se i problemi trapelano a loro. Il che significa che non devi nascondere i problemi ai tuoi capi. Il tuo capo che chiama i tuoi tecnici per sapere come vanno le cose anziche’ chiedere a te significa che da un lato lui si sente cieco e pensa di non dominare la situazione per colpa tua, dall’altra significa che non puoi difenderti se gli viene riferito qualcosa di brutto su di te. Sei esposto sia alla sfiducia del superiore che hai accecato negando informazione, sia alla maldicenza dei tuoi sottoposti. E questo solo perche’, come tutti i bambini stupidi, vivi nella paura che la gerarchia abbia come unico scopo quello di punirti, come i bambini che nascondono le malefatte alla mamma.
• La gerarchia NON ha come compito principale quello disciplinare, II. Ovviamente, se diventi inutilmente vessatorio otterrai che quelli sotto di te ti nasconderanno i problemi. Imparerai dei problemi solo quando scaleranno, ti arriveranno telefonate di rimprovero per cose di cui non sei a conoscenza e rimarrai balbettando ad ascoltare cazziatoni. E questo perche’ hai prodotto un inutile timore delle tue reazioni vessatorie: adesso i tuoi tecnici si riuniscono altrove per decidere come gestire i problemi senza che tu lo sappia. Sei cieco . Ti accorgerai degli iceberg solo quando ti arrivano nei denti. Essere inutilmente vessatori non serve ad una cazzarola di niente, se non a rimanere ciechi. Non ti da’ autorevolezza e ti espone a figure di merda catastrofiche.
• Il comando serve solo quando richiesto dal basso, o quando propaga ordini dall’alto. Non hai alcun valore aggiunto personale se non in questi due casi. Quindi, evita di propinare di continuo ai tuoi sottoposti senior la tua visione personale: non devi manovrarli, devi delegare. Altrimenti ti scoprirai stracolmo di lavoro perche’ per seguire tutti dovrai ripetere mentalmente il loro lavoro , e non riuscirai mai a seguire tutti. Inoltre, il tuo gruppo soffrira’ di un terribile paradosso di Abilene, perche’ tutti si affanneranno a fare cio’ che pensano sia tua volonta ergo volonta’ del gruppo. Il tuo compito e’ delegare nel modo giusto alle persone giuste, non manovrarle come se fossero delle ruspe.
• La politica non giustifica le tue scelte del cazzo. So benissimo che non sei all’altezza della situazione, e sai benissimo che la cosa sia evidente. Non puoi rispondere “politica” ogni volta che ti si fa presente che hai preso una posizione del cazzo. O rifiuti di rispondere perche’ l’ordine viene dall’alto, oppure hai la risposta alle critiche. Se rispondi “politica” dai alla gente l’impressione che tu non sappia fare politica abbastanza da evitare gli errori si propaghino sul tuo gruppo. E quindi ti dai dell’incompetente da solo.
• La lingua. Se vuoi essere un capo, devi saper parlare. Lo stravagante idioma paradialettale che parli ti squalifica agli occhi di tutti coloro che hanno svolto con profitto le scuole superiori. Ti fa sembrare ignorante. Il lavoro che svolgi non puo’ essere descritto in dialetto perche’ i dialetti sono destinati a popolazioni arretrate e non scolarizzate, cosa che fa mancare la capacita’ espressiva quando si tenta di descrivere qualcosa di moderno , di complesso o di astratto. Nessun dialetto puo’ darti le categorie del linguaggio che servono ad analizzare il lavoro che fai. Non esiste nulla del genere nella cultura tradizionale che ha creato quel dialetto, capisci? Quindi, impara la lingua del tuo paese.
• La lingua, II: se non parli bene la lingua del tuo stesso paese, non riuscirai mai a parlare una lingua straniera. E’ inutile iscriversi allo Shenker, ed e’ inutile fare altri corsi. Non parlerai MAI una lingua straniera in maniera decente sinche’ non parlerai la tua lingua madre. E il livello di conoscenza delle lingue straniere che potrai raggiungere rispecchia, con esattezza matematica, il livello che hai raggiunto nel conoscere la tua. Non solo non padroneggiando la tua lingua sembri un terrone ai tuoi compatrioti , ma quando sei all’estero sembrerai il corrispondente italiano del “buana negro” che disprezzi tanto perche’ sei fascista.
• Politica. Ah, si’: ci sono paesi nei quali vantarsi di essere “fascista ma moderato” non ti fa fare una bella figura. Evita di parlare di politica sul luogo di lavoro in generale, ma SPECIALMENTE se sei all’estero: una categoria che ti sembra innocua come “cattolico” in alcuni paesi puo’ essere imbarazzante se viene ribadita con troppa veemenza. E’ vero che l’azienda e’ ipso facto una gerarchia e che non sia pertanto una democrazia: ripeterlo qualche volta e’ simpatico, farne un motivo ricorrente puo’ sembrare una filosofia di comando di cui sei molto convinto, ripeterla di continuo ti fa classificare come un idiota frustrato. E non e’ un modo per ottenere rispetto dal tuo team.

Ecco, seguire queste regole non fa di te un capo, ci vogliono un sacco di altre qualita’. Ma ti evita di sembrare un caporale.

La bolla del fracking? E’ il meno.

Derrick in controluce

Mezza pagina.

Solo mezza pagina su le Scienze ( per me è un poco una Novella 3000 scientifica ma mi rilassa).

Un articolo a firma, mi pare, Alex Saragosa e tre numeri, possono dare un Satori non indifferente, in una mattina qualunque.

Si tratta di questo: Secondo stime ragionevoli abbiamo 2800 miliardi di CO2 da emettere, circa 1000 miliardi di tonnellate equivalenti petrolio come riserve complessive di gas, petrolio e carbone, allo stato attuale di conoscenze e tecnologie.

Potrebbero essere di più, ma fermiamoci qui.

Sempre secondo una stima come un’altra ( postdam 2009, ma qui chiedo cifre di conferma ai climatologi) per stare al di SOTTO di due gradi centigradi di aumento di temperatura mondiale dovremmo bruciare AL MASSIMO poco più di 100 miliardi e spiccioli di tonnellate equivalenti petrolio.

Più o meno ( spannometro, vado per ordini di grandezzaed a memoria, soggetto a verifica nda ) circa 15 anni ai ritmi attuali.

Poniamo che una specie di governo mondiale di tipo assolutamente dispotico imponga di cessare di emettere alcunché entro 15 anni da oggi ( qualunque altro scenario difetta di capacità di comando ). Questo significa che 900 miliardi di tonnelate equivalenti petrolio resterebbero sottoterra, non bruciati.

Ora: provate DA SOLI a fare i conti su quanto valgono 900 miliardi di tonnelate equivalenti petrolio e rimarrete abbastanza a bocca aperta.

Se ci basassimo sul petrolio 900 miliardi di tonnellate diventano circa 7000 miliardi di barili. Se poniamo, prezzo medio, 100 dollari al barile sono.. 700.000 MILIARDI di dollari.

!!!!!???

Facciamo pure la tara: buona parte di questi barili equivalenti NON sono barili, giustappunto ma carbone e gas. Dividiamo per tre.

Si tratta sempre di 230 MILA miliardi di dollari.

Il PIL MONDIALE è di circa 75.000 miliardi di dollari, se non vado errato.

Ora: Le aziende investono MIGLIAIA di miliardi di dollari in ricerca, sfruttamento distribuzione etc etc etc.

E come fanno? Dove trovano i capitali?

Con i prestiti.

E COME garantiscono i prestiti?

Ma con il valore delle loro riserve, in PRIMISSIMO luogo.

Poniamo che abbiate un giacimento da un miliardo di barili, accertati.

Capite bene, che, ad un valore lordo e no irragionevole, di 100 miliardi di dollari, NESSUNA banca avrà grossi problemi a erogarvi 10 miliardi di prestito e probabilmente si sentirà a suo agio fino a 20 0 30 miliardi di prestito.

Moltiplicate la cosa per TUTTI i giacimenti noti e probabilmente avete una idea di quanto sia grande come ordine di grandezza, la bolla petrolifera. Poniamo si tratti di solo un 10 % del valore delle riserve conosciute. Si tratta di 2300 MILIARDI di dollari.

Capite bene che questo bubbone è li in attesa di essere inciso ed esplodere, in caso di contingentamento e forte rallentamento della domanda o dei prezzi o tutti e due.

Capite quindi quel è l’ordine di grandezza del problema economico da affrontare quando si parla di ridurre di due terzi nei prossimi decenni il consumo di energia primaria da fonti no rinnovabili e quali investimenti compensativi si dovrebbero mettere in ballo per evitare

Il giorno DOPO la firma di un eventuale STORICO ED IMPORBABILE trattato mondiale che sia davvero cogente e miri a rimanere confinati nei due gradi centigradi ci sarebbe un crollo economico ENORME e subitaneo.

un collasso epico e, soprattutto, violento.

Violento perché i conti necessari per arrivare a simulare cosa succede in caso di scenario firmato e vidimato dai maggiori paesi sono facili e verrebbero fatti rapidamente ed in automatico.

I numeri, come ordine di grandezza ve li ho mostrati io.

Ci sono mille complessità e precisazioni e distinguo ma l’ordine di grandezza è quello.

Il giorno dopo le borse.. KABUM.

Ecco forse, dopotutto usciremo dal petrolio non con un sospiro ma con un botto. Di quelli grossi…

Oppure, PROPRIO perché questo problemino è evidente, Non ne usciremo mai.

Chi ha il potere di decidere non deciderà e finiremo bolliti sperando che i climatologi stiano esagerando.

E poi saremo troppo indaffarati a sbudellarci reciprocamente per stare attenti ai climatologi

 

 

 

Pietro

 

 

 

Come era verde la mia Crisis

Quattro anni e nove mesi fa.

Tratto dal vecchio sito di Crisis What Crisis 1.0

Backlash Economy alla prova: tocca all’Irlanda. Tra un mese il default?

Di

Eravamo stati facili profeti.

Non c’e’ due senza tre.

( non ci sono più le mezze stagioni, tantovalagattalalardochecilascialozampino, unarondinenonfaprimavera, potete aggiungere voi quante frasi fatte volete, per la gioia di Debora)
Dopo l’Islanda, tocca all’Irlanda.
Le voci di una probabile insolvenza di un suo importante istituto bancario PRIVATO stanno portando ad una stima del rischio default dell’Irlanda elevatissima, con l’inevitabile contorno di differenziale stellari dei tassi di interesse dei bonds e debiti/deficit pubblici “skyrocketing” ovvero che schizzano alle stelle come razzi.
Tra un mese ci potrebbe addirittura essere una dichiarazione di insolvenza da parte del loro ministro delle finanze.
A questo punto ci sono pochi dubbi che ci troviamo di nuovo di fronte ad un test della shock economy, ovvero, per farla breve: come procacciarsi del cibo in momenti di carestia? Tritare un paese, spezzandogli le osse a mazzate finanziarie, per succhiarsi il tenero, se pur sanguinolento, midollo.
Quel che succederà, a questo punto siamo bravi tutti a fare previsioni, è già scritto.
1) uno o più prestigiosi istituti finanziari lanciano un grido di allarme che suona come un ultimatum al governo: o ci aiutate o andiamo alla malora trascinando nel gorgo i risparmi privati del paese. Non sto facendo previsioni: è quel che è appena successo.
2) i politici si spaventano per la prematura fine della loro luminosa e democratica carriera e cercano di metterci, disperatamente, una pezza.
3) le dissestate finanze del paese, anche a causa del ben pilotato crollo verticale della fiducia degli investitori internazionali, non sono in grado di garantire fondi sufficienti senza chiedere finanziamenti al neonato fondo di solidarietà europeo e/o al Fondo Monetario internazionale. Sarà quello che constateremo tra un mese o prima.
4) Le due succitate “dame di carità” per garantire il loro aiuto richiedono draconiane misure allo Stato (non all’istituto finanziario che ha provocato il dissesto, notate bene) che in praticano implicano la fine dello stato sociale ( o di quello che ne resta) con il dirottamento dei denari dei contribuenti nel buco senza fondo cosi generato. Il flusso di capitali REALI, cosi ottenuto, fornisce nuova linfa e capacità finanziarie per continuare il giochino ai danni di un altro paese ( possibilmente porcino, ‘che è piu’ saporito). Anche qui sto descrivendo qualcosa che è già successo, solo quest’anno ed in Europa almeno altre due volte, in Grecia ed Islanda ( ci sarebbe anche il caso dell’Ungheria, veramente).
5) il risultato netto: impoverire una popolazione per decenni a venire senza contropartita, dato che i risparmi momentaneamente salvati dalla scomparsa causa default bancario finiscono o per essere spesi per sussidiare i servizi che ora non sono piu’ garantiti dallo stato o per sopravvivere, semplicemente, nella situazione di depressione economica e sociale risultante. Chiedete ad un amico greco per i dettagli o guardate la nostra situazione in Italia per una versione demo di questo approccio.
6) Il tutto crea un insostenibile stress sociale che può finire in due o tre modi:
a)tafferugli e serrate varie, repressione poliziesca tutto sommato blanda e ritorno ad una depressa “normalità”. E’ quello che è successo, per ora, in Grecia e che succederebbe, con ottime probabilità, anche nel nostro paese. Il paese entra in depressione permanente con la prospettiva di una riesplosione del problema in grande stile, una volta esaurite le risorse e dispiegato nella sua interezza l’impatto della situazione.
b) come sopra ma con accenti di vera guerriglia urbana, militarizzazione della società ( coprifuoco etc etc) e seria possibilità di collasso del sistema politico ( aka: rivoluzione)
c) come sopra ma con la classe politica che, di fronte alla propria non puramente politica fine, lucidamente affronta il problema, calcola costi e benefici e decide, con lucidità e freddezza, di lasciare che gli istituti di credito vadano alla malora, cosi salvando l’economia reale, sia pur a prezzo di uno stallo degli investimenti ( non ci sono piu’ capitali e risparmi su cui far leva e dall’esterno ne arriveranno con difficoltà).
Nel processo mutui ed altri oneri finanziari vengono ricartolarizzati ad un costo molto basso e per percentuali frazionarie dell’importo originario.
Gli imprenditori e le famiglie con il mutuo sul groppone possono mantere un minimo di capacità di spesa e contare ancora sull’apparato sociale statale, bello o brutto che sia.
7) Comunque vada la mazzata riporta, dopo decenni di illusioni, i cittadini di fronte alla realtà, ovvero che non si può costruire il futuro senza pensare alla sostenibilità degli investimenti e delle risorse coinvolte. Contemporaneamente si riportano gli investitori e gli economisti “cartacei” a fare i conti con la realtà.
Il tutto si configura, come ormai sapete, come un vero e proprio colpo di coda, backlash, dato dalla società reale di un paese in risposta al sistema economico internazionale che avrebbe grandemente preferito poter cartolizzare sul groppone della gente della Grecia/Islanda/irlanda/…. il collasso delle loro economie cartacee con contorno di fallimentari esercizi di finanza virtuale.
Ci vuole un popolo tosto, abituato a guardare la vita negli occhi e governanti onesti, coraggiosi ed altrettanto tosti.
Vedremo se gli irlandesi sono fatti davvero come ce li immaginiamo nei nostri stereotipi. Grandi, grossi, coraggiosi, onesti e sinceri, fino alla brutalità.
Vada come vada:
Backlash economy. Backlash economy e backlash economy.
Altra strada, per evitare il collasso sociale, con il minimo possibile di distruzione del futuro di una nazione, ormai ne sono persuaso, non c’e’.

Come il Trattato di Versailles? OXI, Yanis, molto molto peggio !!

Firma del trattato di Versailles
Firma del trattato di Versailles

Yanis Varoufakis, da quando è un ex ministro non si tiene più ( non che prima si trattenesse molto, si veda questo VECCHIO articolo del 2010) ed ha scritto, riportato da centinaia di media, che l’accordo discusso ( ed ora approvato) tra l’Unione Europea e la Grecia gli ricordava il Trattato di Versailles del 1919, per l’umiliazione imposta al più debole.

Ai tempi la Germania del Kaiser sconfitta dalla triplice intesa, ora la Grecia.

Bisogna dirlo con franchezza: ha torto.

E di gran lunga.

L’accordo raggiunto infatti contiene disposizioni e proposte più umilianti di quelle imposte alla Germania dopo una sconfitta in una guerra mondiale da lei provocata!

Intanto, nel trattato di Versailles si stabiliva che una apposita commissione sarebbe stata istituita per valutare le possibilità di ripagare le “famigerate “riparazioni” di guerra, da parte di una Germania del primo dopoguerra allo stremo con contorno di scioperi, ammutinamenti e vere e proprie insurrezioni armate.

Niente del genere è stato istituito per la Grecia. Nessuno ( tranne il fondo monetario internazionale) si è chiesto se come e quando la Grecia avrebbe potuto ripagare i debiti contratti con i privati e con le ormai infauste “istituzioni” ( aka: la troika).

Per capire il confronto e comprenderne, sopratutto l’attualità, vale la pena di studiare un poco.

Come potrete verificare da soli nel dettaglio, Il tema delle riparazioni di guerra andò avanti ancora per quasi due anni, fino all’accordo di Londra del 1921, con il quale la Germania si impegnava a pagare 50 miliardi di marchi oro, 12.5 miliardi di dollari di allora, ovvero circa 180 miliardi di dollari di oggi. Tale somma poteva essere pagata in beni ( acciaio, carbone etc etc) o in denaro.

Per raccogliere la cifra fu stabilita l’emissione di tre tipi di bond differenti di cui uno, fin dall’inizio, sostanzialmente un junk bond, ovvero già in partenza in default per mancanza di coperture a garanzia.

In pratica la Germania, a parte una prima tranche di pagamenti, per circa una decina di miliardi, andò in default quasi immediatamente, tanto che, in perfetta analogia con quanto proposto da Schaeuble su ispirazione, pare, di Juncker, riguardo alla cessione dell’intero demanio pubblico Greco ad un fondo privato con sede in Lussemburgo, in una conferenza a SPA nel 22, i Belgi ed i francesi proposero di prendere in pegno il distretto minerario della RUHR, come garanzia per una ripresa regolare del pagamento delle “riparazioni”. La Germania continuò, più o meno volontariamente a ritardare i pagamenti, sia in natura ( legno acciaio carbone) che in denaro finché nel Gennaio del ’23 la RUHR , dopo un voto unanime della Commissione per le riparazioni, venne in effetti occupata. L?occupazione non fù un affare per le potenze vincitrici: i 900 milioni di marchi oro ricavati servirono, in buona parte a coprire le spese delle forze di occupazione. I motivi dell’occupazione non furono però economici ma sostanziali: non si poteva pensare di creare un precedente che consentisse alle potenze sconfitte di rinunciare agli obblighi sanciti dal trattato.

In realtà l’Austria, l’Ungheria, la Turchia erano già state esonerate dai pagamenti per evidente impossibilità economica ed anche perché, essendo entità statali del tutto nuove, non potevano essere caricate di responsabilità degli imperi che le avevano precedute.

Per quanto riguarda la Germania, dopo l’esplosione della famosa iperinflazione ( quella delle banconote da 100 miliardi di marchi), era diventato evidente come non fosse più in grado di pagare alcunché. si istituì una nuova commissione delle potenze vincitrici il cui scopo era di definire, da un punto di vista meramente tecnico, la capacità di pagamento della Germania ed un modo di  stabilizzare il budget tedesco, l’economia e di definire un livello di riparazioni sostenibile , come dalle esatte parole del presidente della commissione “from a purely technical standpoint how to balance the German budget, stabilize the economy and set an achievable level of reparations”. In sostanza si stabilì un bell’ “aircut” sui bond “C”, i bond A e B vennero sottoscritti da varie istituzioni pubbliche e private e vennero stabilite nuove modalità di pagamento, un miliardo il primo anno e poi 2.5 miliardi negli anni successivi  affidate ad una apposita agenzia.

Era il cosiddetto piano Dawes, dal nome del suo proponente americano.

Nonostante i vari disastri provocati dal’iperinflazione della Repubblica di Weimar, il PIL tedesco del tempo era di circa 50 miliardi di marchi oro.

Quindi 1 miliardo di marchi era circa il 2% del PIL del tempo.

La Germania adempì ai suoi obblighi per qualche anno.

Nel 27, grazie all’indebolimento politico ed economico della Francia riuscì a riaprire le trattative e si arrivò ad un nuovo piano, il piano Young, nel 1929.

tale piano prevedeva un haircut massiccio, oltre il 50% e tempi di pagamento lunghissimi, fino al..1988!!*

In ogni caso, dopo ulteriori prestiti e qualche pagamento, nel 1933, con l’avvento del nazismo i pagamenti furono sospesi.

Alla fine, tenendo conto di quanto versato e di quanto ottenuto come prestiti obbligazioniari ( mai restituiti) Il quadro è il seguente( tratto da wikipedia):

Evento Miliardi di marchi Oro Miliardi di dollari Miliardi di dollari 2015
Offerta iniziale tedesca, 24 April 1921 50 (valore capitale)
or 200 in annualità (valore nominale)[42][95]
12.5 – 50[Note 2] 165 – 661
Schema di pagamenti di Londra, 5 Maggio 1921 132[43] 33[87] 436
A and B Bond dello Schema suddetto 50[42] 12.5[42] 165
Piano Young, 1929 112[73] 26.35[70] 362
Totale dei pagamenti tedeschi al 1932 19–20.5 [89][90] 4.75 – 5.12[Note 2] 82 – 89

Il totale, 20 miliardi di marchi oro, come si vede, arriva a meno della metà di quanto proposto dal governo tedesco nel 1921.

In realtà tra i vari bond A e B, prestiti ponti etc etc ( prevalentemente erogati da USA ed Inghilterra ma anche Olanda, Belgio, Lussemburgo, Francia)

La Germania ricevette tra 27 e 38 miliardi di marchi oro e quindi ricevette più denaro di quanto restituì sotto forma di riparazioni di guerra.

Questi prestiti ed obbligazioni, ovviamente, furono denunciati dal governo Nazionalsocialista e non furono mai ripagati.

in sostanza: non solo la Germania non pagò le sue oblbigazioni di guerra che in piccola parte ma anche quella piccola parte fu a carico delle potenze vincitrici e, in sostanza, ricevette aiuti a fondo perduto pari a almeno il DOPPIO DI QUANTO PAGATO.

In sostanza, al netto di quanto pagato, ricevette aiuti a fondo perduto pari a circa un 2-3% di PIL OGNI ANNO per oltre dieci anni fino al 1933, a fondo perduto!

Questo per quanto riguarda il famoso Trattato di Versailles che è considerato da tutti i libri di storia, alla base dei disastri economici del dopoguerra tedesco ed a la base, a causa dell’umiliazione subita dalla fiera Nazione, della salita al potere di Hitler e quindi, in ultima analisi, della Seconda Guerra Mondiale.

La prima cosa che salta agli occhi nel confronto è che le pur vendicative potenze vincitrici della prima guerra mondiale rimisero le decisioni sui pagamenti in mano a TECNICI, dotati di buonsenso e sopratutto con il mandato di definire pagamenti che fossero compatibili con l’economia tedesca.

Niente di tutto questo, ripeto, è stato fatto per la Grecia.

Analogamente alla privatizzazione dell’intero patrimonio immobiliare greco, come garanzia per i prestiti, le potenze vincitrici occuparono manu militari il distretto della Ruhr, senza tuttavia pretenderne l’alienazione. Anzi: dopo qualche anno fu restituito alla Germania.

La Germania, negli anni peggiori, pagò riparazioni di guerra pari al 2-3% del suo PIL in buona parte sotto forma di materie prime.

In realtà tenuto conto del massiccio programma di prestiti da parte delle potenze vincitrici, ricevette MOLTI più aiuti di quanto versato, specialmente per il fatto che i prestiti non furono mai restituiti. In sostanza, al netto di tutto, la Germania, durante il periodo delle riparazioni ottenne circa un 1-2% di PIL all’anno  per 12 anni, di aiuti. Alla fine, per come andò la storia, a fondo perduto.

La Grecia ha un debito che si avvia ad essere il 200% del PIL su cui paga interessi bassi ( e vorrei vedere: a che titolo si prestano pelosissimi aiuti “ad usura” ad uno Stato membro della CEE e perché non si girano al detto Stato gli utili ricavati da detti interessi?) intorno al 2%. QUINDI la Grecia, a parte ripagare, chi sa quando, questo impagabile debito, deve comunque almeno ripagarne gli interessi che tendono al 4% del suo PIL.

Ovvero il doppio di quanto richiesto all Germania come riparazioni annuali per aver scatenato una guerra mondiale.

Chiosa:

Il famoso Piano Marshall e l’abbuono dei debiti di guerra tedeschi dopo la seconda guerra mondiale furono la logica conseguenza della lezione appresa con le riparazioni del trattato di Versailles: inutili, costose per chi le chiedeva e, in ultima analisi, ottima scusa per fomentare disordini, push, e nuove guerre.

Il Piano Marshall prima di essere un atto di generosità ed acume politico, fu un atto di logicità.

La cosa, del resto, era ovvia anche prima che il patacrac si verificasse, si veda, ad esempio Keynes con il celeberrimo Le conseguenze economiche della pace.

Esiste, in giro, per sbaglio almeno un barlume di questo acume politico ed economico, sufficiente a comprendere che questo e solo questo serve OGGI alla Grecia, un nuovo piano Marshall?

Ovviamente servirebbe anzi: servirà anche all’Italia, alla Spagna, all’Irlanda, al Portogallo…ed a tutti gli altri tra non molto.

Ovviamente i governi di questi paesi si oppongono ad un”haircut” del debito che pure creerebbe un precedente a loro vantaggio.

per un motivo semplice: dovrebbero poi giustificare ai propri elettori il perché delle inutili e recessive politiche lacrime&sangue degli ultimi cinque anni.

*La Germania ha poi onorato l’ultima rata delle riparazioni nel 2010

Grecia: Il debito che non esiste

oplita ed euro
oplita ed euro

Cominciamo dall’inizio.

Nel 2010 si scopre che la Grecia ha truccato i suoi bilanci nascondendo complessivamente circa il 10% di PIL di debito.

Apriti cielo!! la Grecia diventa all’istante un paese-paria, lo spread schizza alle stelle, comincia l’odissea che ancora continua.

Un piccolo dettaglio: I Bilanci sono truccati in tutti i paesi europei.

Quanto e più di quelli greci.

La Germania, che ha il sistema bancario privato in mane pubbliche, li trucca più di ogni altro paese nella storia recente ( e meno recente).

Avete presente i bund con % di interesse negativo? Mi spiegate chi li comprerebbe, in condizioni anche non normali?

Ecco. Ed è solo un esempio.  Se vogliamo, potremmo parlare di quel 10-20% di Pil di debito tedesco nascosto sotto forma di obbligazioni “private”grazie all’equivalente della cassa deposito e prestiti Tedesca.   Grazie a tremonti che COPIO’ i tedeschi (esiste una sua diretta ammissione in merito) anche l’italia fa lo stesso gioco, per circa un 10% del PIL. Ne ho scritto con discreto successo un paio di anni fa.      Qui il bi & ba riassuntivo

http://borsaforextradingfinanza.over-blog.it/article-chi-sono-davvero-i-pigs-in-europa-di-pietro-cambi-115300702.html

IDEM la francia.

Sintesi:

TUTTI i paesi truccano i conti da mo’ e la Germania, quasi certamente, con percentuali piu’ grosse di quelle greche.

E con un sistema previdenziale e pensionistico notoriamente non sostenibile nemmeno nel medio termine se non con una politica di asservimento e di rapina del resto di europa. Esagerato? Magari. Date una occhiata da soli!!

Questo lato del discorso è scarsamente discutibile. La Grecia ha solo esagerato un poco troppo, causa cialtroneria e corruzione oltre il livello di decenza e, soprattutto di competenza. Se ci fischiano le orecchie è un bene.

Andiamo invece alla parte più discutibile. I Greci hanno DAVVERO, MORALMENTE; ed anche economicamente un DEBITO, un OBBLIGO nei confronti del resto d’europa? Teniamo fuori l’imf sia perché è solo una parte non rilevante del problema ( diciamo minoritaria) sia perchè è una banca e con le banche si hanno debiti in modo abbastanza noto e chiaro.

Di nuovo:

Scoppia lo scandalo dei conti truccati la situazione è già rognosa e i tassi e lo spread greco vanno fuori controllo.

La cosa era semplice: la BCE doveva comprare i titoli greci sul mercato primario e tenere bassi i tassi. Non lo poteva fare per via del regolamento cee istitutore ( ed ora riesce a comprare i bond sul mercato secondario solo con uno stratagemma).

I TEDESCHI si sono opposti, gli altri si sono accodati e questo è quanto.

Costava FORSE 50 miliardi di euro, stabilizzare per i 6 mesi, un anno necessari, i bond greci. NON era certo a rimessa, visto i tassi di interesse ma anche nel caso peggiore, alla BCE, per dirla piu’ chiaramente, NON COSTAVA NIENTE. Ancora meglio: non costava niente approvvigionarsi del denaro necessario per acquistare o bond greci ( o italiani o irlandesi) Perché, scusate la banalità ma è opportuno ricordarlo ancora una volta, la bce poteva creare denaro dal nulla. Questo denaro in circolo, creato dal nulla avrebbe surriscaldato l’economia europea e provocato inflazione, essendo il 5% del circolante e meno dello 0.5% del pil europeo? A parte il fatto che l’europa intera era in recessione in quegli anni, e non mi pare un dato trascurabile,Ma…. andiamo!! E le successive mega infusioni di denaro, centinaia di miliardi, nel sistema bancario europeo allora? E il 5-10% di PIL che viene pompato dal 2008 negli USA, allora?

In situazione recessiva non avrebbe fatto nulla QUEL DENARO CREATO DAL NIENTE, SE NON EVITARE ENORMI PROBLEMI A TUTIT QUANTI E NON SOLO AI GRECI.

Questa cosa va stampata in mente: questo debito e questo credito NON ESISTONO in realtà: la bce ha creato 200 miliardi dal nulla e li ha dati alle banche tedesche e francesi.  Non direttamente ma per il tramite dell’EFSF  (European Financial Stability Facility), il fondo salva-stati creato nel 2010, dalla Banca centrale europea e dalla Banca europea degli investimenti. Si tratta di circa 166 miliardi.

Ovviamente le banche non hanno accettato altro che denaro SPENDIBILE per i bond greci, usabile come cavolo gli pare, pronto per un altro giro di Waltzer ( venduto con un utile GROSSO ovviamente, stranamente nessuno parla dei miliardi di utile che hanno ricavato le banche tedesche e francesi da questa vendita) .

LA BCE ora è creditrice della grecia ma non ha speso UN EURO per diventarlo. Infatti ha imprestato, con un costo ( sperabilmente ripagato dagli interessi greci) il denaro necessario agli Stati membri, che l’hanno infine conferito all’EFSF.

Se succede un default che succede?

NIENTE. L’EFSF ovvero la BCE, si ritrova con un buco di 200 miliardi che in pratica creerà un bel buco. Che la BCE potrà tappare con 166 miliardi creati dal nulla.

Chiaro?

Assurdo? pazzesco?

E’ quello che si è fatto e si fa di continuo IN TUTTO IL MONDO, ogni volta che le banche centrali hanno problemi di cassa. STAMPANO, virtualmente sia chiaro, di qui il costo rigorosamente zero. Questo è quanto.

QUINDI cosa succederebbe NEL CONCRETO? I greci si ritrovano, ovviamente più ricchi di 166 miliardi di euro ( la cancellazione di un credito è equivalente ad un guadagno equivalente, mi pare ovvio) e con un bilancio statale attivo ( o quasi).

Ripartono alla grande molto molto più leggeri. Se più saggi, dipende da loro ovviamente.

E il resto di Europa si ritrova più povera di 166 miliardi di euro?

Succederà, purtroppo per gli accordi presi ma non perchè sia, di per se, obbligatorio.

No. Le banche europee hanno venduto ( con un utile, abbiamo visto) i bond greci e quindi non hanno alcuna ripercussione.

La BCE? La BCE crea dal nulla 166 miliardi di euro e ripiana il debito degli Stati membri nei suoi confronti.

Questi soldi NON entrano nell’economia reale né ne escono. Sono denaro virtuale che viene annullato all’interno del tempo di planck.

Aumenta l’inflazione? Solo in teoria e solo, al limite, in Grecia, perché i greci, si sa come sono queste cicale mediterranee, si rimetteranno a spendere come pazzi. Ma figuriamoci, con i debiti accumulati ed i disastri dell’economia reale ci vorranno anni, prima che torni un minimo di serenità e di benessere in quel disgraziato paese.

Capite bene che, in ogni caso, l’influenza di questa cosa nel resto d’europa sarebbe ridotta, i 166 miliardi di euro sono FORSE il 2% del PIl europeo, e solo di riflesso.

Il problema è che nel frattempo grazie alla idiozia dei grandi decisori, la BCE  (Il solito fondo SEDICENTE salva-stati o gli altri accrocchi simili escogitati in questi anni) ha la pancia piena dei titoli di un sacco di altri paesi ( acquistati, ripeto, sul mercato secondario cioè sempre con un utile miliardario regalato alle banche).

Mi pare abbastanza probabile che, a polvveronoe abbassato, un poco TUTTI i paesi ridiscuterebbero questa tranche di debito pubblico in qualche forma, dopo una Grecia che si rifiuta di pagare e una BCE che cancella, giocoforza, il debito.

E’ QUESTO che terrorizza il sistema.

SE succedesse, non c’e’ bisogno di dirlo, ripartirebbero tutte le economie del continente.

I bilanci statali sono infatti in MOLTI paesi in attivo primario ( prima del pagamento degli interessi sul debito). Ridotto il debito ridotto gli interessi sul medesimo, si aprono politiche di rilancio dell’economia, ogni paese con il suo stile, modi e strategie per centinaia di miliardi di euro/anno.

TERRIBILE!

Scoprire che, dopotutto, per far ripartire l’economia bastava far fare un giro di walzer privati-bce-buco nero ai debiti pubblici, con l’unico ed a questo punto trascurabile rischio di un aumento dell’inflazione ( provatamente ridotto, si veda, ad esempio proprio il caso degli Stati Uniti che hanno avuto inflazioni modeste nonostante flussi di quantitative easing fino al 5 e passa % di pil all’anno). Sarebbe uno zinzino perturbante nelle opinioni pubbliche, tanto più in quelle dei paesi notoriamente suini.

QUINDI è questo e solo ed esclusivamente QUESTO che impedisce, pregiudizialmente un accordo e che lo impedirà salvo miracoli o sbracamenti dei greci.

In ogni caso: proprio a difesa anche di questa ipotesi gli scellerati hanno creato un infernale marchingegno che prevede che siano DIRETTAMENTE gli stati europei a farsi carico, pro quota, dei debiti greci. A tutti gli effetti, una fideiussione.

Che la cosa sia indegna visto che , ribadisco per l’ultima volta alla BCE il denaro non COSTA NULLA, è evidente ma proprio proprio evidente.

PERCHE’ Sia stato fatto non era immediatamente chiaro, di primo acchito ma ora, anche alla luce della strategia turbo liberista, credo di intravedere una spiegazione.

Ora e’ chiaro il contesto?

BENE.

MA qui siamo tra crisaioli, cassandre e post picchisti ed aspisti delle peggiori risme.

QUINDI dobbiamo fare un passo avanti.

Per farlo torniamo indietro.

Al famoso rapporto Hirsch che storicamente precedette di poco l’invasione dell Iraq ai tempi di Bush, 2003.

https://en.wikipedia.org/wiki/Hirsch_report

Fini sul tavolo di Bush nel 2005, ma le bozze giravano già parecchio tempo prima.

Benché sia, senza dubbio una semplificazione, si può stare ragionevolmente sicuri che il fatto che il picco del petrolio si avvicinasse fu uno dei fattori principali dell’invasione irachena: Idea base: mettere le mani direttamente su una riserva strategica importante e, sostanzialmente, spezzare le reni all’Opec. Poi le cose sono andate un poco differentemente e l’iraq non è riuscito ad esplicare le sue potenzialità produttive che, agli esperti la conferma, io vado a memoria, parrebbero essere simili a quelle saudite attuali.

In sostanza: a certi bei tipini fare da consigliere e cercare di essere creduti è pericoloso. Perché le loro decisioni potrebbero essere l’opposto di quanto da te proposto o sperato.

A Bush fu fatto presente che lo stile di vita Usa era insostenibile causa picco, lui invece lo riteneva insindacabile ed invase l’iraq.

Ok ma che c’entra con l’europa?

Beh, secondo me qualcuno dei nostri turbo liberisti annusa odore di carogna. Sa che DAVVERO il grosso dei giochi alla crescita è finito o prossimo alla fine causa raggiungimento dei limiti del pianeta.

Dico: pure il Papa è perfettamente e dettagliatamente informato sulla drammaticità della situazione delle risorse e dell’ambiente( cfr l’enciclica laudato si) ed un Buffet qualunque , uno dei mille personaggi che muovono oltre il 50% dei soldi mondiali, no?

QUINDI?

Quindi la transizione alla decrescita o all’economia stazionaria interessa, eccome, anche lui. Solo che non vuole decrescere, lui.

QUINDI lui ( diciamo il suo ristretto gruppo elitario e trasversale a paesi e continenti) si posiziona in modo da controllare fette crescenti di pil e quindi di società e per farlo si devono necessariamente attuare certe politiche. Inoltre, si sono resi conti che il debito è necessitato ad esplodere quando le economie non crescono più. QUINDI, al di fuori del mantra sempre più stanco crescita crescita crescita, cercano semplicemente il riposizionamento in una società sempre più feudale controllata non dallo Stato centrale ma da grandi complessi di potere, mentre le forze sociali altre devono essere divise, indebolite, sfiduciate e le masse si devono abituare al progressivo impoverimento necessario per garantire alle elites lo stesso tenore.di vita. Il default arriverà per strangolamento, quando tutti i risparmi saranno erosi e il credito in mano di istituzioni terze e remote ( BCE, oppure imf, oppure qualcosa di esotico creato per l’occorenza). Le persone saranno così sfiduciate divise e demoralizzate da non essee in grado di opporsi all’erosione di tutte le conquiste sociali culturali e democratiche del XX secolo. Sta succedendo, intorno a noi, ormai da anni.

L’indice di Gini sta peggiorando quasi ovunque nel mondo. MA non perché i ricchi diventano davvero più ricchi ( non ancora per molto almeno) ma perché i poveri sono sempre più numerosi.

Ancora una volta, mentre ci chiedevamo come far passare il messaggio a più gente possibile e soprattutto alle elite, potrebbe darsi che almeno ALCUNE di queste elite abbiano annusato l’aria dei tempi e l’abbiano tradotta in operatività secondo la LORO interpretazione delle cose.

Se vogliamo buttarla sul culturale:

Lo zeitgeist e la weltanschauung tendono a coincidere quando la seconda è quella di quelli che contano.

Zeitshauung che plasma il mondo in funzione dei soldi.

O, se preferite, un moloch che mangia se stesso  e sega il ramo su cui appoggia il posteriore.

Altra tegola per il fotovoltaico: vietato migliorare gli impianti

i nostri pannelli danneggiati dal fortunale del 6 marzo 2015
i nostri pannelli danneggiati dal fortunale del 6 marzo 2015

Ho appena scoperto una nuova tegola che è caduta o sta per cadere su decine di migliaia di piccoli e grandi produttori che hanno deciso, tapini, di migliorare l’efficienza dei propri impianti, a parità di potenza installata.

Infatti, dopo i primi anni di funzionamento degli impianti, vuoi per il miglioramento considerevole nell’efficienza degli inverters e dei sistemi di gestione e controllo, vuoi perché in alcuni casi sono stati installati pannelli rivelatisi difettosi e sottoperformanti, si sta rendendo consigliabile quando non indispensabile la sostituzione parziale o totale dei pannelli e/o degli inverters e/o dei trasformatori e/o di altre parti dell’impianto, oppure l’installazione di sistemi di monitoraggio e gestione avanzati.

Questi interventi possono portare aumenti considerevoli della producibilità per kWp installato, anche superiore al 10-15%.

Nel recente documento “regole per gli incentivi del conto energia”,  il GSE sferra un ennesimo immotivato e del tutto illogico attacco ai produttori fotovoltaici che volessero cercare di migliorare l’efficienza dei proprio impianti o che, semplicemente, si trovassero nella necessità di recuperare l’efficienza di un impianto degradato per motivi atmosferici o per difettosità dei materiali.

Infatti si legge, a pagina 11, punto 1.5 la seguente:

1.5 Interventi di modifica della configurazione elettrica

Sono ammessi gli interventi che comportano l’inserimento di nuovi componenti o l’eliminazione di componenti esistenti laddove ciò sia necessario al fine di adeguare l’impianto all’evoluzione della normativa tecnica relativa al collegamento alla rete e all’esercizio in sicurezza.

Sono inoltre consentiti gli interventi volti a mantenere in efficienza l’impianto o a garantirne un corretto rendimento, quali, ad esempio, l’installazione di dispositivi (cosiddetti “ottimizzatori ?) che permettono di ridurre perdite di produzione dovute al non uniforme ombreggiamento dei moduli o alla diversità delle caratteristiche elettriche dei moduli.

Considerato che la realizzazione dell’intervento comporta un incremento della producibilità dell’impianto, il GSE, come già precisato in Premessa, erogherà gli incentivi spettanti nei limiti della soglia massima di energia incentivabile, calcolata come rappresentato nell’ Appendice A del presente DTR.

La modifica della configurazione elettrica non potrà comportare, in nessun caso, un incremento dei benefici economici riconosciuti, se non previsto dalla normativa di riferimento.

Già questo è un obbrobrio!! Infatti ALCUN limite è mai stato posto in tutta le legislazione dedicata, alla producibilità degli impianti: La regola era ed è: ogni kWh prodotto ( a norma, ovviamente) viene incentivato secondo la tariffa incentivante vigente al momento dell’allaccio.

Il GSE NON PUO’SOSTITUIRSI ALLO STATO NELLO STABILIRE COSA VIENE INCENTIVATO E COSA NO!!!

Ma il peggio arriva con la lettura dell’Appendice A!!!!

…..In considerazione del limite previsto dei 6,7 miliardi di euro annui, per gli interventi sugli impianti incentivati in Conto Energia che comportano incrementi della producibilità oltre la soglia massima descritta nel seguito, si provvederà alla valorizzazione:

• di tutta l’energia elettrica immessa in rete, nella disponibilità del produttore, attraverso il Ritiro Dedicato, lo Scambio Sul Posto o la vendita al mercato libero;

• dell’energia elettrica eccedente la soglia*, nei casi di incentivazione tramite tariffa onnicomprensiva, alle condizioni previste dalla deliberazione 343/2012/R/efr per l’energia elettrica non incentivata.

Ora: stabilire una SOGLIA di incentivazione, laddove i contratti siglati al omento dell’allacciamento degli impianti non ne stabilivano alcuna, è OVVIAMENTE una modifica unilaterale dell’accordo, facilmente impugnabile con i consueti danni per la collettività quando il giudice darà torto al GSE ( esodati anyone?).

Inoltre il riferimento alla deliberazione 342/2012 sembra del tutto capzioso.

Infatti in quella delibera si fa riferimento agli impianti POTENZIATI,

che è cosa del tutto diversa da impianti rinnovati!!

il tocco finale è dato dal calcolo di questo valore soglia!!!

 *Il valore di soglia è calcolato come segue:

• nel caso di impianti con decorrenza dell’ incentivo di almeno tre anni solari (1° gennaio – 31 dicembre), è pari al valore massimo di energia prodotta, su base annua, negli ultimi di tre anni solari di decorrenza dell’incentivo antecedenti alla realizzazione dell’intervento di modifica, incrementato del 2% .

 • nel caso di impianti con decorrenza dell’incentivo inferiore a tre anni solari, è pari al valore di producibilità determinato a partire dalla stima delle ore di produzione regionali di cui alla Tabella 1 (“Stima regionale ?”) del decreto del Ministro dello Sviluppo Economico, 16 ottobre 2014. La Tabella 1 viene aggiornata e pubblicata dal GSE sul proprio sito internet entro il 31 luglio di ogni anno N, utilizzando le ore medie di produzione degli impianti fotovoltaici incentivati, differenziate in funzione della Regione italiana di localizzazione e calcolate sulla base delle misure valide dell’anno N-1, disponibili al 30 giugno dell’anno N. Per i soli impianti fotovoltaici a inseguimento, si considera il valore di producibilità attesa utilizzato per il calcolo del costo indicativo cumulato annuo degli incentivi in conto energia”

E’ chiaro che, per impianti che hanno avuto una difettosità

dall’origine, il valore soglia verrà ad essere calcolato su una

produzione falsata al ribasso!!!

Non si creda che sia raro: , MOLTO spesso e comunque MOLTO più

spesso di quanto si creda, un impianto fotovoltaico installato 3 o 4

anni fa non raggiunge che lo 80-85% della producibilità possibile

utilizzando lo stato dell’arte della componentistica attuale.

Questo per il combinato disposto di realizzazioni approssimative, pannelli di dubbia qualità, inverters starati, cablaggi sottodimensionati, dispersioni, rotture, etc etc etc.

Buona parte degli ex-installatori che ancora operano nel settore riescono a farlo proprio lavorando all’ efficientamento degli impianti installati. Una cosa, non c’e’ bisogno che lo ricordi, che va OVVIAMENTE nella direzione del superiore interesse collettivo.

In poche parole: il GSE si è arrogato il diritto di decidere LUI, cosa e quanto incentivare. Una cosa che è intollerabile e, peggio ancora, espone il paese ad un flusso di cause e ricorsi che hanno ottime possibilità di spuntare notevoli risarcimenti, con costi diretti per il sistema paese e per la collettività.

In ogni caso, a parte le OVVIE considerazioni in termini di Diritto, questa delibera sembra concepita per scoraggiare ogni adeguamento degli impianti dal momento che ridurrebbe i vantaggi ad un precostituito 3% per gli impianti già allacciati da almeno 3 anni o, addirittura, ad una tabella che riporta producibilità RIDICOLE rispetto all’attuale stato dell’arte.

Ad esempio , caso personale: per la Toscana è riportata, in tab 1, poco più di 1100 ore equivalenti annue, quando, è ben noto agli operatori, i rendimenti reali ed attuali sono almeno di un 20% più

alti. I nostri impianti, che sono appunto bisognosi di una sostituzione

dei pannelli che hanno una performance ridotta a poco più dell85% di quella nominale, hanno non di meno prodotto oltre 1250 kWh/kWp in questi ultimi tre anni. I nostri vicini stanno oltre i 1350 kWh/kWp.

Quelli che hanno installato gli impianti da meno di tre anni non hanno alcuna convenienza ma anzi solo un danno in caso di modifiche migliorative agli impianti.

E’ UNA VERGOGNA DA DENUNCIARE SUBITO!!!

Una bella interrogazione parlamentare?

Invitare per chiarimenti in commissione bilancio il Presidente e l’Amministratore delegato del GSE?

Anyone, anyhow, anywhere?

E’ nata libertilandia ed è off grid

benvenuti a libertilandia, da facebook
benvenuti a libertilandia, da facebook

Benvenuti a Libertilandia

Per quanto possa sembrare incredibile, nel cuore dell’Europa, dopo secoli, è nato un piccolo stato ( ma più grande di Città del Vaticano o di Montecarlo) E’ nato pochi giorni fa ed ha voglia di esistere. E di dimostrare la possibilità di un nuovo paradigma sociale ed economico. Ed energetico. Visto che non c’e’ rete elettrica e, pare un solo edificio, piuttosto malconcio. L’idea è quella di una totale autosufficienza energetica basata sulla rinnovabilità. Più in generale di una U-topia, di una nowhere land. Vit Jedlicka, che è il provvisorio Presidente de Facto del non -stato e dei 4 gatti che hanno squattato questo pezzo di mondo, membro del partito dei cittadini liberi,  è piuttosto folcloristico, ma ha idee ovviamente grandiose, qui la sua pagina facebook.

Non è improbabile, anzi: è quasi certo, che si tratti di un avventuriero o di un sognatore.

Ma , per ora, la cosa è divertente.

Fino a che, ovviamente, qualcuno si stufa e decide di andare a riprendersi questo piccolo pezzo di paradiso fluviale.

 

 

Un titanic di immigrati. E la CEE decide di investire meno che nel 2011

infografica immigrati morti 2015
tratto da tgcom24

Dall’inizio di quest’anno sono morti 1754 migranti mentre tentavano di raggiungere le coste dell’Europa felix.

Sul Titanic morirono 1518 passeggeri.

Dopo le tragedie di questi ultimi giorni dove sono morte almeno 900 persone si è riunito in sessione straordinaria il Consiglio Europeo, per fare il punto sulla strage in corso e per prendere provvedimenti.

I Media tradizionali hanno dato ampio spazio alle promesse di aumentare l’impegno raddoppiare frontex etc etc etc.

Ma come stanno le cose, in realtà?

Cosa hanno deciso, nel concreto ed al di la dei proclami a favor di telecamera i capi di stato europei?

Niente, sostanzialmente. Il titanic di migranti si è schiantato ancora una volta contro un iceberg di indifferenza.

Lo potete vedere da soli

in sintesi, ecco cosa è stato deciso al vertice:

  • Saranno compiute azioni per individuare e distruggere le imbarcazioni dei trafficanti prima che siano usate. Queste azioni saranno in linea con il diritto internazionale e il rispetto dei diritti umani. Si porterà avanti una cooperazione contro le reti dei trafficanti attraverso l’Europol e schierando funzionari per l’immigrazione in paesi terzi.
  • Saranno triplicati i finanziamenti alla missione di sorveglianza e salvataggio Triton. Il mandato di Triton non sarà modificato e continuerà a rispondere alle chiamate di soccorso dove necessario.
  • Sarà limitato il flusso dell’immigrazione irregolare e si eviterà che le persone mettano a rischio le loro vite attraverso la collaborazione con i paesi di origine e di transito, sopratutto i paesi attorno alla Libia.
  • Sarà rafforzata la protezione dei rifugiati. L’Unione europea aiuterà i paesi di arrivo dei migranti e organizzerà la ricollocazione dei migranti negli altri paesi membri su base volontaria. Chi non otterrà lo status di rifugiato sarà rimpatriato.

In conclusione, i due rappresentanti hanno specificato che la questione resta una priorità dell’Unione europea e i paesi membri ne riparleranno a giugno.

Tradotto in soldoni: faranno ( ma non dicono come, è semplicemente una dichiarazione di intenti, tipo: combattere la fame nel mondo) quel che avrebbero dovuto fare da tempo e triplicheranno l’investimento in triton il programma di soccorsi succeduto a frontex. L’Europa consentirà l’immigrazione in altri paesi che non siano quelli frontalieri solo su base volontaria e solo di quelli che verranno riconosciuti come rifugiati politici.

Quanto ci costa Frontex? circa 6 milioni di euro al mese, nel 2014 89 milioni di euro.

Il punto è che di questi  IL 40%  , 32 milioni , SONO SPESE AMMINISTRATIVE.

Restano quindi meno di 5 milioni al mese per far fronte alle emergenze.

E’ una cifra RIDICOLA se rapportata al budget europeo.

Siamo oltre 500 milioni di cittadini.

5 milioni al mese sono UN CENTESIMO PROCAPITE AL MESE.

Grazie alle nuove proposte arriveremo a spendere, se gli impegni verranno mantenuti,  Solo un poco di più di quello che spendevamo con Frontex.

Perchè la missione Triton costava circa 3 milioni al mese contro i circa 7 di frontex. SE passeremo a 9 milioni al mese, per un budget quindi di 108 milioni di euro, l’impegno per la CEE sarà INFERIORE a quello del 2011 di Frontex, che era di 115 milioni di euro.

 

 

 

 

 

 

 

 

Il fracking è una boiata pazzesca. Lo dice la Cee

fracking infografic
fracking infografic

Avrete certamente sentito parlare del fracking, il nuovo distruttivo metodo per estrarre il petrolio da rocce che non lo consentirebbero, in questi ultimi mesi. Se non altro perché si era pensato di consentirlo anche dalle nostre parti, per aumentare la nostra produzione petrolifera.

Che sia una boiata pazzesca e una micidiale bolla finanziaria, anzi: un bubbone, che aspetta solo di esplodere con una virulenza superiore a quella della famosa crisi dei muti subprime lo diciamo da anni ed ultimamente lo dicono un poco tutti. Il punto è che in questi giorni, mentre si discute e si contesta il TTIP, il trattato che dovrebbe aprire le porte dell’Europa ai prodotti americani, anche quelli precedentemente non ammessi in Europa, si cerca di indorare la pillola facendo presente che tra questi arriverà un fiume di petrolio e di gas a buon mercato , direttamente convogliati dagli immensi giacimenti che il fracking ha reso disponibili.

Le cose stanno così? No, manco per niente. L’Europa, anche grazie alla traduzione in Italiano realizzata dallo staff di Dario Tamburrano, l’ha scritto chiaramente.

Ricordatevene quando sentirete parlare di questi argomenti dai nostri politici, che OVVIAMENTE ignorano questo documento.

E’ semplice e convincente.

Come lo è spesso la verità.

In Siberia si incendia il permafrost. Ed è strage.

 

villaggio russo devastato dal fuoco
villaggio russo devastato dal fuoco

incendio del permafrost visto dalla camera car: road to hell

“Il fuoco ha cominciato a comparire tra le case. Non so da dove venisse”

Sono anni che i climatologi, sempre più spaventati ce lo dicono. Sono anni che gli scienziati che misurano le emissioni spontanee nell’Oceano artico ce lo spiegano. Sono anni che i segnali si moltiplicano.

Sono anni che, nel nostro piccolo, cerchiamo di farlo sapere. Ma, ovviamente, quando, con due mesi di anticipo comincia la stagione degli incendi (  è diventata molto rapidamente una tradizione, da qualche anno a questa parte) in Siberia si da la colpa ai contadini o al vento forte.

Guardate da soli ad esempio, cosa riporta il “mainstream” mediatico italiano. E’ FALSO ed è VERGOGNOSO.

Non si tratta di qualche contadino sbadato o di vento forte. Le temperature eccezionalmente miti fanno sciogliere il permafrost ( il terreno ghiacciato tutto l’anno) e così dal terreno ricchissimo di materiale organico in lenta decomposizione, si liberano quantità inimmaginabili di metano. Che ovviamente, alla prima occasione, magari, certo anche un fuoco di contadini, prendono fuoco. Ed occupano rapidamente, MIGLIAIA DI KM QUADRATI DI TERRITORIO.

Quest’anno mentre vi scrivo il bilancio ovviamente del tutto provvisorio è di decine di città e villaggi interessati su un’area enorme della Siberia con almeno 33 morti accertati. I fuochi interessano  ALMENO 105.000 ettari. oltre 1000 km quadrati.

Si INCENDIA IL TERRENO per km e km , interessando tutto quello che vi si trova sopra, foreste, erba case, strade, fabbriche depositi… le aree urbanizzate, per la temperatura maggiore e la presenza di fiamme libere e fili elettrici, magari fatiscenti sono più a rischio di quelle desolate. Ecco perché, probabilmente, il fuoco comincia proprio tra le case dei villaggi e vicino alle strade ed alle altre aree urbanizzate.

Quando si parla di riscaldamento globale si legge che le zone artiche saranno le prime a subire gli effetti e lo subiranno in modo assai più sensibile. Quel che no si capisce è che la non linearità è un modo molto soft, forse un poco TROPPO soft, di definire un fenomeno che si sviluppa come una esplosione. Il metano che si libera e gli incendi riscaldano il terreno ancora di più e questo rilascia ancora più metano.. ovviamente il metano è un gas serra molte volte più potente della CO2 e quindi la cosa ha conseguenze importanti anche per il pianeta nel suo complesso. ANZI: c’e’ chi dice che l’estinzione del Permiano/trias, la peggiore di tutta la storia del pianeta, con il 90% delle specie che si estinsero, potrebbe essere provocata proprio da un fenomeno di rilascio catastrofico di metano in atmosfera dovuto al riscaldamento globale in corso in quel’epoca. Quando tutto finì il pianeta era un deserto riarso ( ad onor del vero non era molto meglio nemmeno nel periodo precedente) fino alle latitudini temperate e tale rimase per decine di milioni di anni.

Il ricordo di quei tempi terribili lo possiamo vedere alla base delle splendide scogliere dolomitiche delle nostre alpi:

W=trias B= permiano

In ogni caso  l’incendio del permafrost è un simbolo, spaventoso, del drago che abbiamo ridestato e che, non c’e’ bisogno di dirlo, non possiamo controllare. Dimostra, inoltre che non dobbiamo illuderci di avere decenni di tempo davanti prima di dover prendere una decisione. Siamo NOI e non solo  i nostri figli e nipoti, che dovremo sopportare le conseguenze del nostro comportamento dissennato.
Pensate a questo, quando qualcuno affermerà con certezza, in qualche talk show, che la Terra è stata anche più calda nel passato, che non abbiamo prove scientifiche, che le energie rinnovabili sono costose ed una illusione…