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In Siberia si incendia il permafrost. Ed è strage.

 

villaggio russo devastato dal fuoco
villaggio russo devastato dal fuoco

incendio del permafrost visto dalla camera car: road to hell

“Il fuoco ha cominciato a comparire tra le case. Non so da dove venisse”

Sono anni che i climatologi, sempre più spaventati ce lo dicono. Sono anni che gli scienziati che misurano le emissioni spontanee nell’Oceano artico ce lo spiegano. Sono anni che i segnali si moltiplicano.

Sono anni che, nel nostro piccolo, cerchiamo di farlo sapere. Ma, ovviamente, quando, con due mesi di anticipo comincia la stagione degli incendi (  è diventata molto rapidamente una tradizione, da qualche anno a questa parte) in Siberia si da la colpa ai contadini o al vento forte.

Guardate da soli ad esempio, cosa riporta il “mainstream” mediatico italiano. E’ FALSO ed è VERGOGNOSO.

Non si tratta di qualche contadino sbadato o di vento forte. Le temperature eccezionalmente miti fanno sciogliere il permafrost ( il terreno ghiacciato tutto l’anno) e così dal terreno ricchissimo di materiale organico in lenta decomposizione, si liberano quantità inimmaginabili di metano. Che ovviamente, alla prima occasione, magari, certo anche un fuoco di contadini, prendono fuoco. Ed occupano rapidamente, MIGLIAIA DI KM QUADRATI DI TERRITORIO.

Quest’anno mentre vi scrivo il bilancio ovviamente del tutto provvisorio è di decine di città e villaggi interessati su un’area enorme della Siberia con almeno 33 morti accertati. I fuochi interessano  ALMENO 105.000 ettari. oltre 1000 km quadrati.

Si INCENDIA IL TERRENO per km e km , interessando tutto quello che vi si trova sopra, foreste, erba case, strade, fabbriche depositi… le aree urbanizzate, per la temperatura maggiore e la presenza di fiamme libere e fili elettrici, magari fatiscenti sono più a rischio di quelle desolate. Ecco perché, probabilmente, il fuoco comincia proprio tra le case dei villaggi e vicino alle strade ed alle altre aree urbanizzate.

Quando si parla di riscaldamento globale si legge che le zone artiche saranno le prime a subire gli effetti e lo subiranno in modo assai più sensibile. Quel che no si capisce è che la non linearità è un modo molto soft, forse un poco TROPPO soft, di definire un fenomeno che si sviluppa come una esplosione. Il metano che si libera e gli incendi riscaldano il terreno ancora di più e questo rilascia ancora più metano.. ovviamente il metano è un gas serra molte volte più potente della CO2 e quindi la cosa ha conseguenze importanti anche per il pianeta nel suo complesso. ANZI: c’e’ chi dice che l’estinzione del Permiano/trias, la peggiore di tutta la storia del pianeta, con il 90% delle specie che si estinsero, potrebbe essere provocata proprio da un fenomeno di rilascio catastrofico di metano in atmosfera dovuto al riscaldamento globale in corso in quel’epoca. Quando tutto finì il pianeta era un deserto riarso ( ad onor del vero non era molto meglio nemmeno nel periodo precedente) fino alle latitudini temperate e tale rimase per decine di milioni di anni.

Il ricordo di quei tempi terribili lo possiamo vedere alla base delle splendide scogliere dolomitiche delle nostre alpi:

W=trias B= permiano

In ogni caso  l’incendio del permafrost è un simbolo, spaventoso, del drago che abbiamo ridestato e che, non c’e’ bisogno di dirlo, non possiamo controllare. Dimostra, inoltre che non dobbiamo illuderci di avere decenni di tempo davanti prima di dover prendere una decisione. Siamo NOI e non solo  i nostri figli e nipoti, che dovremo sopportare le conseguenze del nostro comportamento dissennato.
Pensate a questo, quando qualcuno affermerà con certezza, in qualche talk show, che la Terra è stata anche più calda nel passato, che non abbiamo prove scientifiche, che le energie rinnovabili sono costose ed una illusione…

 

Genova: NATURALMENTE la situazione di rischio era stata prevista

Ecco qui, nero su bianco una previsione di esattamente 24 ore prima e non è l’unica. “Domani, infatti, già dal mattino, è forte la probabilità di avere fenomeni intensi e persistenti, anche se molto localizzati, soprattutto nella provincia di Genova.

Chiaro?!!!!

Non vi basta? Volete ulteriori prove della terribile sottovalutazione della situazione?

Eccole!!

 

Genova 2011 Genova 2014 dodici piccole differenze: determinare quali

fermo immagine alluvione 2014 torrente ferreggiano

video ferreggiano 2014 video ferreggiano 2011

Salve a tutti. come avrete notato , è tanto che non scrivo. La dico in breve: ho da fare!!! Detto questo: Su Genova e l’ennesima alluvione ci sarebbero da scrivere decine di post. Peraltro è stato scritto tutto quel che c’era di scrivere in merito in occasione degli eventi  degli ultimi anni. OGNI SINGOLA VOLTA le amministrazioni hanno giurato e spergiurato che sarebbe stata l’ultima, perché il sistema di monitoraggio, l’allerta meteo, la sistemazione idraulica del territorio, il nowcasting, il post processing, il downsizing, la rete dei volontari, la macchina dei soccorsi… Bla bla bla ed ancora bla. E’ arrivato il clima cuberpunk cari miei ed ora ce lo sciroppiamo. Il punto è che questa volta è andata PEGGIO del solito. La nuova amministrazione, che era stata , che che se ne dica preallertata, tanto è vero che si trovano ancora i bollettini di allerta meteo, oltre a molti allarmi ed allerte sui principali siti meteo italici e sopratutto che già dal primo pomeriggio diciamo intorno alle 16, sapeva che la situazione era critica in molti corsi d’acqua, NON HA FATTO,  UNA BEATA MAZZA!! O quasi. Come del resto in tutto il tempo passato dai tragici giorni del 2011.Uh, beh è una affermazione audace, perfino diffamatoria, vero? Diciamo che è una affermazione straordinaria che richiede prove straordinarie. Bene , come ho detto, ho poco tempo e voi, lo bene, meno di me. QUINDI vi do UNA prova straordinaria e ve la dovrete far bastare. Si tratta di due video dell’esondazione del torrente Fereggiano, uno della notte di ieri, 9 ottobre 2014, uno del pomeriggio del 2011. Nel 2011 ci furono PROPRIO LI, sei morti, povere persone travolte dalla piena. PROPRIO LI, quindi, si concentrarono le lacrime ex post a favore di telecamera dei politici locali e nazionali. Risultato? PROPRIO LI, è esondato, DI NUOVO e in modo praticamente identico, il dannato torrentaccio. La cosa straordinaria, direi quasi unica è che i filmati sono presi praticamente dallo stesso punto di vista, quindi il raffronto è facile ed immediato per tutti. ve lo dimostro:

confronto genova 2014 genova 2011

Ho evidenziato, in rosso, gli stessi tre caratteristici androni.

Ora: guardate le foto e, sopratutto, i filmati e rispondete: Riuscite a vedere qualche differenza? Riuscite a vedere qualche sicurezza aggiuntiva messa li dove il torrente, a causa di una curva violenta, non riesce a stare nell’alveo ed esonda, con furia devastante, nella strada che gli passa accanto? COSA è stato fatto proprio LI, dove sono morte sei persone, in questi tre anni? risposta: ci sono IN EFFETTI alcune piccole differenze. Ad esempio è stato fatto, sicuramente dopo una verifica idraulica, un muretto di circa un metro un metro e mezzo, che probabilmente, secondo la verifica, basata su dati statistici, avrebbe potuto contenere una piena con tempi di ritorno cento anni. O magari duecento. Essendo quella del 2011, cosi si pensava, una piena con tempi di ritorno plurisecolari. Ma, uh uh guarda un poco, tale piena invece non è PIU’ così straordinaria. I tempi sono cambiati e magari tale tipo di eventi ha un tempo di ritorno inferiore a dieci anni. Praticamente va messo in conto che sia una evenienza addirittura probabile, in un autunno tipico. La cosa è diffusa, ormai è evidente, un poco in tutta Italia. Perfino progettare le opere rispetto ad eventi con tempi di ritorno millenari potrebbe non essere più sufficiente. E’ chiaro che non possiamo buttare giù interi quartieri, ma certamente non basterà rialzare il muro, poniamo di un altro metro. E? evidente proprio dai filmati: è troppo grande la differenza tra la portata delle acque e quella che può essere contenuta dall’alveo. L’unica, veramente l’unica cosa fattibile è un sistema di allarme VERO che impedisca FISICAMENTE l’accesso a questa strada in certe situazioni. Dovremo piangere qualche altro morto? Certamente, si. Magari, tra questi, il folle automobilista che, al minuto 4.20 del filmato NON si ferma da vanti all’acqua e viene travolto ( al contrario del più prudente automobilista subito dietro di lui). Il suo disperato suonare il clacson mentre l’acqua lo porta via, è agghiacciante.

La morte di Uomo. A 408 anni

Da Commenti dalla collina, http://malthusday.blogspot.it/2014/05/uomo-si-e-spento-alleta-di-408-anni.html

Questa mattina il medico legale ha confermato che Uomo, l’auto-rappresentazione astratta dell’umanità, è morto lunedì mattina per un’overdose di petrolio all’età di 408 anni. L’annuncio ufficiale conferma quindi le voci circa l’abuso di sostanze stupefacenti e non smentisce le indiscrezioni secondo cui potrebbe trattarsi di un suicidio. La magistratura ha aperto un’inchiesta ed ha disposto l’autopsia. Accertamenti sono in corso anche da parte della Guardia di Finanza e della Polizia Postale in merito alle proprietà ed alle recenti attività del defunto.

In attesa della conclusione delle indagini, i più stretti collaboratori di Uomo non si capacitano dell’accaduto. Il suo migliore amico e confidente, Technology, ritiene che si sia trattato di suicidio.
Sicuro, a Uomo piaceva la bella vita” ha detto durante la conferenza stampa di martedì scorso, “ed era uno che si faceva forte, ma non era tipo da perdere il controllo. No, sono sicuro che lo ha fatto intenzionalmente. Giusto un paio di settimane fa eravamo sulla terrazza di casa sua e guardavamo la Luna ricordando il viaggio che ci facemmo insieme e lui mi ha detto: – Sai, Tech, quelli si che erano bei tempi! Mi chiedo se ci capiterà mai più una cosa del genere. — Notai che aveva gli occhi carichi di lacrime e non era cosa da lui! Anche se, bisogna dire, negli ultimi anni era sempre più spesso di umore triste e nostalgico. Io ho provato a consolarlo parlandogli di andare su Marte eccetera, ed abbiamo parlato ancora a lungo, ma vedevo che il suo cuore era altrove.”
Altre fonti riportano però una storia molto diversa:
Era terribile” racconta un dipendente che ha chiesto di mantenere l’anonimato “ Si faceva ogni giorno di più: mattina, pomeriggio e sera, e quando non si sentiva abbastanza gasato si sparava un’altra dose di qualunque cosa. Avreste dovuto sentirlo quando urlava come un pazzo e tirava pugni nel muro! Tutti noi del personale di casa sapevamo che prima o poi sarebbe successo. Le quantità che si faceva erano incredibili e mica solo di petrolio!. Alcuni dei suoi amici gli dicevano di smettere, o perlomeno di diminuire, ma lui non ascoltava più nessuno.”

Una tumultuosa saga familiare

E’ sempre stato di indole rivoluzionaria” ha dichiarato Clio, la Musa della Storia, in un’intervista esclusiva rilasciataci nel suo ufficio sul Parnaso “In parte questo è dovuto all’ambiente in cui è nato e cresciuto. Se ricordate, nacque in casa di Sir Francis Bacon ed è cresciuto in mezzo alle persone più colte, brillanti ed influenti del tempo. Un immagine astratta dell’umanità cresciuta in mezzo a gente come quella non poteva che tentare imprese senza precedenti, sapete. Comunque, io credo che ci sia anche una forte influenza familiare. Ai suoi tempi, anche suo padre era stato un bell’originale!”
In effetti, anche se oggi è completamente dimenticato, il padre di Uomo, Servodidio, l’auto-rappresentazione astratta dell’umanità medioevale europea, è stato anche lui un personaggio a modo suo mediatico.
Star di un dramma morale tremendamente popolare ai suoi tempi, fu infatti il soggetto di un’infinità di biografie e di scandali. Servodidio era però nato in un tugurio in aperta campagna, dal fortuito incontro tra una gentildonna romana ridotta in miseria dal fisco imperiale e di un guerriero germano in fuga dalle invasioni unne. Per secoli aveva dovuto lavorare e combattere duramente, solo per sopravvivere, ma col tempo era riuscito a diventare una delle figure più ricche ed influenti della storia europea e mondiale. Più tardi l’arteriosclerosi lo indementì progressivamente, ma lasciò comunque un immenso patrimonio a suo figlio, malgrado fossero in disaccordo su tutto. Per tutto il diciassettesimo ed il diciottesimo secolo le furiose liti fra padre e figlio hanno riempito la stampa di storie interessanti e gustosi pettegolezzi, praticamente fino alla rottura definitiva a proposito della teoria dell’evoluzione di Darwin, nel 1859. Ma già a quell’epoca Uomo era saldamente al timone dei popoli europei, tanto che quando Servodidio morì se ne accorse una sola persona,  un certo Fredich Nietzsche che  avvertì l’odore del cadavere abbandonato insepolto! 
Neanche suo figlio, Uomo, ci aveva fatto caso, forse perché all’epoca già cominciava ad avere dei problemi con l’abuso di droghe. 
All’inizio usava solo il carbone” ricorda Technology “Beh, a dire il vero ci facevamo entrambi col carbone. Era la moda in quei giorni. Costava poco, era di buona qualità e potevi averne quanto ne volevi; tutti lo usavano negli ambienti “cool”. Ricordo un viaggio che facemmo insieme su una delle prime locomotive. Faceva trenta chilometri all’ora e ci sembrava correre come il vento! Come eravamo spensierati a quei tempi!
Clio conferma questa affermazione. “Io credo che Uomo non avesse la minima idea del tunnel in cui si stava infilando col carbone” ha dichiarato “Il carbone era popolare nei circoli d’avanguardia e nessuno sapeva gran che circa le conseguenze nel tempo dell’abuso di combustibili fossili. Fu proprio allora che iniziò la sua campagna per la conquista di Natura e si rese conto molto presto che non poteva tenere il confronto senza un sostegno artificiale. Fu li che cominciò la vera tragedia.”


La conquista di Natura.

Quando esattamente Uomo decise di conquistare Natura rimane una questione aperta. “Ogni biografo ha la suo opinione in proposito” ci ha spiegato Clio, mostrando una libreria intera di volumi sulla controversa carriera di Uomo “Alcuni fanno risalire questa decisione all’influenza del suo padre adottivo, Bacone, o degli altri maestri che ebbe da bambino. Altri sostengono che l’ispirazione gli venne dalla folla in mezzo a cui visse fra il diciottesimo ed il diciannovesimo secolo. Lui era solito dire che si trattava di un affare di famiglia e che tutti i suoi antenati avevano avuto questa idea, fin dall’età della pietra, e che lui era solamente quello che ci era finalmente riuscito.   Ma non ci sono prove in tal senso. Prendete la carriera di Servodidio, ad esempio, e troverete che aveva sempre avuto molto senso pratico ed attenzione ai suoi interessi, ma il suo scopo ultimo era la salvezza dell’anima, non la conquista di Natura.”
La faccenda di conquistare Natura?” ha detto Technology “Ci pensava fin da quando eravamo giovani. Io credo che abbia preso l’idea dal padre adottivo o da uno degli amici di lui, ma per quanto ne so non ci ha dato peso fino a non molto tempo fa. Posso sbagliami, sapete, non lo conoscevo molto bene a quei tempi. Io mi occupavo delle mie cose, sapete, costruire chiese e fortezze, mulini, robe così. Non ci siamo frequentati molto finquando non siamo stati entrambi coinvolti nella faccenda del carbone. Ci facevamo entrambi, ma io ero anche procacciatore e lo potevo fornire più a buon mercato di chiunque altro perché ero l’unico che sapeva come usare il vapore; nessun’altro sapeva come fare. Per questo diventammo amici e ci siamo davvero divertiti un sacco insieme. E di tanto in tanto, quando era fatto ben bene, mi diceva che Natura doveva appartenergli e che un giorno o l’altro avrebbe arruolato un esercito per conquistarla.
A me non me ne sarebbe importato niente, se non fosse stato per gli affascinanti problemi tecnici che Uomo mi poneva. Aveva capito come facevo a procurare tanto carbone così a buon mercato ed aveva intuito che poteva usare gli stessi aggeggi nella sua guerra contro Natura. Per me, sapete, era solo un gioco. Per Natura o contro Natura, non mi fa differenza: A me, datemi un problema difficile, lasciatemici lavorare e sono felice. Di tutto il resto non mi può fregar di meno
.”
Ma non era un gioco per lui. Mi pare che fosse il 1774 quando mi mise seriamente a lavoro sul suo progetto. Ricordo che cominciò ad arruolare dei mercenari e ad accumulare denaro ed attrezzature di ogni genere per la guerra. E voleva soprattutto armi da fuoco e macchine a vapore che erano il top dell’epoca. Così mi chiese di far funzionare fabbriche di ogni genere, ferrovie, navi a motore e tutto il resto. Già alcuni dei suoi avevano da tempo varcato il confine e preso parti di territorio, ma fu solo alla fine del diciottesimo secolo che l’invasione cominciò in modo massiccio e sistematico. A quei tempi eravamo spesso insieme in prima linea, in mezzo ai soldati che lui arringava parlandogli del glorioso futuro dell’umanità quando avesse conquistato Natura. Ed i soldati lo adoravano e subito davano di piglio agli strumenti ed alle armi e si lanciavano alla conquista di altri territori“.


Gli anni del trionfo.

Fu nel 1859, ricorda Technology, che Uomo usò per la prima volta il petrolio. “Aveva appena avuto la sua lite più violenta con suo padre, a proposito di quel Darwin; in effetti da quella volta i due non si sono parlati mai più. E Uomo era ancora estremamente agitato quando venne a sapere che quel tale, Edwin Drake mi pare, aveva trovato in Pennsylvania qualcosa di ancora meglio del carbone. Naturalmente Uomo lo volle provare subito ed io anche e – Hey! – quella si che era roba! Continuammo ad usare il carbone, naturalmente, anche tanto e più tardi anche gas ed uranio, ma niente, assolutamente niente era come il petrolio!
Ma la cosa principale fu che Uomo capì che quello era esattamente ciò che gli serviva per completare la sua conquista. I suoi avevano già preso molto, allora, ma non tutto, forse nemmeno la metà e Uomo aveva problemi anche a controllare territori già conquistati. C’era guerriglia dietro le linee, e problemi di ogni tipo. Lui era sempre allo stato maggiore incitando i suoi ufficiali e pensando sempre a come fare a vincere la guerra una volta per tutte. “La devo avere Tech – mi diceva quando era stanco e si rilassava con una flebo di petrolio – Ho conquistato la distanza, la terra, la superficie del mare, ma non è abbastanza. Io voglio tutto!” E, sapete, ci è andato molto, molto vicino.”
Il petrolio era la chiave del successo – Spiega Clio – Non era solo Uomo a farsi di petrolio; tutti i suoi lo usavano e nei tempi brevi il petrolio è una droga incredibilmente potente: conferisce a chi lo usa un slancio ed un’energia che bisogna vedere per poterci credere!  Intere province di Natura che erano rimaste inespugnabili per un secolo caddero al primo attacco non appena i soldati di Uomo seppero come usare il petrolio“.
Il risultato fu che intorno agli anni 1960 la conquista era praticamente completata. Restavano, solo dei presidi arroccati in zone particolarmente impervie ed un po’ di guerriglia partigiana, ma niente di preoccupante. Uomo ed i suoi erano convinti che, oramai, fosse questione di poco e che presto Natura sarebbe stata conquistata completamente e definitivamente.
Ma quello fu anche il periodo in cui tutti quegli anni di abuso di carbone, di petrolio e d’altre sostanze tossiche cominciarono a presentare il conto.


Gli anni del declino.

Non ricordo quando accadde esattamente – racconta Technology – ma ci fu una lite fra gli spacciatori. Quelli che avevano la roba migliore erano degli arabi che ad un certo punto si incazzarono e per un po’ smisero di venderlo. Così lui si rivolse ad altri, ma venne fuori che il tizio della Pennsylvania era fuori gioco da tempo e che anche i suoi amici del Texas e della California non ne avevano più abbastanza. Così Uomo andò in crisi d’astinenza. Che momenti! Lo portammo in ospedale ed il dottore lo spedì subito in riabilitazione“.
I documenti del periodo della riabilitazione sono commoventi – ci ha detto Clio – Cominciava a disintossicarsi ed a convincersi che ridurre le dosi era cosa saggia da fare. Ma poi, alla prima difficoltà un po’ seria, ricominciava e dovevano riportarlo in ospedale. Intanto la guerra contro Natura andava peggio perché anche l’altra parte stava modernizzando le sue tattiche. Circolavano indiscrezioni su trattative per un cessate il fuoco, o addirittura per un trattato di pace fra lui e Natura.”
Quando andavo a trovarlo in clinica – narra Technology – era sempre stanco. Pareva vecchissimo, come suo padre che però era morto a più di 1.400 anni. Era anche depresso e parlava solo dei suoi malanni. Io credo che in quel periodo avrebbe potuto smettere, tirarsi fuori dalla droga e raddrizzare la sua vita. Davvero pensavo che avrebbe potuto farcela e per aiutarlo gli portavo dei pannelli solari, delle case passive, dei contraccettivi… giocattoli così, tanto per interessarlo a qualcos’altro che il petrolio e la conquista.  Sembrava che gli piacessero e con gli altri amici eravamo pieni di speranza per lui; ma non andò così”.
Ricordo bene l’ultima volta che andai a trovarlo in riabilitazione. Mi dissero che se ne era andato, così corsi a casa sua e lo trovai circondato da un nugolo di prestigiatori che dicevano di aver trovato il modo di rendere inevitabile una crescita economica infinita. Lui era euforico, rideva e dava gran pacche sulle spalle a tutti, parlando come un fiume di grandi idee e di ancor più grandiosi progetti. Apparentemente era tornato quello di una volta, ma ricordo come fosse ieri lo sguardo di Scienza, che se ne stava sola in un angolo. “Che c’è Scienzy? Perché fai quell’aria da menagramo? “ Le chiesi. Io, lei e Uomo eravamo stati come fratelli per secoli. – Non lo vedi? – Mi rispose – non mi meraviglia, sei sempre stato un superficiale, ma ti dico che Uomo si è fritto il cervello. Quello che dicono quei tizi non ha senso e lui blatera per convincere sé stesso.- Mai parole mi fecero più male di quelle! Oh, certo, dopo abbiamo fatto ancora tante cose insieme a Scienzy, quando trovammo il Bosone, per esempio, che sballo! Una festa fantastica, ma qualcosa fra noi si era rotto per sempre ed infatti le cose cominciarono ad andare di male in peggio.”

Gli ultimi anni

Gli ultimi anni della carriera di Uomo come astrazione della razza umana furono travagliati.
Malgrado le armi sempre più potenti ed i soldati sempre più numerosi, la guerra contro Natura non andava bene.- Spiega Clio –Le truppe di Uomo controllavano tutti i territori principali e le città, ma c’erano rivolte ovunque. Batteri antibiotico-resistenti, erbe infestanti inattaccabili dai diserbanti, tempeste, terremoti e via di seguito. La battaglia di Fukushima, ad esempio, fu un disastro per Uomo”.

 Il morale delle truppe era sempre più basso e molti non erano più tanto convinti di quel che facevano. C’erano anche diserzioni; gente che abbandonava il fronte, o addirittura che passava bellamente dall’altra parte. Quelli che restavano lo facevano per abitudine o, soprattutto, per soldi ed i soldi stavano diminuendo. Fra il costo della guerra, quello per controllare e continuamente fortificare il territorio, il folle tenore di vita di Uomo ed il costo esorbitante della sua droga, Uomo era in grossi problemi finanziari. Ci sono buoni motivi per ritenere che fu per fronteggiare queste spese che durante gli ultimi anni della sua vita Uomo finì coinvolto in una spirale di debiti e di truffe.
Nel frattempo, Uomo stava restando sempre più isolato. “Si accompagnava sempre più spesso a gente davvero losca, oppure a pazzi visionari, mentre aveva voltato le spalle alla maggior parte degli amici di un tempo – afferma l’anonima fonte citata sopra – Con Arte, Letteratura e Filosofia aveva già da tempo smesso di parlare perché gli ripetevano che doveva smettere di strafarsi. Ma anche con altri…. Ricordo l’ultima volta che Scienza venne a trovarlo. Era molto in ansia e voleva parlargli della situazione dell’atmosfera, ma lui la buttò letteralmente fuori di casa e le sbatté la porta in faccia urlando: – L’atmosfera è mia, cazzo! Ci faccio quel che cazzo mi pare con la mia roba, traditori voltagabbana! Questi vogliono tornare nelle caverne!” Poi ebbe un collasso e lo portammo a letto. Ultimamente scenate così erano diventate routine.
A quanto pare, l’ultimo a vedere vivo Uomo è stato il suo vecchio amico Technology. “ Sono andato a casa sua lunedì pomeriggio, ricorda, ci andavo molto spesso e si parlava del più e del meno. Quella volta cominciò a vaneggiare di supercomputers onniscienti, di corpi robotici immortali, di resurrezione dei morti sotto forma di softwhere e robe del genere.
“Ascolta Uomo, gli dissi, se ti interessa questa roba devi parlarne con Religione. Immortalità ,onniscienza, resurrezione ecc. sono il suo campo, non il mio. Ma avevano rotto da tempo e lui non ne voleva più sapere di lei. Così cambiò discorso e cominciò a lamentarsi che il petrolio che gli avevo portato dal North Dakota era un vero schifo. “Lo so bene, gli risposi, ma cosa vorresti che facessi? Io posso pomparti fuori quel che c’è, non quel che vorresti. Questa è la roba che rimane e se non ti piace faresti meglio a farti durare quel poco di brent che ancora rimane. Allora partì con una delle sue scenate lamentose. Mi disse che era colpa mia se il petrolio era sempre meno e sempre più cattivo, colpa mia se la guerra andava male, colpa mia se non avevamo conquistato Marte, e via di seguito. Quindi uscì sbattendosi dietro la porta e non lo ho più visto vivo. Avrei dovuto andargli dietro e parlargli; raccontargli un’altra favola sui viaggi interstellari o sulla macchina del tempo. Forse si sarebbe calmato e sarebbe ancora vivo. Ma in fondo per cosa? Che significato aveva più la vita per lui? A me manca il più grande amico di sempre, ma lui, forse, sta meglio adesso,”

Una travagliata eredità

L’improvvisa morte di Uomo lascia molte domande in sospeso.
Quando Servodidio morì di arteriosclerosi – Spiega Clio – Tutti sapevano chi ne avrebbe ereditato il ruolo. Anzi, già da molto tempo Uomo aveva sostituito suo padre nel ruolo di immagine idealizzata dell’umanità e ne gestiva la grande eredità. Invece Uomo è morto senza testamento e sono parecchi gli aspiranti alla successione. Inoltre, la sua eredità è nel caos più totale e ci vorranno decenni per capire se davvero ha lasciato qualcosa ed a chi”.
In attesa della conclusione delle indagini, l’Autorità Garante del Fato, Ananke, ha diramato un succinto comunicato stampa che riportiamo in integrale:
Prego tutti di accettare i sensi della mia simpatia per la tragica fine di Uomo, colui che avrebbe voluto conquistare la Natura. Colgo l’occasione per consigliare ai figli umani di Gaja di procedere alla scelta della loro prossima immagine collettiva in modo che risulti meno megalomane ed autodistruttiva”.

Una recente immagine di repertorio di Uomo

Navi metanifere ed altri disastri

Guardate cosa succede quando esplode un camion che trasporta gas. Sono una quindicina di tonnellate di gas. Ora immaginatevi una quantità da 1000 a 10.000 volte superiore. Certo: molti di questi incidenti sono causati dal gpl e non dal metano. Ma sapete, vero che il metano viene trasportato in forma liquefatta a -180 gradi e pressioni elevatissime? Le simulazioni in casi di falla in un serbatoio di una nave dicono che il metano potrebbe percorrere CHILOMETRI prima di scaldarsi a sufficienza per evaporare; una scintilla e…..bum.

melting bog e melting pot

Ad Oslo ci sono 28 gradi e spiccioli, un record assoluto. Ed a Roma ce ne sono 25. Anche questo un record assoluto, negativo, per la stagione.

E’ tutto normale: si mescolano i popoli del mondo e si mescolano  i climi, causa collasso delle correnti a getto polari. Melting pot e melting bog. Bog sta per pantano. Eh già perché il caldo fa sciogliere il permafrost, trasformando in un pantano micidiale milioni di km quadrati di Siberia. Non solo, quando si scalda il permafrost surgelato da decine di migliaia di anni possono succedere cose strane. Ad esempio si possono dissociare i clatrati nascosti dentro o sotto il permafrost stesso e può succedere in modo esplosivo. Nella foto che apre questo post avete un  bell’esempio di cosa può succedere in questi casi. Qui per informazioni maggiori.

Avete visto? Bene: ora preparatevi a moltiplicarlo per cento, mille, un milione… Quel che potrebbe succedere se aree di permafrost siberiano crescenti fossero coinvolte dalla deglaciazione. Comunque non c’e’ problema: se si scioglie l’artico potremo portare le tv full 4k dalla Malesia all’Europa attraverso il passaggio di Nord Est, che anche quest’anno si sta riaprendo.

C’e’ nessuno in Europa?!! Ora c’e’!!!

Durante la campagna elettorale appena passata Dario fu preso simpaticamente in giro per un suo tweet dal mitico Zoro. Ora possiamo dire che in effetti, dopotutto QUALCUNO c’e’, in Europa.

Qualcuno che ricorda la posta in gioco complessiva, che è strategica, sistemica. Ve la dico più chiara? NON AVREMMO BISOGNO DI CACCIABOMBARDIERI, di cui peraltro il nostro MInistro della difesa non sa nemmeno spiegare l’utilità ( date una occhiata al video, vale la pena arrivare alla supercazzola del minuto 3.24), se non dipendessimo energeticamente dai nostri potenti e scomodi vicini e/o alleati.

Si è calcolato che i contributi per le energie rinnovabili assommino allo 0.5%-0,7% del PIL Italico. La metà di quanto spendiamo in armamenti. Ed un quinto dei contributi erogati, nelle più varie forme e dei costi diretti ed indiretti delle energie NON rinnovabili. E’ una stima MONDIALE. IN Italia siamo quasi sicuramente a livelli superiori. QUINDI, al contrario di quel che si dice, una corretta politica di crescita delle energie rinnovabili, del risparmio energetico, delle tecnologie di stoccaggio, dell’interscambio tra le nazioni d’Europa è una politica che rende più SICURI i budget dei singoli paesi e li mette al riparo dalle crisi internazionali.

Avete qualche dubbio che se ne avvicinino di grosse?

Allacciate le cinture Crisis è qui per raccontarvele. Se possibile in anticipo, come è nostra tradizione…

spadone a due mani ed altre quisquilie

Kampilan-3

Ed eccoci ad un’altra categoria un poco buffa. Ma non bastava la categoria “guerra” direte voi?

No, non bastava. Perché in ogni degno medioevo ( siamo tecnicamente( età di mezzo) e forse anche praticamente e storicamente in un medioevo, chi non lo vede ha problemi percettivi gravi) lo spadone a due mani si usa per un sacco di cose che non sono, semplicemente, affettare nemici. E’ uno strumento di ordine, uno status symbol, un giusto supporto al proprio ego…insomma come le scarpe con il tacco per alcune ( ALCUNE?!!) Signore o l’IPAD per alcuni signori: una estensione dell’Io. inoltre, in alcuni casi un bello spadone a due mani virtuale, diciamo semantico, è necessario brandirlo. Ma non voglio divagare, restiamo sul punto: E’ rinato, nella quasi indifferenza generale un califfato in Medio oriente.

E’ buffo ma non strano che noi occidentali, come al solito, non si capisca l’importanza di queste cosuccie. Per il noi califfo, sultano, mamalucco, granvisir, è tutta roba un poco esotica da mille ed una notte, pantaloncini a sbuffo e, giustappunto, sciabole e scimitarre ricurve.

Vero, ma si sottovaluta il fatto che il califfato è il simbolo del’unità mussulmana, è la rappresentazione terrena dell’unità religiosa dei fedeli. insomma: ( e sopratutto) la rinascita del califfato implica la volontà di superare i confini imposti dagli occidentali dopo la fine della seconda guerra mondiale. In particolar modo è un simbolo di opposizione agli accordi Sykes-Picot che disegnarono i confini di Iraq, Siria, Giordania, Palestina. Le conseguenze sono presto dette: I tizi dell’ISIL sono bravi, lo ammettono anche i generali americani che li hanno combattuti e sopratutto sono stati selezionati in modo darwiniano da oltre dieci anni di guerra e guerriglia. In più hanno un progetto definito riunificare tutto il medio oriente sunnita ( più un certo numero di altri uno zinzino più deliranti). Infine sono vincenti un poco contro tutti e sanno comunicare in modo efficace quanto spietato le loro vittorie. Insomma: stanno attraendo nuovi combattenti come mosche tra i quali almeno una dozzina di ITALIANI. Non immigrati che vivono in Italia, proprio Italiani. Non è difficile immaginare che, anche per il rapido collasso delle forze armate irachene  possano rovesciare il regime sia in Iraq che in Siria.

In Iraq infatti, ci sono centinaia di ottimi carri armati, elicotteri aerei pezzi di artiglieria, forniti dagli Usa che, in caso di presa del potere, verrebbero immediatamente usati in Siria contro il regime. A questo punto la caduta della siria sarebbe inevitabile e la Giordania sarebbe l’obbiettivo successivo. Sono esagerato? basandosi sulla forza attuale ( o meglio: quella conosciuta) dell’ISIL, certamente si, ma bisogna tener conto di quello che sono riusciti a fare qualche migliaio di guerriglieri ben addestrati, preparati, armati e motivati e moltiplicarlo per dieci… Gli USA non hanno voglia di intervenire, è evidente, via terra. E’ anche assolutamente evidente che Obama e Clinton sono stati DAVVERO presi in contropiede dall’improvviso successo del califfato. Loro si ma i servizi segreti e di ascolto certamente no. Non ditemi che non sapessero a chi stavano finendo i sistemi di arma sofisticati che inviavano a navi intere, all’opposizione moderata in Siria. Connettete i puntini e capirete che siamo alle solite…

Rane bollite e Scimmie nude

La Scimmia nuda, per chi non lo sapesse, è il titolo di un celeberrimo, storico ed anche assai spassoso libro di Desmond Morris,  Il libro descriveva , confrontandole con le specie consimili, le curiose caratteristiche della bislacca scimmia glabra chiamata Uomo.

La rana bollita, invece è una divertente e calzante metafora del perché non reagiamo a situazioni potenzialmente letali quando ci vengano “somministrate” in dosi graduali e non improvvise. Si dice infatti che una rana buttata nell’acqua bollente, salterà fuori all’istante, mentre, se si aumenta la temperatura a poco a poco, la rana entrerà in una sorta di torpore mortale e finirà bollita senza tentare di salvarsi. La metafora è antica e si basa, addirittura su esperimenti fatti nell’ottocento. ma è stata resa celebre da Al Gore nel suo film “Una verità sconveniente”.

Sono due aspetti della stessa medaglia. In effetti  fior fiori di economisti si sono incaricati di descrivere ( qualcuno rimediando per questo un Nobel) che la nostra specie “sconta il futuro”, ovvero non valuta in modo corretto rischi ed opportunità che siano al di la del suo orizzonte degli eventi. E’ normale. I nostri antenati cacciatori raccoglitori avevano orizzonti di pianificazione che non dovevano andare al di la della stagione successiva e dovevano compiere, anche per quanto riguarda il lavoro fisico, estrapolazioni a breve termine, per le quali un approccio lineare risulta vincente. Perché è il più semplice e QUINDI il più efficace. Disgraziatamente, sul lungo termine la non linearità vince e la pianificazione richiesta non è istintiva ma deve, ripeto DEVE essere mediata da un processo cognitivo/educativo.

La faccenda essendo lunga, conviene cominciare con LARGO anticipo, prima di finire bolliti. Eh già perché ci stiamo abituando ad un clima fuori controllo e, pian piano accetteremo che la situazione ci sfugga completamente di mano, forse molto prima e molto peggio di quanto pensi il già pur notevolmente preoccupato ( e molto criticato per la sua preoccupazione) IPCC.

Mi cheto: per comprendere in QUANTI, diversi e brutti modi potremo finir bolliti, ecco un link interessante.

Crisis What Crisis? Reloaded.

ombrellone crisis

Ovvero: ….DOVE DIAVOLO ERAVATE FINITI?

E’ una domanda che ho già ricevuto un paio di dozzine di volte in questi primi giorni di tests ed appetizers (Crisis Reloaded è ancora in via di definizione, perfezionamento e lo sarà per un poco).

Due parole, quindi, sono necessarie.

Intanto: Perché me n’ero andato, dopotutto? Beh, innanzitutto perché avevo percepito, ampiamente in anticipo, la brutta china verso la dozzinalità che aveva preso il portale che ci ospitava. Una china che si basava, in primo luogo sul NON riconoscimento del valore principale di un portale di blog professionali: I BLOGGERS.

Io e Debora eravamo dei privilegiati, per via dei risultati in termini di visibilità e traffico generato sul Portale. Ma TUTTI gli altri bloggers erano sottoposti a vere vessazioni, vedevano ridimensionati i contratti, gli si chiedeva un ritmo forsennato di produzione di nuovi post, gli si chiedeva di seguire in modo praticamente obbligatorio le parole chiave che le strategie di SEO avevano individuato… Il tutto, OVVIAMENTE, era da me sentito come profondamente ingiusto e foriero di un rapido degrado della qualità dei post e della piattaforma stessa. Insieme a pochi altri imbastimmo un vero e proprio sciopero, o almeno così credevo. All’atto pratico, con le scuse le più varie mi ritrovai a combattere una battaglia solitaria, di cui, dopo un poco di tempo mi stancai. Anche perché non aveva molto senso combattere per diritti che le persone interessate non ritenevano tutto considerato, così importanti. Continuai quindi a scrivere ancora per un poco, fino a che quasi esattamente tre anni fa, chiesi a blogosfere di ridiscutere il contratto su nuove basi. La ma prevalente intenzione era da un lato far valere il fatto che ormai DA ANNI, eravamo in testa alla classifica dei blog nazionali, dall’altro evidenziare che avevamo raggiunto e stabilmente superato tutti i target prefissi e ci meritavamo, dopo quattro anni, un riconoscimento del lavoro svolto. La risposta fu l’estromissione, dall’oggi al domani dal blog, tanto che dovetti affidare il mio post di commiato a Debora.

Debora continuò ancora per un anno e mezzo in solitudine e poi fu chiamata, ormai lo sapete, ad altri incarichi.

I nostri rispettivi contratti ci vincolavano per  un anno a NON intraprendere attività nello stesso settore e di conseguenza, per poter aprire il blog, abbiamo dovuto aspettare che decorressero tali termini.

Si si si va bene.

MA che avete combinato in tutto questo tempo? Beh, innanzitutto, per quanto mi riguarda, mi sono morso le mani: il periodo che va dal Settembre 2011 ad oggi è stato un ininterrotto e veemente susseguirsi di vergognose bugie, larghe intese, vaste menzogne, infamie vere e proprie. Mai come in questi anni ci sarebbe stato da scrivere articoli ed articolesse succulenti che provassero, nel loro piccolo a sbugiardare la vulgata ufficiale. Eh si, perché MAI come in questi ultimi due o tre anni è rifulso il pensiero unico, sostanzialmente totemico, profondamente medioevale nella sua essenza di deliberata distorsione della realtà prona ai desiderata di una piccola percentuale, più o meno consapevole, della popolazione.

In un paio di casi ho scritto qualche post bello ricco e Debora me ne ha pubblicato qualcuno ( e qualcun’altro è stato pubblicato da altri blog in giro per la rete).

A parte mordermi le mani, però ho fatto diverse cose: in sintesi sono diventato insieme ad alcuni amici e compagni di avventura uno di quei piccolissimi investitori e produttori di energia rinnovabile che tanto vengono infamati in questi mesi ( E’ tutta colpa loro se l’energia elettrica costa tanto, ed è tutta colpa dell’energia elettrica cara se le imprese italiane non sono competitive, quindi la colpa della crisi E’ MIA e dei biechi speculatori come me). Abbiamo continuato, come Eurozev, a fare quello per cui eravamo nati, arrivando, nell’Agosto 2012, a far approvare una legge ( trasformata in un comma di un articolo del decreto crescitalia, articolo 17 terdecies) che  CONSENTIVA IL RETROFIT ELETTRICO NEL NOSTRO PAESE. Forse il primo vero caso di una legge nata da una proposta dal basso,  di democrazia diretta insomma.

Nel frattempo, comprati a varie aste i mezzi elettrici del Comune di Firenze (dimenticati da LUSTRI fino a fare, letteralmente, la borraccina in un piazzale del Comune) ci siamo messi in animo di rimetterli in strada per usi turistici e di trasposto merci. A questi si sono aggiunti altri 27 scooters Oxygen Cargo e con questa flotta siamo probabilmente diventati i gestori della più grande flotta di mezzi elettrici della Regione. Ovviamente l’abbiamo fatto nel bel mezzo della peggiore Crisis di tutti i tempi e ne stiamo subendo le conseguenze. Ma non demordiamo. Per finire, come a qualunque cittadino, ci si è imposta un scelta: non si può, infatti, essere sempre equidistanti e sopratutto al di fuori della mischia. Io e Debora ci siamo quindi impegnati politicamente. Io ho fondato un meetup a Signa e Lastra a Signa ( due cittadine di circa 20.000 abitanti ciascuna) l’ho seguito nei primi mesi difficili e poi ho lasciato che crescesse e si sviluppasse secondo coscienza capacità e volontà dei suoi membri ( e direzioni stile e modi che non condividevo, ma…è la democrazia, bellezza).

Debora è addirittura entrata come responsabile comunicazione web in parlamento. Perchè vi racconto queste cose? Perché è una spiegazione DOVUTA: siamo persone tridimensionali e, prima che me lo chiediate voi, ve lo voglio raccontare io.

Per tornare a questo blog, comunque, ve lo anticipo fin d’ora: SE non volete farmi inferocire ( e sono guai) NON fate partire la solfa: “voi grillini…” qualunque sia il motivo, la scusa, il pretesto. Io NON sono un grillino: non condivido molti e seri punti del modo di parlare, fare, agire e pensare dei leader del movimento. SE sono entrato, per un breve periodo attivamente, nel movimento stesso, se addirittura mi sono candidato alle Europee era perché, appunto tale era, un movimento in una morta e stantia palude dove niente, a parte le mosche ed altri fastidiosi e ripugnanti esseri si muoveva. UN movimento che, dopo decenni, ha portato cittadini VERI del nostro paese in parlamento, pregi e difetti, a volte enormi ed evidenti, sia gli uni che gli altri. Si può essere nel movimento 5 stelle, condividere non statuto, 5 stelle etc etc e NON essere “Grillini”? Certo, almeno finché non vieni buttato fuori…La gratitudine a chi ha tirato su l’ambaradan, insomma, non mi impedisce di pensare ( magari male) con la mia testa e criticare quel che non mi piace ( e succede spesso) o che mi piace ( e pure questo succede, anche se ultimamente un poco meno spesso) in quel che fanno dicono o non dicono i due zazzeruti ed un poco attempati leaders.

QUINDI, non abbiate dubbi: qualunque cosa scriverò o non scriverò nascerà da un mio personale convincimento e non da qualche ordine di scuderia o complicata strategia comunicativa. Ve lo devo e ME lo devo. In particolare, resto convinto che non ci sono modi gradevoli di dire cose sgradevoli ma anzi il modo più corretto di esprime il proprio pensiero è con un poco di caustica ferocia che a noi toscani, tra l’altro, piace non poco.

A tal proposito, vengo alle dolenti note. Debora, aveva svolto il suo lavoro, per quasi un anno e mezzo, in modo estremamente defilato, senza mai cercare di comparire  e senza mai essere considerata/intervistata dai media. Probabilmente pensava quindi di non essere attenzionata in modo particolare. Si sbagliava: Circa due settimane fa una sua battuta su twitter, non felicissima ma direi assolutamente comprensibile, l’ha trasformata per un giorno in un bersaglio. E’stata vittima di un vero assalto mediatico, che ha dimostrato, se ce ne fosse bisogno, quanto si sia infastidito il sistema della presenza, per la prima volta in anni ed anni, di una VERA forza politica critica all’interno del parlamento. Quel che ho scritto, a caldo, sulla mia pagina facebook qui l’ho poi ribadito, in modo credo più efficace, il giorno dopo. Riporto la frase qui per comodità:

Il Colera passa. I Gava restano. E’ quindi vero che se ne vanno sempre i migliori.” A tutti gli stracciatori di vesti, per la battuta di Debora, Il Corriere della Sera compreso, affido questa battuta di uno dei più grandi giornalisti di tutti tempi, battuta peraltro inserita dal Corriere stesso tra le migliori di sempre del giornalista. Cari sepolcri imbiancati, fatevene una ragione, il politically correct, in un mondo di politici (e di POLITICA!!!) tutto fuorché corretti non solo è impossibile. E’ SBAGLIATO. Ringrazio Daniela per la citazione.

Continuo a pensarla cosi e, per quel che vale non cambierò idea in futuro. Viviamo in un peculiare medioevo dove da un lato si danno spallate micidiali alle istituzioni ,distruggendone i valori fondanti, dall’altro si fanno gli occhi alle pulci, insomma si sta attenti ad una frase. Inopportuna, forse, ma che rispecchia il disastro provocato, a giudizio di un numero probabilmente maggioritario dei cittadini, da una classe politica pronta ad ogni compromesso, larga intesa, nuovo inciucio, pur di mantenere saldo il controllo, ovviamente nel superiore rispetto delle istituzioni, identificate, anche dai media, con loro stessi.

Si. va bene va bene ma questo che c’entra con Crisis? C’entra: Perché Debora, l’avrete vista, è annoverata tra gli autori del Blog, come ai vecchi tempi. Ma non posso dirvi, è una persona libera ed indipendente, quando come e se vorrà tornare a scrivere, dopo quello che è successo, qualche cosa sul blog. Crisis , in tutta la sua vita, non è mai stato un blog comdo, accondiscendente, gentile, delicato. Abbiamo cercato sempre di parlare alla testa dei lettori ma senza dimenticarci che hanno ( ed abbiamo) una pancia, un cuore, un anima.

Non è facile farlo sapendo che ti aspettano al varco. Per ora quindi dovrete reggere il sottoscritto, in ( poco) beata solitudine. Per consolazione però posso dirvi che questo con buona probabilità, sarà il primo ed unico post cosi chilometrico: i tempi sono cambiati, do per scontato che, almeno all’inizio mi leggerete (SE mi leggerete) in quattro gatti , piuttosto edotti e quindi NON ripartirò dal caro babbo come feci in centinaia e centinaia di articoli su Crisis nel periodo 2008-2011. Il secondo tempo della Crisis richiede tempi brevi, post ficcanti, analisi semplici. VI metterò la pulce nell’orecchio con qualche link a supporto di quel che scrivo. La voglio dire tutta: HO MENO TEMPO!!! Mi toccherà essere breve e, spero, efficace. Starà a voi, confutare, condividere, approfondire. …

Basta mi cheto!!! Un saluto a tutti.